Sardinia

Basta con la violenza gratuita dei giovani.


Mai come in questo periodo emergono la bestialità, la violenza e l’arroganza dei giovani. II pestaggio mortale di Nicola Tommasoli, ad opera di una banda di giovani che in passato si era distinta per pestaggi vari di stranieri, barboni, disadattati, in altre parole di diversi, il bullismo dilagante nelle scuole, che cresce sino a sconfinare nella criminalità, e l'episodio dell'aggressione ai vigili di Torino da parte di giovani che si arrogavano il diritto di parcheggiare ovunque, anche sulle rotaie del tram, ed a costo di bloccare il traffico, sono tutti fenomeni di un modo arrogante di vivere la vita, basato sul sopruso e sulla prepotenza, sul disprezzo delle regole, aggravato dalla convinzione di poterla fare comunque franca.
L'attuale generazione giovanile soffre di questa sindrome da sopraffazione, di questa sindrome da convincimento che per affermarsi nella vita sia fondamentale, essere prepotenti, calpestare la libertà ed il diritto altrui, e soprattutto disprezzare le regole della convivenza e del rispetto reciproco. Quale è l'origine, la motivazione di questo messaggio negativo? Non dalla necessità o dalle difficoltà, in quanto la maggior parte dei giovani in questione appartiene alle famiglie cosiddette "bene", che tanto bene non sono se partoriscono questo genere di personaggi e soprattutto se ignorano la natura deviata dei figli che stanno allevando. No! La vittima non è solo Nicola. A Verona non è morto solo Nicola, siamo morti, un poco, tutti noi, siamo morti per non avere capito cosa succede ai nostri figli, i loro disagi, le loro angosce per un'esistenza senza certezze, senza futuro, o forse perché gli abbiamo dato troppo, senza motivo. Questo sarebbe un discorso giusto per giustificare certi comportamenti di ragazzi, che si scoprono disadattati, in una società che non li considera, come una volta, i ragazzi da formare, per il loro futuro e per il bene della nazione, ma numeri da sfruttare. Per fortuna la maggior parte dei nostri figli studia, lavora, si occupa di volontariato, si diverte con la testa sopra le spalle, più semplicemente sono figli di quelle famiglie dove l'educazione e il controllo dei figli è il primo diritto/dovere dei genitori.
La scuola deve ritornare al tempo degli insegnanti-educatori, se consideriamo che i nostri figli passano più ore a scuola di quanto ne trascorrono con i genitori a casa. Allora vi deve essere una sinergia fra genitori e insegnanti e non conflittualità fra le parti; spesso sentiamo che dei genitori si sono scagliati contro la scuola e contro gli insegnanti perché i loro figli sono stati rimproverati o puniti, mi chiedo chi educa gli educatori (genitori e insegnanti)? Forse mancano gli stimoli per gli insegnanti, ma, sicuramente, manca il controllo dei genitori verso i figli; la famiglia, molto spesso, impegnata dal lavoro, dalla carriera o peggio dalla povertà e dall'ignoranza demanda ad altri l'educazione dei figli; mi sembra strano che non ci si accorga che un figlio è in possesso di armi proprie e improprie, vessilli con insegne estremiste e che tutte le domeniche possa andare d'avanti ad uno stadio a picchiare gente, forse solo per noia o forse per dimostrare la propria superiorità, e nessuno sa niente. Verona deve dare un segnale forte perché sono stati i nostri figli a commettere una cosa atroce, siamo strati noi, impegnati a dare tutte le colpe agli stranieri, ai diversi, di diversi colori, per poi accorgerci che i "mostri" erano i nostri figli. Dalle famiglie quindi, oppure dai modelli sbagliati di vita imposti dalla televisione, od invero da quello che dovrebbe essere il cuore stesso dell'espressione democratica e dell'esempio sociale, e cioè dal nostro parlamento, il messaggio che esce è proprio che per fare fortuna occorre praticare il disprezzo delle regole? Forse da tutte queste sorgenti, ma è inutile perdersi in queste elucubrazioni, in quanto l’urgenza impone di procedere allo sradicamento di queste convinzioni e di questo modo di avvicinarsi alla vita, pena l'accettazione di un futuro da far west. Occorre insegnare, a cominciare dai bambini in età scolare, che non esiste diritto senza dovere, che la propria libertà non può prescindere dall'altrui diritto, che sono le idee ad imporsi e non la violenza, e chi predica violenza, prepotenza e sopraffazione è un debole, un diverso che va emarginato, e soprattutto che non esiste un modo semplice per fare soldi ed avere successo, se non attraverso il rispetto delle regole. Chi non rispetta le regole deve essere tagliato fuori. Per fare ciò è fondamentale un ricambio radicale della nostra classe politica, attraverso la questione morale ed etica, perché non è pensabile imporre il rispetto delle regole se chi ha il compito di farle rispettare è il primo ad infrangerle. Se non si riesce ad inculcare questo messaggio alle nuove generazioni il concetto di società civile è destinato a sparire.