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Perfidie di Stefano Torossi

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Il granchio di fiume

 

  IL CAVALIER SERPENTE

  Perfidie di Stefano Torossi

24 marzo 2014

  IL GRANCHIO DI FIUME

 

  Il titolo lo spieghiamo alla fine.


18 marzo, martedì sera. Si fa musica a casa Scelsi. Flauto solo: Annamaria Morini. Musiche di autori vari, fra cui il fu padrone di casa, Giacinto Scelsi. Compositore di musica contemporanea piuttosto noto anche per le sue stranezze. Dedito al misticismo orientale e allo zen, si dice che avesse una fissazione per il numero otto. Infatti, anche se morto il 9 agosto, la data che circola è invece l'8/8/88. Il suo sistema di comporre pare che consistesse nell'improvvisare, registrare su nastro quello che gli veniva, e affidarne la scrittura a collaboratori; tanto è vero che, subito dopo la sua morte, un paio di questi, Tosatti e Vlad, dichiararono che alcuni dei brani firmati da Scelsi erano in realtà opera loro.

Pettegolezzi di cui non ci importa niente. Della serata possiamo dire che dalle finestre della sala da musica c'è il più bel panorama del mondo: l'intera distesa del Foro Romano, illuminata per l'occasione da una magnifica luna piena. Dentro (tendine lilla con la rouche e divani gialli), meno suggestione e qualcosa di più simile al masochismo. Perché, già il flauto da solo risulta di faticosa assimilazione, a meno di trovarsi, in un pigro pomeriggio d'agosto, sulle rive del mare a contemplare qualche graziosa ninfa danzante. In sala, niente ninfe danzanti, e in più, per via del trattamento piuttosto estremo dello strumento, come usa nella contemporanea, siamo finiti vittime di un ansiogeno trapano, con frequenti punte di petulante pigolio. E non certo per colpa della solista che ci è sembrata ottima.


Venerdì 21 marzo. Conferenza stampa di presentazione del progetto "Suona francese". Tutti a Palazzo Farnese. Che è un bell'immobile. Un cielo/terra di circa dodicimila metri quadri, senza contare cantine, soffitte e giardino, nel centro di Roma, messo su da Sangallo, Michelangelo, & altri bravi artigiani, con affreschi, stucchi e marmi di buon livello. Insomma una cosina di lusso. E' dello stato italiano ma in affitto all'ambasciata di Francia (simbolico; pare si tratti di un euro l'anno), la quale ci ha radunati per raccontarci il programma di questa loro iniziativa, una serie di più di cento eventi, da aprile a luglio in varie città d'Italia. Un bel fatto, soprattutto in questo periodo di morte apparente.

Discorsi dell'ambasciatore e di altri funzionari, i quali, e non ce n'è uno che si salva, parlano tutti come l'ispettore Clouseau. Forse non bisognerebbe tanto prendere in giro gli stranieri che pronunciano male l'italiano, perché anche noi, quando andiamo all'estero...però questi sono personalità, studiosi, addetti culturali. Insomma, un po' di buona volontà e un livello linguisticamente più accurato ce lo saremmo aspettato.

Finita la "conferansa stompa", un rinfreschino e poi tutti a casa. Cioè, a spasso per il centro storico. La giornata è magnifica e la città splende.


Sabato 22, giornata del FAI. Apertura eccezionale di alcuni siti archeologici normalmente chiusi: il Teatro di Marcello, il Mausoleo e il Foro di Augusto. Naturalmente ci siamo precipitati: impossibile entrare se non avvilendosi in code interminabili. Mai avremmo immaginato che ci fossero a Roma tanti sfaccendati anziani (perché l'età media in questi eventi è piuttosto elevata) interessati all'archeologia.

Comunque, e qui finalmente arriviamo al nostro titolo, forse non avremo sfiorato capitelli o calpestato marmi pregiati, forse non avremo ammirato busti di imperatori o altari pagani, ma di sicuro ci siamo imbattuti in un documento particolare che domina la balaustra sovrastante i Fori Imperiali. Un poster bene illustrato che, tralasciando qualunque cenno alla storia di Roma, ci illumina su un argomento (presumiamo) di vivissimo interesse per un gran numero di turisti in transito: la presenza fra le rovine del granchio di fiume!

La bestiola, di abitudini  notturne e quindi non facile da vedere, a quanto dice il testo (che abbiamo fotografato sullo sfondo dei Mercati di Traiano), risalendo dal Tevere attraverso la Cloaca Massima, é venuta a stabilirsi fra i marmi e le fondamenta dei grandi monumenti e ci si è trovata così bene che ha messo su famiglia e ormai la colonia è diventata numerosa e, di sicuro, felice. Vai a immaginare a chi, oltre agli archeologi, avrebbero fatto comodo colonne e cornicioni crollati millecinquecento anni fa.



                                         



 

 
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