Sardinia

Banche, la Lega stia lontana.


 
Dopo le elezioni regionali, ove la Lega ha ottenuto un buon risultato, Umberto Bossi tuona: “A noi gli istituti di credito, il popolo ce lo chiede”. Insomma vuole portare i suoi uomini nelle banche del nord. «Chi è intelligente ha capito che abbiamo vinto tutto, fatalmente ci toccherà una fetta delle banche», dichiarava qualche giorno fa ai giornali. Mi sembra una buona idea. Ricordiamo il grande successo di CrediEuroNord, la banca della Lega che nacque nel 2000 per servire i lavoratori del Nord. Nelle idee dei fondatori, primo fra tutti Umberto Bossi. Credieuronord doveva servire soprattutto il popolo padano: famiglie, artigiani, agricoltori, piccoli imprenditori. «Anch’io sono socio fondatore. E tu?», occhieggiava il Senatur nei cartelloni pubblicitari di allora con i quali tappezzò le città del Nord. Perché, secondo la politica leghista di allora, le banche esistenti facevano parte del sistema nazionale e come tali erano da combattere in chiave autonomista come tutto ciò che profumava di tricolore. Credieuronord doveva dunque essere la banca padana. Anche allora in molti ci avevano creduto: leghisti tesserati e simpatizzanti, circa 3.400 in tutto il Nord, dei quali quasi 400 veneti che comprarono migliaia di quote. Bastavano 25 euro per diventare soci. Ma c’erano finanziatori che sborsarono decine di migliaia di euro. Ma la nuova creatura non durò abbastanza. Nel 2001 il primo rosso, nel 2002 la ricapitalizzazione, nel 2003 una nuova iniezione di capitale, nel 2004 la chiusura delle prime e uniche tre filiali che riuscirono a vedere la luce: Milano, Brescia e Treviso. La banca della Lega crollò dopo 4 anni, dopo aver bruciato circa 15 milioni di euro in pochi anni e fu "salvata" dal Lindo Fiorani che l’ acquistò nel 2004 portandone i debiti alla Popolare di Lodi, con la benedizione dell'integerrima Banca d’Italia. Oggi che ha più potere che fa, manda a bagno anche le altre banche?