IL CAVALIER SERPENTE Perfidie di Stefano Torossi 13 agosto 2012 RIFLESSIONI AGOSTANE - DUE Collezionismo, mistero insondabile. Il primo giugno si è inaugurata al Parco della Musica una mostra intitolata "Grandi fotografi a 33 giri". Si tratta ovviamente di copertine di vecchi LP (dalla collezione di Stefano dello Schiavo) che all'epoca offrivano un perfetto spazio per invenzioni grafiche, fotografiche e pittoriche. C'erano addirittura quelle che si aprivano in tre. Trittici innalzati sull'altare del rock. Altra cosa dai miserelli CD di adesso. La mostra è abbastanza interessante, le foto, belle, ci riportano a quando gli LP non erano roba da antiquariato, ma oggetti di uso comune. Quello dei vecchi vinile è un tipo di collezionismo che proprio non riusciamo a capire. Ok le copertine. Come abbiamo detto, superfici ideali per un'arte di consumo, spesso di ottimo livello. Ma i collezionisti, dentro le copertine ci vogliono anche i dischi. E non solo perché, se ci sono, tanto vale tenerli. No, in realtà sono i dischi l'oggetto del desiderio. Però, siccome si tratta di supporti deperibili, e spesso deperiti, neanche parlarne di metterli sul piatto e suonarli. E' una raccolta fantasma, il materiale sta piazzato in uno scaffale, e lo si tira giù una volta ogni tanto, per un minuto, tanto per mostrarlo a qualche amico fidato, o forse a qualche rivale da fare ingelosire. Probabilmente il collezionista non ha nessun desiderio di ascoltare il suo amato, raro LP; gli basta sapere di averlo. Sa che sta lì, sullo scaffale, dentro la sua copertina. Non gli serve altro. Sauna Cecilia. Inutile correggere, non si tratta di un errore di battitura ma della disumana condizione di temperatura e di umidità a cui abbiamo rischiato di soccombere il primo agosto mentre tentavamo di ascoltare nella Sala Accademica di Via dei Greci il concerto della Palestine Youth Orchestra. Una formazione di ragazzi che hanno suonato tutto sommato bene, diretti da una brava Sian Edwards, un repertorio di classici europei e qualche pezzo di giovani compositori arabi. Tutta l'orchestra con la kefiah palestinese annodata al collo, al braccio, allo strumento. Purtroppo il mix di condizioni stagionali (temperature da forno fuori) e mancanza di confort (niente aria condizionata dentro) ci ha stremati a tal punto da inibirci qualsiasi capacità di giudizio. Siamo stati a malapena in grado di strisciare fuori della sala prima del finale e darcela a gambe. Questione di vita o di morte. Tutto quello che possiamo dirvi è che erano tanti, giovani e abbastanza intonati e che l'iniziativa ci sembra meritoria. Stop. Siamo ancora qui che boccheggiamo davanti alla tastiera (questa del pc, non quella del pianoforte). Solitudine. Supplemento salute di Repubblica, 17 luglio 2012: "La solitudine degli anziani è una crescente condizione nella società moderna. In particolare nelle grandi città." E giù la solita zuppa sulla difficoltà di comunicazione e di socializzazione nelle città di oggi, mentre com'era bello al paesello, dove tutti si conoscevano e sapevano tutto di tutti. Premesso che questa nostra riflessione la indirizziamo all'anziano consapevole, e, aggiungiamo, anche autosufficiente sia di testa che di portafoglio, noi sostituiremmo volentieri la definizione "una crescente condizione" con "una crescente benedizione". Grande sarebbe il nostro orrore se costretti a stare in un posto dove tutti sanno tutto di noi, e quindi ci controllano, ci commentano, e in ultimo ci giudicano. In proposito vorremmo sottoporvi un dilemma di tipo alimentare. Ma non è molto più sano avere poco, ma sufficiente cibo in un grande self service (la città), così da poter scegliere se, quando e cosa mangiare, piuttosto che essere costretti a partecipare sempre al banchetto sociale (il villaggio), dove non si può né scegliere né rifiutare, altrimenti la comunità si offende?
