Top Quality Antology

Gli editori di sé stessi


Gli editori di sé stessiarticolo scritto da AxumLa televisione dona gioie e dolori quotidiani. L’informazione in forma di cronaca, la pubblicità e la politica prendono una fetta considerevole. Appresso abbiamo l’intrattenimento, la rivista e le fiction. Il popolo del Web dava origine, tempo fa, ai primi bagliori della libera espressione attraverso i blog. Avvenne così il benvenuto distacco dagli antichi legami che pretendevano il filtraggio di qualsiasi testo che concretizzasse un cosiddetto “articolo pubblicabile”. Dapprima gli editori tentavano di condizionare il pensiero e l’espressione propria dello scrivente. Non di meno, chiunque non appartenesse ad un albo professionale, era costretto a riporre il pensiero nel buio di un cassetto oppure in un file destinato all’oblio.Un bel giorno, al risveglio, abbiamo scoperto che “Mario Rossi” aveva scritto nel suo blog la storia della sua vita. Mario ne sentiva la necessità; non gli importava cosa avrebbero detto i lettori. La sua era una sorta di ribellione a quel buio in cui il suo pensiero era relegato. Il signor Rossi non avrebbe mai potuto esprimerlo di getto e non avrebbe avuto alcuna possibilità per una pubblicazione immediata. Avvenne una sorta di salto in lungo: lo scavalcamento della sabbia che sta tra chi scrive e chi ne decide la pubblicazione. Mario, ancor oggi non è un letterato né un bravo conoscitore della lingua italiana, tuttavia quel giorno la sua voce giunse a molte persone in pochi attimi. Non commise errori in fatto di leggi ed espresse il suo diritto alla libertà di comunicare i sentimenti e gli avvenimenti del suo mondo.C’è chi pensa che la macchina Internet sorregga una rete fatta di umana astrazione e di filmati indecenti. In parte pensa bene ma non sa che nel Web nascono talenti ogni giorno. Nascono perché le persone possono esprimere l’arte che nessun editore ufficiale prenderebbe in considerazione. L’artista disdegna i compromessi e si nutre di pubblico. Quale pianeta migliore di Internet, la macchina che dà origine al Web, per chi non cerca compensi bensì un po’ di umano apprezzamento?È forse il pianeta degli artisti? Noi pensiamo di no. Tuttavia è il pianeta in cui la libertà non è anarchia né sopraffazione; non ci sono dipendenti né detentori di potere. Allora è forse il pianeta delle meraviglie? Risponderemmo ancora: no. È un mondo parallelo in cui possiamo esprimerci in piena libertà, sia che strimpelliamo uno strumento, sia che scribacchiamo con fatica, e sia che dipingiamo alla stregua dei bimbi della scuola primaria. Non facciamo altro che proiettare il nostro mondo all’esterno, a persone di cui non conosciamo nemmeno l’identità. Nel profondo dell’anima di un artista c’è un solo desiderio: esprimersi.Le fan fiction sono diventate un luogo mentale in cui esercitiamo la libertà di narrazione. Possiamo scrivere male, possiamo farlo bene ma… possiamo. A sudor finito, mostriamo i lavori a centinaia di persone in un solo attimo. I lettori ci faranno quel che desiderano; potranno osannarci oppure consigliarci l’ippica come sport principale. Lo scrittore non perderà né vincerà, ma avrà esaudito il suo grande desiderio: mostrare il proprio pensiero, la propria visione, a chiunque ne venga a contatto.La fan fiction è un connubio lungimirante del racconto commisto alla sceneggiatura. Ne siamo figli naturali poiché siamo nati alla luce di un televisore, a volte letteralmente, se pensiamo ai monitor video di una sala parto. La fan fiction lascia emergere il talento innato in quelle persone che adorano la lettura come la scrittura.Sebbene ogni disciplina abbia le sue regole precise e ineludibili, lo scrittore di fan fiction si sforza, giorno dopo giorno, al miglioramento della tecnica. Impara, attraverso le critiche indiscriminate, i luoghi in cui dovrà acquisire la scorrevolezza, quelli in cui le parole dovranno trasformarsi in immagini, e il “come” catturare il lettore. Dunque non ci sono soltanto i cacciatori di talento; esistono talenti che catturano il pubblico in piena libertà d’azione. Così come avveniva un paio di secoli addietro, lo scrittore di fan fiction accetta gli allori, così come i pomodori. Lo fa perché è un duro, una persona tenace, che tiene al successo e sostiene le proprie capacità artistiche.Per costruire il tessuto di una fan fiction occorrono pochi strumenti: una persona motivata, immaginazione, scrittura scorrevole e conoscenza profonda dei personaggi in cui chi scrive s’incarna. Perché negarsi la tentazione di provare?