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Perfidie di Stefano Torossi

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Messaggi del 23/12/2012

Siamo buoni che è Natale

 

  IL CAVALIER SERPENTE

   Perfidie di Stefano Torossi

   24 dicembre 2012

   SIAMO BUONI CHE E' NATALE


 Professione mendicante. Dev'essere un'organizzazione, oltre che criminale, davvero ricca per permettersi l'onorario di qualche costumista da Oscar. C'è chi dice che è tutto spontaneo. Figuriamoci. Qui si tratta di assoluta professionalità. Tutti piuttosto giovani, quelli dei semafori, con belle facce da poveri cristi, barba e capelli luridi e arruffati, ma dal taglio sapiente. Palandrana artisticamente ombrata da varie mani di sporcizia distribuita con maestria. Come è ben spalmato e omogeneo il crostone sulle gambe, sui piedi nudi, sul collo. Roba che secondo noi stanno al trucco almeno un'oretta ogni mattina. Per non parlare delle mamme livide coi bambini pallidi e troppo tranquilli. Qui forse qualche compiacente farmacista fornitore di oppiacei...

Poi è il turno del coreografo. La stampella sempre di qualche centimetro troppo corta, in modo che l'attore (pardon, il mendicante) è costretto ad appollaiarcisi sopra in posizione squilibrata e precaria. Il piede sbilenco appoggiato a terra di traverso nello stesso identico modo per tutti. E il tremito? Anche questo studiatissimo. Ma poi perché tremano? Recitano da sciancati, mica da parkinsoniani. E' che anche un po' di tremarella impietosisce. Così come lo sguardo disperato, ma nello stesso tempo torvo.

Il top lo si raggiunge con la vecchietta ammucchiata come un fagotto prostrato sul marciapiede in modo da rappresentare il massimo ingombro per i passanti, irritante e melodrammatico memento mori. Ultimi tocchi magistrali: il tono di voce lagnoso con qualcosa di biascicato e poco comprensibile (fame, mangiare, bambini) e i cartelli scritti a lettere ineguali, ma dalla stessa mano, o almeno attribuibili alla stessa scuola di calligrafia, rigorosamente su pezzi di cartone da imballaggio, che espongono malattie tremende o esagerata prolificità, o tutte e due le cose insieme.

La formula evidentemente funziona. Aspetto miserabile o patetico, più presenza vagamente minacciosa e ricattatoria, più ingombro dello spazio comune, uguale senso di colpa, quindi mano agli spiccioli. C'è anche il senso di colpa secondario, frutto dell'imbarazzo che sentiamo per il poco cristiano fastidio che ci provoca la loro presenza. Gira e rigira il risultato è sempre l'elemosina. (Intendiamoci, siamo purtroppo sicuri che di tutti questi spiccioli, in tasca ai veri lavoratori dell'organizzazione ne vadano pochini. Il grosso se lo becca l'impresario, non c'è dubbio).

Per quanto riguarda noi, ogni tanto ci andrebbe proprio di dare un bel calcetto a qualche stampella, e poi via di corsa...


Che tempo che fa (intervento tardivo). Da sempre seguiamo questa trasmissione TV intelligente, sobria, anche un po' furba, ma comunque di livello. E da sempre ci dispiace constatare che il pubblico reagisce alle battute salaci, audaci, mordaci della Littizzetto sempre e solo con applausi, ben sincronizzati e omogenei. Sembrano (e probabilmente sono) diretti da dietro le quinte. Mai una risata spontanea, magari fuori tempo ma vera.

Finalmente, domenica 9, verso le ventuno e trenta, l'abbiamo sentita questa vera, spontanea risata, addirittura accompagnata da grida e battere di piedi. Viscerale. Anche se ormai è roba vecchia, vogliamo insisterci un po' su, perché questo dà la misura del livello. La battuta è così ampiamente diffusa e commentata da ogni fonte che la diamo per riferita. Al momento del misfatto, tutti giù a sganasciarsi, con Fazio che faceva lo scandalizzato per burla, essendo questo il suo contributo contrattuale a quel punto dello spettacolo. Ma non è il contenuto che noi siamo qui a commentare. E' la reazione del pubblico. Le altre volte, solo applausi e niente risate; stavolta un uragano. Che vorrà dire? Probabilmente che quello che fa sganasciare non è la satira, o Berlusconi, ma il cazzo. (Organo indispensabile. Qualche volta, come questa, utile anche per far ridere.) Ci pare grave.


Tranquilli. Qualche amico, dopo aver ricevuto e letto più di un uovo avvelenato del Cavalier Serpente ci commisera perché, dicono, alla fine sembra che a noi capitino solo spettacoli brutti, noiosi, mal riusciti. Non è vero, tranquillizzatevi. Di belli ne vediamo parecchi, ma raramente ne parliamo perché quello che ci diverte è punzecchiare, e dove farlo se non c'è almeno una magagna?


PS. Aiuto, ci risiamo con i gospel all'italiana!

Merry Christmas.


                        

 
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