LinkedIn, Facebook e Twitter sono diventati strumenti determinanti per la selezione del personale da parte delle aziende. Un nuovo rapporto di Jobvite, piattaforma per il recruiting attraverso il web, evidenzia come ormai il 92% delle imprese utilizza, o prevede di farlo già nel 2012, i social network per trovare collaboratori contro il 78% di cinque anni fa.L'indagine, giunta alla sua quinta edizione, è stata condotta nel mese di giugno intervistando circa 1000 tra professionisti e responsabili delle risorse umane di imprese, in grandissima parte statunitensi, di diversi settori. LinkedIn, servizio di punta per la gestione online delle relazioni lavorative, continua ad essere il principale canale ma Facebook e Twitter hanno registrato il maggiore sviluppo. La creatura di Zuckerberg ha avuto il balzo in avanti più consistente crescendo di 11 punti in percentuale in confronto all'anno passato. Due terzi delle aziende recluta dipendenti attraverso Facebook e più della metà (54%) usa Twitter per cercare nuovi talenti, monitorando il contenuto dei tweet dei vari candidati. Dal rapporto di Jobvite emerge infatti come i futuri datori di lavoro controllino in modo sistematico l'attività svolta sui social network. Spesso si guarda anche il profilo inserito dagli iscritti prestando attenzione a riferimenti a droghe illecite, a consumo di sostanze alcoliche e persino ad errori di grammatica verso cui i selezionatori interpellati affermano di reagire negativamente. Provocano disapprovazione, inoltre, quei post che includono parolacce, turpiloqui e messaggi espliciti a sfondo sessuale. Piace, al contrario, vedere le persone impegnate in associazioni di volontariato e senza scopo di lucro o appartenere ad organizzazione professionali mentre si tende ad avere un atteggiamento di neutralità di fronte ad opinioni politiche o ad inclinazioni religiose.
Reti per pesca a strascico e neanche di tonni
LinkedIn, Facebook e Twitter sono diventati strumenti determinanti per la selezione del personale da parte delle aziende. Un nuovo rapporto di Jobvite, piattaforma per il recruiting attraverso il web, evidenzia come ormai il 92% delle imprese utilizza, o prevede di farlo già nel 2012, i social network per trovare collaboratori contro il 78% di cinque anni fa.L'indagine, giunta alla sua quinta edizione, è stata condotta nel mese di giugno intervistando circa 1000 tra professionisti e responsabili delle risorse umane di imprese, in grandissima parte statunitensi, di diversi settori. LinkedIn, servizio di punta per la gestione online delle relazioni lavorative, continua ad essere il principale canale ma Facebook e Twitter hanno registrato il maggiore sviluppo. La creatura di Zuckerberg ha avuto il balzo in avanti più consistente crescendo di 11 punti in percentuale in confronto all'anno passato. Due terzi delle aziende recluta dipendenti attraverso Facebook e più della metà (54%) usa Twitter per cercare nuovi talenti, monitorando il contenuto dei tweet dei vari candidati. Dal rapporto di Jobvite emerge infatti come i futuri datori di lavoro controllino in modo sistematico l'attività svolta sui social network. Spesso si guarda anche il profilo inserito dagli iscritti prestando attenzione a riferimenti a droghe illecite, a consumo di sostanze alcoliche e persino ad errori di grammatica verso cui i selezionatori interpellati affermano di reagire negativamente. Provocano disapprovazione, inoltre, quei post che includono parolacce, turpiloqui e messaggi espliciti a sfondo sessuale. Piace, al contrario, vedere le persone impegnate in associazioni di volontariato e senza scopo di lucro o appartenere ad organizzazione professionali mentre si tende ad avere un atteggiamento di neutralità di fronte ad opinioni politiche o ad inclinazioni religiose.