Ma è proprio vero che siamo un popolo di inventori, scienziati, artisti etc, etc… che siamo i primi in tanti campi. A volte dubito di queste nostre capacità tanto pubblicizzate. A volte basta leggere un libro qualsiasi per scoprire che non siamo i primi ma secondi o terzi. Quando non millesimi. I problemi che abbiamo noi oggi sono, con le inevitabili sfumature, problemi già affrontati. Non ci credete? Mi alzo e infilo le mani nella mia modesta biblioteca, prendo qualche volume e leggo qualche frase: " Il mondo lotta contro lo spettro della miseria e cerca nuove vie. I popoli si agitano ai confini e davanti ai parla-menti. Il capitalismo è all'apice della sua crisi e il socialismo agonizza dopo il fallimento marxista. La realtà distrugge favole, misteri, poesia e anche programmi politici". Sono forse le parole di un critico osservatore dei recenti conflitti del Medio Oriente e dell'Ex Unione Sovietica, oppure delle recenti beghe fra maggioranza ed opposizione in Italia ? Leggo un'altra frase: "Milioni di Italiani hanno sicuramente lo stesso avvilimento nel vedere che le cose cambiano, che si parla di "nuovi che avanzano", di colpi di spugna, ma tutto resta come sempre, anzi sempre peggio." Chi è? Beppe Grillo nel suo blog? Ancora: "Di fronte alla distesa di milioni di uomini che non chiedono altro che di lavorare e mangiare, il capitalismo, il socialismo nelle sue evoluzioni teoriche e ogni sorta di parlamenti hanno ben poco da rispondere". È il segretario dell'ONU che pronuncia queste dure parole durante una seduta dedicata ai problemi del mondo, dopo aver visto gli scarsi risultati degli ultimi decenni? Macché! Sono tutti stralci letti nella prefazione del testo "Le Opere del Fascismo nel Decennale". A cura di Arturo Tofanelli (Istituto Edit. Nazionale Milano 1933). Prendo un altro libro, di argomento completamente diverso: "Nell'animo mio avvampa rovente la smania dell'attività alpina, inestinguibile la sete dell'avventura e del pericolo mortale. Ero deciso a tentare le cose supreme, a mettere di continuo la mia vita sulla lama d'un coltello (...). Non posso qui esporre, con l'ampiezza dovuta, quanto pesano sulla mia giovane anima il dubbio tremendo e la decomposizione di tutti i valori dell'umanità, cosa di cui, tra l'80 ed il '90, soffrivano tutte le nature d'una certa profondità." Chi è? é l'ennesimo appassionato di sport estremi che si confessa insofferente allo "yuppismo" degli anni '80 e al "buonismo" degli anni '90 e che per moda o per evasione dalla realtà ricerca le forti emozioni delle imprese più spericolate? No. Il giovanotto in questione oggi avrebbe circa 140 anni. Queste parole fanno parte del racconto "La caduta dal canalone Pen Hall" di Eugenio Guido Lammer, (Hoepli Milano 1887) Altro libro. "Inoltre, a noi Italiani mancarono finora due importanti requisiti, colpa sempre le lotte e le divisioni interne, l'attività, cioè, e la fiducia reciproca; noi ci addormentiamo con tutta tranquillità, e colla coscienza di aver fatto abbastanza, quando abbiamo ottenuto 5 da ciò che poteva dar 10, e ciò perché i 5 bastano (...). Chi è questo stanco critico dei costumi italiani? Sicuramente è anziano a giudicare dal lessico e dallo scoramento che traspare dalle sue parole, indice di una lunga osservazione di decenni di governo inconcludente, con le sue beghe e con le sue incapacità di gestire la cosa pubblica. Anziano lo è davvero. Si tratta del Prof. Baretti Martino nel libro "L'Industria Mineraria Italiana" (Edizioni Treves Milano 1871). Chi scrive oggi avrebbe circa un secolo e mezzo! Pensate che quando ha pronunciato queste parole l'unità di Italia aveva pochi anni. Cosa direbbe adesso? Per stavolta basta così, ma è un esperimento che vale la pena di ripetere. In conclusione, leggere fa bene sempre. Ci fa scendere dai piedistalli che ci costruiamo quando ci reputiamo originali ed innovativi. Ci toglie la possibilità di giustificarci quando non ottemperiamo ai nostri doveri professionali.
