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Nidi d'Arac


Non c'è dubbio che finora il concerto dei Nidi d'Arac di ieri sera rappresenta l'apice della programmazione musicale del Palablanda.Ogni elemento abbia fatto bella mostra di sé sotto il bianco tendone di Piazza Stella Maris ha indossato la sua veste migliore.Su tutto vorrei sottolineare la gente. Non solo il colpo d'occhio di più di trecento persone tutte in un posto, unite a saltellare sotto il palco sulle musiche dei Nidi. Ma soprattutto il calore di tante persone felici e divertite dall'incontrarsi, dal conoscersi. Credo che il miglior ricordo che si porterà dietro il Comitato sarà la mole di complimenti e di buone impressioni fornite da così tante persone, provenienti anche dai paesi limitrofi.E poi la musica. I nidi salgono sul palco intorno alle undici e fino all'una regalano ai presenti due ore abbondanti di spettacolo eletrizzante, coinvolgente, trascinante.Dopo il concerto Alessandro Coppola, frontman ed anima del progetto Nidi d'Arac, ci racconta le sue impressioni. "Davvero ottima l'organizzazione e l'accoglienza... l'ho trovata molto europea. Il vostro è un modo di fare non molto diffuso purtroppo, e complimenti anche per i posti di questa terra stupenda". E a proposito di terre stupende, con lui che proviene dal Salento, parliamo anche di identità forti e di come si possa arrivare anche sull'Alto Tirreno a concepire una zona geografica identificativa per musica, arte, turismo e quant'altro. "Queste sono cose che arrivano col tempo, e credo che possa succedere anche da voi. Tutto sta ad iniziare, anche e soprattutto grazie ad iniziative come la vostra".Andrea PolizzoOttima musica ed ottima risposta da parte del pubblico per quella che è stata la serata più avvincente del programma finora presentato. I ritmi incalzanti dei Nidi D’Arac hanno fatto ballare per ben due ore più di 300 persone accorse per lo spettacolo. Il gruppo pugliese ha saputo ben mescolare le tipiche sonorità della tradizione popolare, con l’elettronica più minimalista. Sicuramente la presenza scenica del gruppo anche ha saputo coinvolgere la platea ed un plauso alla creatività va anche a chi ha saputo dosare con effetto, le luci del palco, riuscendo a creare sempre la giusta atmosfera che si è spinta sempre a metà tra la psichedelia e i momenti di frenesia. Come detto l’intera area del Palablanda si è trasformata in un’immensa area da ballo, e tenere i corpi fermi era quasi impossibile. Dal punto di vista tecnico, la mescolanza di suoni e di ritmiche ha impressionato e non poco e vedere un violinista usare un wah – wah, in un pezzo dalle tinte antiche, ha trasformato l’intero pezzo in una delineata simbiosi in cui il passato e il presente si sono dati la mano. Questi ingredienti sono stati i tratti salienti della proposta musicale dei Nidi D’Arac, band che ha regalato due ore di sperimentazione sonora coinvolgendo tutti ed affascinando. Un grido vero si è alzato ieri sera dal Palablanda, quasi ad indicare una svolta “la nostra tradizione non è morta”. E la prova superlativa di questa band dimostra che la sperimentazione musicale è capace di resuscitare anche ciò che per convenzione di qualcuno è definito desunto e sorpassato. Martino Ciano