TorineggiandO

Lo sapevate che...


Lo sapevate che Torino è l'unica città italiana gemellata con Gaza? E per par condicio anche con una città israeliana, Haifa. Cosa rende possibile questo?Significa che solo a Torino può succedere che 5000 arabi di tutte le nazioni arabe riescano ad ammassarsi sotto i balconi del Municipio per chiedere al sindaco, non al segretario dell'Onu, ma al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, di fare qualcosa per fermare il genocidio che si sta compiendo nella Striscia di Gaza.Sono da condannare le bandiere di Israele date alle fiamme, simboli di odio nei confronti di chi, con il basso livello di informazione presente nell'opinione pubblica, sembra essere l'unico colpevole dell'eccidio. Cosa che naturalmente non è.Ma deve far riflettere il fatto che una comunità variegata come quella musulmana, dalle mille sfumature religiose e politiche, si riunisca sotto un'unica bandiera per chiedere non ad un loro Imam, ma ad un rappresentante dello Stato Italiano di fare qualcosa di concreto.E la risposta del Sindaco non s'è fatta attendere: Torino si appresta ad ospitare nei suoi ospedali e centri di ricovero i bambini di Gaza che necessitino di cure particolari o di operazioni particolarmente complesse.
E' poco lo so. Ma cosa può fare una sola città, con tutti i suoi problemi, quando lo stato a cui appartiene continua a tergiversare nel tentativo di non inimicarsi i potenti del mondo.Mentre i Grandi giocano a scacchi, i bambini muoiono. Proprio quei bambini che rappresentano la speranza della fine dei tormenti in quella travagliata parte del pianeta. Non sarebbe giusto che in quella zona rimanessero a giocare solo bambini israeliani, non credete?E così, ancora una volta, dopo l'abbraccio al Dalai Lama, inviso dalla politica italiana, il Comune di Torino fa un piccolo passo politico di rottura. Perchè accade questo, vi chiederete?Perchè in una città multietnica come la nostra, che è da sempre una frontiera per l'immigrazione, prima interna e poi esterna, il dialogo e l'attenzione verso le persone come individui e non come rappresentanti di ideologie è la base per lo sviluppo di una convivenza civile.Che è inevitabile, cacciatevelo bene in testa. Inevitabile. Inevitabile. Inevitabile.