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Perfidie di Stefano Torossi

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Brividi sadomaso

 

  IL CAVALIER SERPENTE

  Perfidie di Stefano Torossi

  29 ottobre 2012

    BRIVIDI SADOMASO


Una delle più vecchie e strane chiese di Roma è S. Stefano Rotondo. E' aperta a orari bizzarri, ma vale la pena andarci. Superfluo chiedersi che forma ha. La circonferenza è marcata da una quarantina di colonne inserite in un muro continuo. E su questo muro c'è il meglio del sadomaso (a scopo educativo intendiamoci, ma anche un po' terroristico) che la Chiesa sia riuscita a farsi venire in mente: il Martirologio. Si tratta di una serie di grandi affreschi attribuiti al Pomarancio che, sugli spazi fra una colonna e l'altra, raccontano con viva attenzione al macabro dettaglio le più fantasiose torture che quei cattivoni dei romani infliggevano, secondo la tradizione, ai martiri cristiani. Ogni quadro è accompagnato da didascalie dove, per il fedele che non avesse capito bene il senso del messaggio, sono meglio spiegati i tormenti rappresentati. Ci sono anche i nomi degli imperatori crudeli: Diocleziano, Massenzio, Nerone, Domiziano.

Purtroppo parecchi di questi affreschi sono in restauro, quindi invisibili, ma gli altri li abbiamo guardati bene. Noi vi forniamo l'elenco delle torture, voi immaginatele, ma poi andate a vederle.

I poveri martiri sono:

1.    Appesi per i polsi, stirati da un macigno legato ai piedi e trafitti dalle lance di molti soldati.

2.      Con la bocca piena di piombo fuso versato da un crogiolo.

3.     Dati in pasto a un branco di leoni con buffe facce da gatto (il pittore non deve aver mai visto un documentario sull'Africa).

4.     Decapitati, ma anche dopo che la testa è rotolata per terra, loro rimangono in ginocchio con le mani giunte in devota preghiera.

5.      Lapidati con bei sassi artistici della misura giusta.

6.      Crocefissi a testa in giù sopra un focherello acceso.

7.    Bolliti nell'olio o nell'acqua (la didascalia spiega la differenza di cottura).

8.      Bruciati (vivi, naturalmente).

9.      Sepolti (vivi, naturalmente).

10.    Bambini sgozzati a mucchi.

11.    Mani, lingue, nasi tagliati.

12.  Schiacciati fra due enormi lastre di pietra. In primo piano nel quadro, quelli che aspettano la tortura sdraiati per terra sembrano tranquilli a fare un sonnellino sull'erba. A metà dell'affresco c'è la vittima di turno a sandwich fra i due pietroni. Sullo sfondo, la fila di quelli già pressati, piatti come sardine.

13.    Tagliati a tranci come un tonno al mercato del pesce.

14.  Cavato l'occhio destro, bruciate le mani, trafitta la gola, rosolati in graticola, ecc. (tutto diligentemente chiarito nelle scritte).

15.  L'ultimo, e il migliore: un nutrito gruppo di martiri tutti insieme a mollo in un pentolone di pece bollente con la regolamentare faccia beata dell'eletto dal Signore, mentre un satanasso di carnefice in piedi sul bordo della vasca li rigira con un mestolone.

Per gli altri, appuntamento a restauro finito.


PS. Appena usciti di chiesa evitiamo con una acrobatica sterzata di essere tamponati da una AZNALUBMA diretta al vicino ospedale militare. Che cos'è? Si tratta di un astutissimo stratagemma linguistico, preso in prestito da Leonardo da Vinci che, per tenerli segreti, scriveva i suoi codici al contrario così da leggerli solo allo specchio. Un genio, ma che genio ingenuo. Questa scritta appare sul cofano per avvertirci dallo specchietto retrovisore che un'AMBULANZA chiede strada, altrimenti nessuno se ne accorgerebbe (sirene, lampeggianti, boh!?). La trovata dev'essere dello stesso brillante funzionario che scrive sull'asfalto: "Tevere Lungo", "Popolo del Piazza", "Servizio di Area".

Due incroci dopo, ecco che ci incalza un'enorme autobotte rossa, ma sul muso del veicolo nessuno ha pensato di scrivere (al contrario) OCOUF LED ILIGIV. Quindi noi non ci preoccupiamo.

Ahi!



                                       

 

 
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