TorineggiandO

Torna Dallas, a breve anche Portobello


Sono sinceramente tra lo spaventato e il depresso...quando si comincia a fare i remake di trasmissioni che ho avuto occasione di vedere in diretta nella mia adolescenza rimangono due strade aperte.O si prende coscienza del passaggio del tempo e dell'incurabile Sindrome di Peter Pan della quale non vogliamo disfarci: e la cosa potrebbe anche avere senso, se considerate che la prima puntata di Dallas apparve in Italia nel 1981, cioè all'alba dei miei 15 anni.O si rifiuta la prima, disgustosa, ipotesi e ci si focalizza sulla pochezza di un media come la televisione, e non parlo solo di quella italiana, che non riesce a far altro che replicare se stessa, nella speranza di conquistare una fetta di pubblico invecchiata con i programmi e per naturale selezione, sempre più esigua.Rivedere Dallas oggi. Con J.R. che già sembrava una statua di Madame Tussaud allora, Bobby Ewing che ti aspettavi da un momento all'altro che riidiventasse l'Uomo di Atlantide, e la perfida Sue Ellen, che andrebbe deportata anche solo per aver ispirato in alcuni dementi italiani l'idea di chiamare una figlia Suelle.A questi si aggiungono le nuove generazioni ma il copione è sempre lo stesso: la lotta per il petrolio e per il suo sfruttamento. Una cosa che poteva avere senso 30 anni fa ma che adesso è completamente fuori tempo.Oggi tutti hanno capito che il prezzo del petrolio non dipende da quante porcate è in grado di mettere in piedi JR, ma piuttosto dai capriccetti di quattro o cinque emiri o, anche peggio, dai giochetti di tre o quattro petrolieri nemmeno arabi.Ma tant'è. Piuttosto che niente meglio piuttosto, come si dice da queste parti.