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Perfidie di Stefano Torossi

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Calendarietto di perfidie

 

 

  IL CAVALIER SERPENTE

   Perfidie di Stefano Torossi

  7 maggio 2012

    CALENDARIETTO DI PERFIDIE


Professionalità. Il 26 aprile su Sky Uno, il filmato di Tony Bennett in studio mentre registra il suo formidabile CD di duetti. Aretha Franklin grintosa, Amy Winehouse (Body and soul) commovente, Lady Gaga spiritosa, Bublé, un po' troppo sinatriforme, Nathalie Cole, Norah Jones, altri. Arrangiamenti strepitosi, archi scritti benissimo, e una sezione ritmica impeccabile. Pura magia. Veri professionisti. Swing, sempre e comunque. E poi c'è anche Bocelli. Non si può dire che non sia un professionista, ma in quanto a swing, zero totale. Fanno insieme "Stranger in paradise". Quando canta Bennett, lo swing c'è, con Bocelli invece, si sprofonda nella pummarola di 'o sole mio.

Gioco di parole. Il 2 maggio all'Auditorium Parco della Musica: "Forte Piano - Le forme del suono". Ovvio il bisticcio fra il nome dello strumento e quello di Renzo Piano, autore del bellissimo spazio che ospita quell'eccezionale tris di sale da concerto che viste dall'alto sembrano tre grossi scarafaggi. Ma belli e, malgrado quello che dicono in molti, anche funzionali.

Indifferenza e poco altro, tranne naturalmente la bellezza del posto, il tepore della giornata e la luminosità del tramonto. Questo ci ha lasciato addosso l'inaugurazione. E' vero che il pubblico romano è pigro e disincantato, ma bisogna ammettere che l'evento che vi stiamo raccontando era del tutto evanescente, inconsistente, inesistente. Si trattava della diffusione di frammenti sonori attraverso altoparlanti piazzati qua e là. Abbiamo captato Benigni con i Fratelli d'Italia da Sanremo, lo squillo di telefoni vari, campane, canti liturgici, e altra paccottiglia acustica. L'intento narrativo (o forse scandalistico, se c'era) ci è insistentemente sfuggito anche se siamo rimasti a girare un bel po'. C'è da aggiungere che, magari a causa della crisi, il buffet era scarso: qualche nocciolina, qualche patatina, un po' di prosecco. Ci sono arrivati bisbigli tipo: "...soldi buttati" oppure: "tanto vanno in tasca ai soliti amici", eccetera. Non sappiamo. Ma siamo dell'opinione che i quattrini usati per smuovere la gente e portarla verso la cultura sono sempre ben spesi. Magari talvolta può risultare difficile distinguere fra cultura e presa per i fondelli. Ma questa è un'altra faccenda.

European Jazz Contest. Il 3 maggio al Music Inn di Roma, seduti abusivamente al tavolo della giuria, fra gli amici che invece ne facevano legittimamente parte (Mazzoletti, Intra, Mastruzzi) abbiamo seguito la prima serata di questo concorso di giovani jazzisti europei organizzato dal Saint Louis Music School, benemeritissima organizzazione romana. I gruppi in concorso erano cinque, uno meglio dell'altro. Ci ha impressionato la preparazione strumentale dei musicisti. Roba che la nostra generazione neanche se la sognava. Sul gusto e la personalità delle formazioni naturalmente il giudizio può variare, ma due elementi sono emersi a fine serata. Uno buono, l'altro meno. Il primo è che i nuovi gestori dello storico Music Inn, locale che ha visto passare  negli anni tutto il meglio del jazz mondiale, per poi essere chiuso, quasi dimenticato e quindi risuscitato, sono riusciti a eliminare quella che era la nota più caratteristica del locale: la puzza. Ce la ricordiamo. Tremenda: di fumo, di muffa, di stantio. Adesso l'aria è balsamica ed è scomparsa anche la claustrofobia che prima prendeva allo stomaco. L'altro problema è la durata biblica delle esecuzioni. La più corta fra quelle ascoltate era quasi sette minuti, la più lunga venti. E' impossibile stare sereni e attenti tutto questo tempo, anche se il brano è bello e ben suonato. Vi ricordate quei simpatici pezzi a misura umana di una volta? Due minuti e quarantacinque, e via.

Direttrici d'orchestra. Il 4 maggio siamo andati alla Sala Accademica di S. Cecilia per un concerto diretto da Silvia Massarelli. Arrivati sul posto, il concerto era stato annullato. Pazienza, c'è rimasta la curiosità di ascoltarla. Continua a stupirci il bassissimo numero di donne sul podio. In compenso ci affiora insopprimibile un sorriso se pensiamo che una di loro, che ha raggiunto una certa notorietà proprio come direttrice femmina, si chiama Elisabetta Maschio! Scherzi dell'anagrafe, o il destino in un nome?

Scale alla Scala.  Ci scrive un amico di Milano. Riferiamo la sua indignazione e manteniamo le sue maiuscole e i suoi punti esclamativi (non abbiamo aggiunto niente di nostro).

L'altro giorno ho portato la famiglia (nonni compresi...come diceva il Quartetto CETRA) nel caro vecchio palco della SCALA per il CONCERTO Gershwin, Chailly & Bollani. Con altre persone arriviamo davanti alla porta (chiusa) dove normalmente si trova l'ascensore, senza nessun cartello o informazione esposta. Solo dopo nostre ripetute insistenze arriva una maschera a dirci che L'ASCENSORE E' ROTTO! .....siamo alla SCALA di MILANO E L'UNICO ASCENSORE E' (a loro dire) MOMENTANEAMENTE INTERROTTO X MANUTENZIONE! Tutte le persone anziane che avevano prenotato i PALCHI del primo e secondo settore..... e ancor di più chi aveva prenotato le BALCONATE hanno dovuto FARSELA A PIEDI SULLE SCALE! Inutile dire i commenti degli SPETTATORI ITALIANI e ancor di più dei TURISTI STRANIERI riguardo allo stato delle strutture del Teatro nell'anno 2012!...... Ciao. Andrea

                                

 


 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Babula il 08/05/12 alle 09:52 via WEB
Se ti leggessero attentamente quelli della musica potrebbero tranne vantaggio. I tuoi punzecchiamenti al primo aspetto perfidi ( come tu li definisci) sono in realtà dei suggerimenti professionali. Purtroppo penso che cadano nella M... In cui naviga la cultura e il resto in questo momento. Ma non è così per me e altri che conosco. Ti leggiamo e facciamo tesoro delle tuoi stimoli a migliorarci. Non smetteremo mai di ringraziartii. Rosa e tutta la ERA DEA.
 
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