TorineggiandO

Melting Pot


Goran, sale sul 56 all'ora di punta con le infradito ai piedi e spera che non gli pestino i calli. Continua a trastullarsi il batacchio e poi con grande nonchalanche sposta la mano dal pacco alle maniglie dell'autobus e da lì all'esplorazione delle narici e via andare, che il viaggio è lungo ed i posti da esplorare molti.Destiny, Hamidah, Latifah e Balaraba salgono in stazione: due bionde e due more, quattro parrucche. Si parlano in Pidgin English, quella leggiadra lingua franca panafricana con dentro parole in inglese, in francese e swahili, e tutte le parolacce in italiano. Si parlano come fossero a 50 metri di distanza di tinture per capelli ma sono racchiuse in mezzo metro quadro.Lucianita e Gonzalo hanno il giorno libero oggi. Niente pulizie, niente si signora grazie signora. Programma: cinema e gelato e stasera alla Pellerina per l'asado. E' lì che si sono conosciuti, è lì che hanno fatto la festa di fidanzamento ed è lì che faranno la festa di matrimonio. Birra e carne alla griglia, musica latina di quella giusta, balli botte e bella gente.Ahmed cerca di far piano per non svegliare Alì. Ha solo 5 anni e deve andare a scuola. Ha ancora un paio d'ore di sonno. Lui invece è già in ritardo per i mercati generali e spera che Suleiman gli abbia tenuto il posto per il carico dei camion di porta palazzo, sono dieci euro per due ore di lavoro. Il pranzo per la famiglia. Per la cena dovrà macinare qualche chilometro a vendere pashmine ed accendini.Hu guarda il muro davanti allo stanzone che chiama casa. E' di cemento ed è alto 4 metri ma le punte dei pioppi si vedono comunque. Si ricorda del nonno Chang che gli parlava della grande muraglia e di come da piccolo andavano a rubare le pietre per riparare casa loro. E pensa che il mondo è pieno di muri, ma non capisce perchè.Paula si toglie la parrucca e si strucca e ritorna ad essere Paulinho. La nottata è stata lunga ed umida come certe notti in Brasile e non riuscirà mai ad abituarsi ai tacchi alti. Si ferma a prendere un cappuccino ed un croissant. Non importa che lo guardino male di giorno, finchè alla notte si fermano con la macchina a chiedere. Ma agli sguardi non si fa il callo e trangugia in fretta la colazione per poter andare a dormire.Sul vetro della fermata c'è un poster di una discoteca rumena in periferia e a Boris si segna il numero per portarci Irina, mentre appiccica il suo foglietto nel quale si offre per piccoli e grandi lavori domestici. Ce n'è tanto di lavoro qui, sembra che non ci sia più nessuno capace a dare il bianco ad una parete, buon per lui, naturalmente.Sull'autobus la telecom annuncia tariffe nuove per telefonare in marocco ed in bulgaria e sul 4 ieri mattina ero l'unico italiano alle 7 di mattina. Quasi mi vergognavo. Poi è salito uno ed inciampandosi nella borsa ha lanciato un "Boia Faus!".Era calabrese. Lo so perchè s'è seduto vicino ad uno e hanno cominciato a parlare come fossero al bar a Locri.L'ultimo avvistamento di un torinese risale agli anni 70 e dalla foto sfuocata si capisce che anche lui veniva da fuori, almeno da Rivoli.