toposeduto

TESTIMONIANZA DIRETTA DI CHI LO HA CONOSCIUTO


Amilcare era un ragazzo di trent'anni. Faceva cose strane per stupire la gente, come aprire una bottiglia di birra con il manico di una forchetta oppure lanciava in aria una sigaretta e la prendeva al volo con le labbra, dalla parte giusta del filtro.Spesso era ubriaco, triste e loquacissimo. Allora mostrava piccoli pezzi di hashish alle persone che aveva a fianco e li invitava a fumare con lui.Certe volte diventava violento ed aggressivo. Era per questo, diceva lui, che si portava sempre appresso lo stupefacente: per calmarsi.Conosceva tanta gente. Era sicuro di non piacere alle donne e ne era molto rammaricato.Vestiva in modo dignitoso ed era approssimativamente pulito, per quanto puliti si possa essere con un paio di docce a settimana.Seguiva attentamente il calcio, di cui era stato, dicevano, un ottimo giocatore. Tifava la Lazio, anche se allo stadio non ci andava più da quando aveva compiuto vent'anni.Aveva la patente ma i suoi amici lo avevano visto molto di rado al volante.Litigava sempre con la madre e i suoi fratelli e certe volte anche con il padre. Sebbene quello fosse il modo che lui aveva di parlare quando le cose gli stavano a cuore.Amava viaggiare ma una fottuta paura dell'aeroplano lo costringeva a imbottirsi di calmanti, o, a seconda del caso, di servirsi di altri mezzi di locomozione.Di politica parlava molto poco. E molto poco anche di letteratura.Era un cuoco formidabile e aveva spesso gente a cena.