Riflessioni agostane - Due
IL CAVALIER SERPENTE Perfidie di Stefano Torossi 13 agosto 2012 RIFLESSIONI AGOSTANE - DUE Collezionismo, mistero insondabile. Il primo giugno si è inaugurata al Parco della Musica una mostra intitolata "Grandi fotografi a 33 giri". Si tratta ovviamente di copertine di vecchi LP (dalla collezione di Stefano dello Schiavo) che all'epoca offrivano un perfetto spazio per invenzioni grafiche, fotografiche e pittoriche. C'erano addirittura quelle che si aprivano in tre. Trittici innalzati sull'altare del rock. Altra cosa dai miserelli CD di adesso. La mostra è abbastanza interessante, le foto, belle, ci riportano a quando gli LP non erano roba da antiquariato, ma oggetti di uso comune. Quello dei vecchi vinile è un tipo di collezionismo che proprio non riusciamo a capire. Ok le copertine. Come abbiamo detto, superfici ideali per un'arte di consumo, spesso di ottimo livello. Ma i collezionisti, dentro le copertine ci vogliono anche i dischi. E non solo perché, se ci sono, tanto vale tenerli. No, in realtà sono i dischi l'oggetto del desiderio. Però, siccome si tratta di supporti deperibili, e spesso deperiti, neanche parlarne di metterli sul piatto e suonarli. E' una raccolta fantasma, il materiale sta piazzato in uno scaffale, e lo si tira giù una volta ogni tanto, per un minuto, tanto per mostrarlo a qualche amico fidato, o forse a qualche rivale da fare ingelosire. Probabilmente il collezionista non ha nessun desiderio di ascoltare il suo amato, raro LP; gli basta sapere di averlo. Sa che sta lì, sullo scaffale, dentro la sua copertina. Non gli serve altro. Sauna Cecilia. Inutile correggere, non si tratta di un errore di battitura ma della disumana condizione di temperatura e di umidità a cui abbiamo rischiato di soccombere il primo agosto mentre tentavamo di ascoltare nella Sala Accademica di Via dei Greci il concerto della Palestine Youth Orchestra. Una formazione di ragazzi che hanno suonato tutto sommato bene, diretti da una brava Sian Edwards, un repertorio di classici europei e qualche pezzo di giovani compositori arabi. Tutta l'orchestra con la kefiah palestinese annodata al collo, al braccio, allo strumento. Purtroppo il mix di condizioni stagionali (temperature da forno fuori) e mancanza di confort (niente aria condizionata dentro) ci ha stremati a tal punto da inibirci qualsiasi capacità di giudizio. Siamo stati a malapena in grado di strisciare fuori della sala prima del finale e darcela a gambe. Questione di vita o di morte. Tutto quello che possiamo dirvi è che erano tanti, giovani e abbastanza intonati e che l'iniziativa ci sembra meritoria. Stop. Siamo ancora qui che boccheggiamo davanti alla tastiera (questa del pc, non quella del pianoforte). Solitudine. Supplemento salute di Repubblica, 17 luglio 2012: "La solitudine degli anziani è una crescente condizione nella società moderna. In particolare nelle grandi città." E giù la solita zuppa sulla difficoltà di comunicazione e di socializzazione nelle città di oggi, mentre com'era bello al paesello, dove tutti si conoscevano e sapevano tutto di tutti. Premesso che questa nostra riflessione la indirizziamo all'anziano consapevole, e, aggiungiamo, anche autosufficiente sia di testa che di portafoglio, noi sostituiremmo volentieri la definizione "una crescente condizione" con "una crescente benedizione". Grande sarebbe il nostro orrore se costretti a stare in un posto dove tutti sanno tutto di noi, e quindi ci controllano, ci commentano, e in ultimo ci giudicano. In proposito vorremmo sottoporvi un dilemma di tipo alimentare. Ma non è molto più sano avere poco, ma sufficiente cibo in un grande self service (la città), così da poter scegliere se, quando e cosa mangiare, piuttosto che essere costretti a partecipare sempre al banchetto sociale (il villaggio), dove non si può né scegliere né rifiutare, altrimenti la comunità si offende?