TorineggiandO

Il circo della tristezza


Rlleggevo la notizia strappalacrime della giraffa che a Imola ha tentato la fuga, forse credendo di passare inosservata...ma è stata, chissà come, notata e siringata con un fucile da caccia grossa. Non ha retto lo stress ed è schiattata, speriamo, senza particolari sofferenze. Oltre a quelle già patite al circo. Non ultima la visione credo quotidiana di Moira Orfei, che spezzerebbe le vene ai polsi anche di un Plesiosauro.
La notizia riapre un dibattito, mai chiuso, sull'opportunità di tenere in vita circa un centinaio di circhi con animali, comprese mostre faunistiche itineranti e i circhi acquatici.Gli animali sarebbero più di 2.000, tra cui più di 400 equidi (per la maggioranza cavalli, ma anche pony e asini) e circa 50 zebre. Risultano anche un’ottantina di bovidi vari tra cui una decina di bisonti. E poi circa 140 tra cammelli e dromedari, 9 giraffe, una sessantina di lama, 6 rinoceronti, più di 20 ippopotami, più di 50 elefanti, una decina di orsi, 8 scimmie, circa 160 tigri, circa 60 tra leoni ed altri felini.40 tra struzzi, emù, etc., circa 350 volatili (la maggioranza pappagalli, ma anche rapaci notturni e avvoltoi), più di 100 cani, una ventina di mammiferi marini (otarie, etc.), circa 60 pinguini, circa 400 rettili, tra cui 250 serpenti (prevalentemente pitoni, boa e anaconde) e 50 tra coccodrilli e alligatori, più di 200 i pesci stimati, in gran numero piranha.A me il circo ha sempre messo tristezza ed anche un velato senso d'angoscia fantozziana, ovvero la paura di essere scelto tra 100 altri bambini dal classico clown triste, per essere trasportato in mezzo alla pista a fare la vittima.Il circo, ormai, ha senso al livello del Cirque Du Soleil o delle grandi scuole circensi russe o cinesi. Dove l'abilità degli acrobati o dei giocolieri regalano vero stupore. Ma si tratta appunto di scuole professionali dove ore ed ore di allenamento producono acrobazie parificabili ad un attivi sportiva di tipo professionale.La visione degli animali, seppure dal vivo, non risponde più all'esigenza di mostrare ai bambini qualcosa che mai avrebbero potuto avere la possibilità di vedere.Fra documentari iperrealistici in alta definizione e l'accesso praticamente illimitato ad internet, la scusa non regge più.L'unica vera crudele necessità di mantenere in vita i circhi è l'opportunità, rara per chi non ha animali in casa, di vedere un animale morire di tristezza o di vecchiaia.Cose che succedono nella savana, ma senza gi spettatori intorno.