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Perfidie di Stefano Torossi

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Riflessioni agostane - Tre

 

  IL CAVALIER SERPENTE

  Perfidie di Stefano Torossi

20 agosto 2012

  RIFLESSIONI AGOSTANE - TRE


     Distrazione. Pochissimi se ne accorgono, perché pochi alzano gli occhi. A Piazza Fiume, proprio sopra il parcheggio dei taxi, sulle Mura Aureliane (terzo secolo d.C.) c'è una latrina militare dell'epoca, miracolosamente conservata.

     E' un casottino su due mensole che sporge di mezzo metro dalla muraglia, in alto, con un semplice buco sul fondo, sotto il quale si allarga sul muro un bel ventaglio che segna la traiettoria di quello che cadeva. A giudicare dalla corrosione dei mattoni il rancio della guarnigione non doveva essere un gran che.

 

    Le Mezze Stagioni di Vivaldi. 27 luglio. Giornata caldissima. La gente sbuffa; invece noi troviamo che il solleone è la condizione ideale per andar per ruderi. Quindi, via a un giro sul Palatino. Oltre alle solite archeomeraviglie, oggi si visita una piccola mostra sul giardinaggio nell'antica Roma. Nel criptoportico neroniano, in una penombra bene contrastata da faretti, una serie di pannelli e antiche mappe ricostruiscono lo sviluppo dei giardini e dell'arte topiaria* da Romolo in poi.

    Come già detto, la penombra è discreta, l'illuminazione precisa, le mappe interessanti; quello che infastidisce è un Haendel a tutto volume. Si tratta di una sua composizione che ci aveva sedotto la prima volta, poi ha continuato a piacerci finché l'effetto indigestione ce l'ha resa insopportabile. E' la "Musica sull'Acqua", che insieme alle "Mezze Stagioni" di Vivaldi è diventata il commento obbligato di eventi svariatissimi: botanici, pittorici, architettonici, modaioli, perfino gastronomici.

      Sempre a un volume esagerato, naturalmente.

    *Eh, eh! Siete giustificati a non saperlo. L'arte topiaria consiste nel potare dei poveri alberi e cespugli che vorrebbero essere lasciati in pace, in forme artificiali (figure geometriche, animali, simboli).


     Paura.  Di ritorno da un giro a Gallicano nel Lazio, a Poli, a San Vittorino. Paesi di tufo scuro, castelli minacciosi, mura robuste, porte d'accesso anguste. Quanta paura ci doveva essere nell'aria in quei secoli.

     Bisognava rinchiudersi la sera, sbarrare le porte dei borghi e tremare al buio fino alla mattina dopo pregando che non arrivassero i saraceni, o i briganti, o magari proprio il barone di zona in vena di razzie. E così tutti i giorni e le notti. Fino all'arrivo dell'elettricità che magari non ci avrà liberati dalla paura della vita, ma da quella del buio, sì.


     Ruderi. Spesso i ruderi delle mura medievali, o i contorni degli anfiteatri romani sono svelati dalla presenza di alberi, di solito querce, che ci crescono sopra. Come mai proprio lì? E' che spesso la pianta nasce da una ghianda che qualche scoiattolo ha nascosto per mangiarsela più tardi, e poi dimenticata. Vengono su bene perché così in alto sono al riparo da capre e pecore.

      Questo è il bello spirito di sopravvivenza della natura, che ci commuove nei documentari. Il brutto è il disastro che le radici dei nostri alberelli, poi alberoni, riescono a fare. Mattoni sgretolati, marmi divelti. Insomma, bastano poche generazioni dalla ghianda originale per ridurre di nuovo tutto in polvere.


      Sovrintendenza prudente. Visita alla Domus Aurea, tanto per vedere se l'hanno riaperta. No, non ancora. Ma non è un viaggio inutile. Abbiamo ritrovato un profumo che si aggiunge a quello abituale dei pini, l'eucalipto. Abbiamo anche visto, fotografato e archiviato un cartello attaccato alla recinzione in cui la Sovrintendenza fa capire quanto tiene all'incolumità dei visitatori.  Il cartello, triangolare, e perciò, come stabilisce il codice, indicante pericolo, rappresenta calcinacci in precipitazione libera, e sotto riporta il messaggio: "Attenzione! Caduta materiali dall'alto". Leggendolo ci rendiamo conto della lungimiranza di questo Istituto. Ormai che abbiamo il bosone di Higgs, i materiali potrebbero cominciare a cadere da tutte le direzioni, anche dal basso. Meglio non lasciare niente al caso.

     Due yarde più in là, un gruppetto di americani sghignazza davanti a un altro cartello che sancisce le azioni proibite nell'area, tra cui "Forbidden to play with ball". Chiedete a un amico di madrelingua inglese perché questa frase apparentemente corretta fa solo ridere. The spaghetti-english è servito.


                                        

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Babula il 20/08/12 alle 19:01 via WEB
Stai diventando molto molto snob. Ora che finirà l'estate e con essa anche le tue scorribande in moto tra i ruderi a fare "estate scapigliata", spero tornerai a parlarci dei pettegolezzi artistici della città con la tua solita biforcuta linguaccia che tanto ci piace. Grazie di averci fatto partecipe delle tue gite, anche se provo un pò di invidia per il tuo spirito vitale anche sotto il solleone. Io riesco solo a strisciare sul pavimento.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Didi Frank il 21/08/12 alle 17:58 via WEB
Gentile Cavaliere, che bello ritrovare un po' di aria romana in questi scritti d'agosto, soprattutto dopo una lunga permanenza in localitá, certo senza castelli minacciosi, tufo scuro o porte d'accesso anguste, ma con la costante ed annuale paura dell'arrivo dei saraceni ed in particolar modo di chi lo organizza. Forse serve anche a noi un po di spirito di sopravvivenza: basterebbe crescere abbastanza in alto al riparo dai saraceni, dalla lettura dei cartelli e dagli scempi da lei più volte esposti in questa rubrica, che, nonostante ormai possa considerarmi romano di adozione, mi fa scoprire cose a me totalmente sconosciute...grazie! Didi Frank
(Rispondi)
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