TorineggiandO

Mignonne (cit.)


Riporto un post apparso su un blog torinese, connesso alla Stampa. L'autrice è Sara Matteodo.Non amo usare parole non mie: ma non avrei saputo trovarne di migliori in cento, mille anni.
Le bambine che appaiono nelle immagini delle pubblicità di moda sembrano mignotte. Mignotte mignonne. Sia detto con affetto e sapendo che non è bello a leggersi, ma è così: le bambine modelle mi fanno paura. Piccole Barbie con trucco e parrucco da vamp, capelli dai ricci artificiali e biondi di colpi di sole. Vestiti da bamboline di porcellana addosso a dive in formato pocket, che ammiccano al fotografo da sotto al rimmel. Le labbra di un rosa vivo innaturale, quando non decisamente carminio. Le guance rosse di fard invece che di una corsa tra l'erba.
Gambine inguainate in collant a rombi, infilati in scarpe lucide i vernice, invece che guarnite di ginocchia sbucciate e qualche piccolo livido d'ordinanza. Sorridono, talvolta, ma per lo più fissano decise l'obiettivo, tristi e contrite come donne in carriera al coffee break di un briefing, e tengono in mano improbabili borsette mignonne. Pure loro. Già stanche, sembrano, arse come modelline scheletriche, che bamboleggiano con chi le immortala in pose improbabili.
Quale madre vorrebbe mai trovarsi a dover mettere a letto una di queste inquietanti creature, con il viso di Shirley Temple e lo sguardo di Amy Winehouse? Anche quando hanno vestitini romantici, orlati di pizzo, o un orso di pezza in mano, anche quando sorridono con gli occhi tra i boccoli, anche quando il trucco è leggero. Anche in quei casi, nove volte su dieci, queste immagini mi riportano - mio malgrado - alle foto della Miss di turno, lucida di rossetto e di fard, mostrata dai telegiornali, dopo che la Miss, bellissima, è finita male da qualche parte.Nota: i volti delle bambine sono stati parzialmente coperti perchè lo scopo non è quello di mostrare delle bambine in quanto persone, quanto quello di comprovare gli atteggiamenti di cui si parla nel post.