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Idee Confuse su Torino


Arriva per visitare una mostra, ammirare i grandi viali e parchi che si stagliano tra gli antichi palazzi memori di tante vicende storiche, assaporare i gusti tipici locali  e sorseggiare un drink con un leggero sottofondo jazz nella suggestiva cornice del Quadrilatero. Stiamo parlando del turista «one day», la nuova frontiera da esplorare per gli operatori del settore: perchè se è vero che il 35% dei visitatori si ferma due notti e i soggiorni sono in media brevi, a seconda dei periodi le escursioni di solamente un giorno possono rappresentare anche un terzo delle presenze di visitatori. È quanto emerso dalla ricerca «Turisti e cultura a Torino», presentata nei giorni scorsi da Torino Incontra, in cui un’appendice specifica si concentra sulle gite giornaliere a musei e dimore sabaude. Pare che il turista "one day" sia inafferrabile con le indagini tradizionali, appoggiate dagli alberghi, e per lo più ignorato da quelle sui visitatori delle attrazioni turistiche, che in ogni caso non potrebbero darne una stima quantitativa complessiva. L’indagine si è perciò concentrata sui visitatori di due soli luoghi, il Museo del Cinema in periodo natalizio e la Reggia di Venaria ad agosto 2008, prime di una serie di interviste sistematiche a spettatori di grandi mostre, eventi sportivi, musei.  Il voto medio che i «turisti per un giorno» danno alle attrazioni torinesi è 8, mentre più dell’85% mostra una grande propensione a tornare. Criticate, invece, l'offerta enogastronomica, poco economica nei locali del centro, e il trasporto pubblico cittadino, troppo spesso disorganizzato tanto da lasciare spaesato chi deve orientarsi all'interno della città. Per la sua limitata disponibilità di tempo e per il suo grande interesse nei confronti della città, il turista «one-day» rappresenta un'importante sfida per gli operatori turistici del settore, che, dovrebbero proporre pacchetti appositi per un giorno, offrire soluzioni alimentari e ricreative economiche e di qualità, e privilegiare i beni culturali modernamente organizzati. Creare, quindi, soluzioni che accostino un contenuto culturale di alto livello ad agevolazioni di natura logistica (trasporti, servizi, bar).Suggerimenti necessari anche per aumentare la propensione a spendere, perchè la gita «toccata e fuga» è spesso anche un modo di risparmiare. Quasi tutti i turisti, infatti, lasciano a Torino meno di cento euro in cambio di un inestimabile patrimonio culturale a loro disposizione.
Questo è esattamente quello che fanno le agenzie di viaggio torinesi che si occupano di incoming. E nel momento in cui lo fanno si beccano le critiche delle associazioni alberghiere che da questo tipo di turismo non traggono alcun beneficio.La gestione turistica della città, che non nasce con una vocazione turistica ma ha dovuto crearsela negli ultimi 10 anni, è abbastanza raffazzonata e comunque in mano a pochi eletti. Che probabilmente sono quelli che hanno generato nella Stampa la necessità di un simile articolo.Torino è stata per anni meta di turismo giornaliero da parte dei francesi, che piuttosto che spendere un euro si portavano anche l'acqua del rubinetto da casa. E non ci andava bene. Ora che diventa necessario massimizzare l'onda lunga della notorietà della città post-olimpica, ci vanno bene anche i turisti mordi e fuggi.Beh, cari amici non torinesi, mettetevi l'anima in pace.Torino non è visitabile in un solo giorno. Ne servono almeno tre e questi tre giorni sono l'aperitivo, che vi farà venire solo una gran voglia di ritornare.Torino, non è Milano. Per intenderci.