iltoso

La bottega


A dieci giorni dall'apertura del mio blog è venuto il momento di spiegare perché ho deciso di chiamarlo "la bottega".Ho preso come riferimento le botteghe degli artigiani che si incontrano ancora (ma sempre di meno, purtroppo) nei vari paesini in giro per l'Italia. Fu proprio una bottega in particolare ad ispirarmi questo nome, la vidi un paio di anni fa in quel di Gradara, borgo medievale a due passi dall'Adriatico.La bottega è un posto tranquillo, riparato e protetto. La luce calda e soffusa aiuta l'artigiano a lavorare serenamente e a trovare gli stimoli giusti per conferire al frutto del suo lavoro quelle caratteristiche che solo i prodotti "fatti in casa" hanno. Un modo di produrre assolutamente agli antipodi rispetto alle produzioni in serie dell'era contemporanea che escono da stabilimenti freddi ed asettici.Questo paradigma credo che ben si adatti al mio carattere di persona riflessiva. E' lo spazio giusto, sereno e comodo, per rielaborare il vissuto di tutti di giorni.Ma sbaglia chi pensa che la bottega sia solo un posto dove rintanarsi per sfuggire dal mondo e dai doveri quotidiani. Quella non è una bottega, è un bunker! E' vero che di questi tempi a molti verrebbe in mente di chiudersi in un bunker. Ma alla fine cosa rimane? Ci sono solo due alternative: morire lì dentro oppure uscirne fuori dopo un po', e continuare a vivere in maniera amorfa. Non è forse meglio una tranquilla e accogliente bottega in cui si fanno prodotti con dedizione, passione e amore?Non è certo mia intenzione quella di creare una cittadella fortificata in cui chiudermi per isolarmi dal resto della città. Anzi, ognuno sarà il benvenuto in questa bottega se vorrà condividere pacatamente le sue riflessioni.Per il momento vi saluto e auguro buona domenica a tutti i visitatori.Toso