Italiani…un popolo di eroi……
Ma è proprio vero che siamo un popolo di inventori, scienziati, artisti etc, etc… che siamo i primi in tanti campi. A volte dubito di queste nostre capacità tanto pubblicizzate. A volte basta leggere un libro qualsiasi per scoprire che non siamo i primi ma secondi o terzi. Quando non millesimi. I problemi che abbiamo noi oggi sono, con le inevitabili sfumature, problemi già affrontati. Non ci credete? Mi alzo e infilo le mani nella mia modesta biblioteca, prendo qualche volume e leggo qualche frase: " Il mondo lotta contro lo spettro della miseria e cerca nuove vie. I popoli si agitano ai confini e davanti ai parla-menti. Il capitalismo è all'apice della sua crisi e il socialismo agonizza dopo il fallimento marxista. La realtà distrugge favole, misteri, poesia e anche programmi politici". Sono forse le parole di un critico osservatore dei recenti conflitti del Medio Oriente e dell'Ex Unione Sovietica, oppure delle recenti beghe fra maggioranza ed opposizione in Italia ? Leggo un'altra frase: "Milioni di Italiani hanno sicuramente lo stesso avvilimento nel vedere che le cose cambiano, che si parla di "nuovi che avanzano", di colpi di spugna, ma tutto resta come sempre, anzi sempre peggio." Chi è? Beppe Grillo nel suo blog? Ancora: "Di fronte alla distesa di milioni di uomini che non chiedono altro che di lavorare e mangiare, il capitalismo, il socialismo nelle sue evoluzioni teoriche e ogni sorta di parlamenti hanno ben poco da rispondere". È il segretario dell'ONU che pronuncia queste dure parole durante una seduta dedicata ai problemi del mondo, dopo aver visto gli scarsi risultati degli ultimi decenni? Macché! Sono tutti stralci letti nella prefazione del testo "Le Opere del Fascismo nel Decennale". A cura di Arturo Tofanelli (Istituto Edit. Nazionale Milano 1933). Prendo un altro libro, di argomento completamente diverso: "Nell'animo mio avvampa rovente la smania dell'attività alpina, inestinguibile la sete dell'avventura e del pericolo mortale. Ero deciso a tentare le cose supreme, a mettere di continuo la mia vita sulla lama d'un coltello (...). Non posso qui esporre, con l'ampiezza dovuta, quanto pesano sulla mia giovane anima il dubbio tremendo e la decomposizione di tutti i valori dell'umanità, cosa di cui, tra l'80 ed il '90, soffrivano tutte le nature d'una certa profondità." Chi è? é l'ennesimo appassionato di sport estremi che si confessa insofferente allo "yuppismo" degli anni '80 e al "buonismo" degli anni '90 e che per moda o per evasione dalla realtà ricerca le forti emozioni delle imprese più spericolate? No. Il giovanotto in questione oggi avrebbe circa 140 anni. Queste parole fanno parte del racconto "La caduta dal canalone Pen Hall" di Eugenio Guido Lammer, (Hoepli Milano 1887) Altro libro. "Inoltre, a noi Italiani mancarono finora due importanti requisiti, colpa sempre le lotte e le divisioni interne, l'attività, cioè, e la fiducia reciproca; noi ci addormentiamo con tutta tranquillità, e colla coscienza di aver fatto abbastanza, quando abbiamo ottenuto 5 da ciò che poteva dar 10, e ciò perché i 5 bastano (...). Chi è questo stanco critico dei costumi italiani? Sicuramente è anziano a giudicare dal lessico e dallo scoramento che traspare dalle sue parole, indice di una lunga osservazione di decenni di governo inconcludente, con le sue beghe e con le sue incapacità di gestire la cosa pubblica. Anziano lo è davvero. Si tratta del Prof. Baretti Martino nel libro "L'Industria Mineraria Italiana" (Edizioni Treves Milano 1871). Chi scrive oggi avrebbe circa un secolo e mezzo! Pensate che quando ha pronunciato queste parole l'unità di Italia aveva pochi anni. Cosa direbbe adesso? Per stavolta basta così, ma è un esperimento che vale la pena di ripetere. In conclusione, leggere fa bene sempre. Ci fa scendere dai piedistalli che ci costruiamo quando ci reputiamo originali ed innovativi. Ci toglie la possibilità di giustificarci quando non ottemperiamo ai nostri doveri professionali.