La procura di Torino sdogana il burqa. Quell’abito che appartiene alle tradizioni di alcuni Paesi islamici si può portare anche in luogo pubblico perché, pur nascondendo del tutto le fattezze di chi lo indossa, non viola la legge Reale. A condizione, naturalmente, che in caso di controlli da parte delle autorità ci si scopra almeno il volto.Così il pm Paolo Borgna motiva la richiesta di archiviazione di un fascicolo che riguarda una signora egiziana residente a Chivasso (Torino). Se la donna indossa il burqa è «in ossequio, secondo un’interpretazione diffusa, ai principi della religione islamica». E allora bisogna riconoscerle il diritto costituzionale di «manifestare in qualsiasi forma, anche attraverso la propria immagine esteriore, la propria fede e la propria appartenenza religiosa».Non è la prima volta che la procura subalpina si occupa di questa signora. A Chivasso abita un geometra che da tempo sommerge di esposti e segnalazioni i carabinieri sulla concittadina che circola, dice, «con un sudario scuro» o con la «bacucchina». Ma l’egiziana, secondo la procura, non può essere incriminata perchè non può essere accomunata a un teppista in passamontagna: alle forze dell’ordine che le chiedono i documenti mostra tranquillamente il viso, e quando le è capitato di andare in ospedale ha alzato il velo senza problemi già in sala d’aspetto.
Free Burqa
La procura di Torino sdogana il burqa. Quell’abito che appartiene alle tradizioni di alcuni Paesi islamici si può portare anche in luogo pubblico perché, pur nascondendo del tutto le fattezze di chi lo indossa, non viola la legge Reale. A condizione, naturalmente, che in caso di controlli da parte delle autorità ci si scopra almeno il volto.Così il pm Paolo Borgna motiva la richiesta di archiviazione di un fascicolo che riguarda una signora egiziana residente a Chivasso (Torino). Se la donna indossa il burqa è «in ossequio, secondo un’interpretazione diffusa, ai principi della religione islamica». E allora bisogna riconoscerle il diritto costituzionale di «manifestare in qualsiasi forma, anche attraverso la propria immagine esteriore, la propria fede e la propria appartenenza religiosa».Non è la prima volta che la procura subalpina si occupa di questa signora. A Chivasso abita un geometra che da tempo sommerge di esposti e segnalazioni i carabinieri sulla concittadina che circola, dice, «con un sudario scuro» o con la «bacucchina». Ma l’egiziana, secondo la procura, non può essere incriminata perchè non può essere accomunata a un teppista in passamontagna: alle forze dell’ordine che le chiedono i documenti mostra tranquillamente il viso, e quando le è capitato di andare in ospedale ha alzato il velo senza problemi già in sala d’aspetto.