Sardinia

Crocifisso si, crocifisso no.....


 
Con la sentenza che dice no alla presenza del Crocifisso a scuola, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha paradossalmente negato se stessa, in quanto ha calpestato il più alto, il più sacro, il più intimo, il più inviolabile dei diritti umani: quello della libertà interiore. Dico libertà interiore, ancor prima che religiosa, perché alzare gli occhi alla parete dove sta appeso quel Simbolo per rivolgergli una rapida preghiera, un'invocazione, una supplica, un ringraziamento, fa parte della più elementare e vitale libertà: quella di coscienza.Ora i giudici europei in nome di una presunta violazione dei diritti di una minoranza appartenente ad altre religioni e di una minoranza politica tanto esigua da essere ormai quasi inesistente, negano il diritto della pressoché totale maggioranza dei cittadini italiani di conservare nelle aule il Simbolo della nostra millenaria fede, delle nostre più profonde radici, della nostra basilare e viscerale esigenza di libertà interiore, affermando che lo Stato è tenuto a conformarsi alla neutralità confessionale nell'ambito dell'educazione pubblica "al fine di accrescere la capacità degli alunni a pensare criticamente". Inoltre, la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche sarebbe inoltre "una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni".L’Italia si divide per l’ennesima volta in due schieramenti dalle idee contrapposte. Questa decisione ha fatto esplodere l'ennesima improduttiva polemica. Durissime le prime reazioni, soprattutto nel centrodestra tra i cattolici. La Cei e il Vaticano attaccano. Più cauto il neosegretario del Pd Pier Luigi Bersani, ma la sinistra esprime il suo parere favorevole nella rassegna stampa di Uno Mattina, Paolo Ferrerò, l'esponente di uno dei tanti partiti comunisti ha affermato che la sentenza che toglie i Crocefissi è giusta e ci voleva, un segnale di laicità che andrebbe applicato a tutti simboli religiosi (cristiani ma non musulmani, è una questione di cultura). Dimenticando tutti quei docenti che usano la cattedra come un pulpito da usare a proprio piacimento dal quale indottrinare i futuri elettori. Quella è una propaganda elettorale bella e buona, diretta e mirata. Non è forse il voler inculcare certe ideologie anche una sorta di catechesi laica?Gli sdegnati cattolici italiani che hanno dimenticato Il significato autentico della pratica religiosa e non considerano più il crocifisso come un simbolo religioso, ma lo usano come un amuleto svuotato di ogni senso di solidarietà e fratellanza, non devono scandalizzarsi più di tanto ma riflettere e rammentare che noi stacchiamo Cristo dalla Croce tutti i giorni. Quando allontaniamo dalla scuola un nostro simile ritenendolo diverso. Quando volgiamo lo sguardo per non guardare gli umili occhi di un debole che chiede aiuto. Quando non insegniamo a nostro figlio a cedere il posto a una donna incinta, anche se è nera, cinese o se indossa lo chador. Strappiamo Cristo dalla Croce tutti i giorni. Quando accettiamo che in nostro nome vengano abbandonati in mare o re-spinti i disperati. Quando per difendere radici cristiane, vengo meno all'insegnamento cristiano. Quando concediamo la nostra fiducia a chi per primo tradisce i principi e i valori che predica. Gettiamo Cristo nel fango tutti i giorni. Quando scriviamo sulle fibbie dei nostri soldati "Gott mit uns" (Dio è con noi). Quando, coscienti dei nostri peccati, scagliamo la prima pietra. Quando all'amore che dovrebbe governare le coscienze, sovrapponiamo il valore materiale e il denaro. Quando incolpiamo giudici lontani di costringerci a togliere un crocifisso da una parete da qualche tempo spoglia.