IL CAVALIER SERPENTE

Regalino di capodanno - Ovvero -Incompetenti o solo stupidi


IL CAVALIER SERPENTEPerfidie di Stefano Torossi30 dicembre 2013 REGALINO DI CAPODANNO CON FOTOOvveroINCOMPETENTI O SOLO STUPIDILa faccenda ha raggiunto una dimensione che ci sembra travalichi quella umana. Noi non lo sappiamo per certo, ma presumiamo che nella giunta municipale di Roma ci sia un responsabile dell’arredo urbano. E’ a lui che ci riferiamo con il nostro titolo (anche a rischio di querela).La notizia. Nella nostra città esiste un luogo in cui avventurarsi è più pericoloso che entrare disarmati nella jungla del Borneo: Piazza Venezia. E’ un grande spazio disseminato di dislivelli che trasformano il selciato in una pista da fuoristrada, e assediato giorno e notte da un traffico diabolico. Non ci sono semafori automobilistici o pedonali. Chi vuole attraversare si butta, sperando nella buona sorte. Il centro della piazza è occupato da una doppia grande aiuola tagliata a metà dall’unico corridoio di relativa sicurezza per il folle o l’audace che ci si avventura: un attraversamento pedonale regolarmente segnalato da belle strisce bianche dipinte sui sampietrini. Lì ci si sente più o meno protetti. Ma nel turbamento di questi giorni di festa dev’essere successo qualcosa di destabilizzante in giunta perché il funzionario citato all’inizio ha pensato bene di piazzare l’obbligatorio albero di Natale non nell’aiuola dove era infilato negli anni scorsi, quindi “fuori dalle balle”, come abbiamo sentito dire a un irritato turista, ma esattamente nel centro del percorso pedonale. Così che chiunque si trovi ad attraversare la piazza su questo sentiero, fra l’altro rigidamente arginato dagli archetti della recinzione, incontra un ostacolo quasi insormontabile. Per non passare da mitomani abbiamo deciso di contravvenire all’abituale austerità del nostro blog e di darvi qualche foto sul fatto. Guardare per credere. Si vedono bene le strisce, i muretti delle aiuole e i pellegrini che arrivati all’albero non sanno cosa fare. E il bambino che ci passa appena, mentre la mamma si deve intrufolare sotto le fronde?  
         
 P.S. La lupa capitolina di verdura, di cui abbiamo già parlato, regalata non si sa bene da chi al sindaco Marino e alla città, eccola qua. Ci siamo sbilanciati con le altre foto, e allora vi aggiungiamo anche queste. Che meritano. Sullo sfondo le pietre trimillennarie delle Mura Serviane. Pregasi prestare attenzione, oltre che alla nobile resa espressiva del vegetale animale, anche ai gemelli, identificabili meglio in due cavolfiori bolliti che in Romolo e Remo.  
         
 Già che ci siamo vi replichiamo l’intero resoconto; dalla settimana scorsa: “Eccolo il regalino per il sindaco. Noi crediamo sinceramente che neanche nel giardinetto della Pensione Bellavista di Casteltirolo avrebbero avuto il coraggio di esporre una faccenda del genere. Vi consigliamo la passeggiata (non in Tirolo, ma al Campidoglio), salutare e istruttiva. Per vedere.Piazzata in una cassetta di legno in puro stile Alto Adige, si erge una lupa capitolina ritagliata con approssimativa arte topiaria (tecnica di sagomare fronde e rami in figure geometriche o forme di animali) mentre allatta i due proverbiali gemelli, anche loro scolpiti nella stessa materia vegetale. L’opera di sublime fattura etrusca, con in più il tocco del Pollaiolo, rifatta in verdura. Mah! Naturalmente fotografatissima da mandrie di turisti che così neanche si accorgono delle vere lupe storiche in marmo, bronzo, a tutto tondo, in bassorilievo, che li circondano.E non finisce qui. Proprio davanti alla povera bestia, adagiata su un letto di ciottoli sbiancati alla varechina, ci appare, sempre ritagliata in una miseranda siepetta di bosso, la scritta S.P.Q.R. (osservare l’agghiacciante foto a destra). E’ un’immagine di nostalgica malinconia che ci riporta a quando, da piccoli, andavamo per le vacanze a Gabicce Mare o a Ladispoli e alla stazioncina ci accoglieva immancabilmente il nome della località, disegnato come questo, con erba o fiorellini. Però qui siamo a Roma. Una certa differenza di stile ce la saremmo aspettata.Che dire? E’ ovvio che il buon gusto non lo possiamo pretendere da tutti, ma la salvaguardia dei luoghi della storia sì, specialmente se si tratta di impedire che una casereccia, imbarazzante lupa di erba rubi la scena a quella vera e nobile, di bronzo”.