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Fede nella Rete


Il libro di preghiera quotidiana codificato nei secoli dalla Chiesa cattolica riceve adesso una nuova vita sul touchscreen. In pratica si tratta di un’applicazione da 800 Kb che, tramite la connessione dell’iPhone o iPod Touch, scarica le preghiere del giorno salvandole nel dispositivo e rendendole disponibili agli utenti. L’idea di usare l’iPhone per aiutare a pregare i "credenti digitali" è di don Paolo Padrini, un sacerdote della diocesi di Tortona (AL) appassionato di tecnologia, che anima il frequentatissimo blog «Passi nel deserto».
«Mi occupo all’interno della Chiesa di comunicazione e new media, ed è stato per me naturale progettare questo nuovo strumento di preghiera», dice don Paolo. «Credo che con l’arrivo dell’iPhone la comunicazione abbia voltato pagina, e mi è sembrato interessante usare questa piattaforma per partire con il mio progetto». Il passo successivo sarà quello di rendere disponibile l’applicazione anche ai concorrenti dell’iPhone, come il G1 di Google. Per concretizzare la sua intuizione, don Paolo ha chiesto una mano a Dimitri Giani, giovane sviluppatore di Calci (Pisa), che spiega: «iBreviary permetterà al credente di pregare con semplicità, attraverso un’interfaccia intuitiva. Ogni giorno, collegandosi con l’iPhone, verranno immediatamente proposte le preghiere quotidiane, suddivise secondo l’ordine tradizionale del Breviario». L’idea, lanciata pochi giorni fa, sta avendo molto successo. Secondo don Paolo, infatti, «c’è bisogno di momenti di riflessione, privati, come solo la preghiera può dare». E sono molti i giovani che hanno già scaricato l’iBreviary. «Mi ha fatto particolarmente piacere - racconta - il commento di un utente, che pur dichiarandosi non credente mi ha detto che si tratta di uno strumento bello e significativo». Presto don Paolo integrerà la sua creatura con versioni in altre lingue (inglese, spagnolo e, naturalmente, latino); vorrebbe anche inserire altre preghiere (come il Rosario) e Canti gregoriani in italiano, da poter ascoltare insieme o in alternativa alla preghiera recitata.Nelle mie reminiscenze cattoliche, ricordo che la parola Chiesa significa "Assemblea", che dalle mie parti significa trovarsi tutti insieme in un luogo per condividere un'idea, un percorso, una visione.Ecco, questo posto deve essere fisico, non può essere virtuale. E non è il progresso che aiuta la fede. E' solo il marketing della Chiesa che sta cercando nuovi consumatori.Esiste l'inferno per questo genere di attività fraudolente.