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TOP 15 GOL 2009/2010

 

 

Dopo Arna, l'Inter punta un altro talento del Twente

Post n°13 pubblicato il 03 Maggio 2010 da cuoreneroazzuro93

Si tratta del terzino Douglas Teixeira

Fonte: Calciomercato.it

L'asse Inter-Twente si preannuncia bollente, ancora una volta. Dopo il prestito di Marko Arnautovic la scorsa estate, con l'austriaco che però ha deluso e tornerà alla base a fine stagione, adesso dai neo-campioni d'Olanda potrebbe arrivare a Milano un altro talento. Stavolta si tratta di un difensore, Douglas Franco Teixeira, meglio noto come Douglas, brasiliano di Florianòpolis, classe 1988. Il ragazzo era sul taccuino della Juventus fino a poco fa, ma adesso Inter, Roma e Genoa sembrano aver deciso di provare a prenderlo.

 
 
 

Ecco perché Torres era nell'albergo catalano dell'Inter

Post n°12 pubblicato il 03 Maggio 2010 da cuoreneroazzuro93

 

Antonio Sanz ci spiega il perché dell'"avvistamento"...
Fonte: FcInterNews.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ad oggi, non c’è nulla tra l’Inter e Fernando Torres e FcInterNews.it è in grado di svelarvi il perché. Il sasso nello stagno l’ha gettato Ilario Castagner, allenatore e opinionista sportivo per il digitale terrestre diMediaset. Castagner, infatti, nella serata di ieri – mentre commentava con il giornalista Sandro Piccinini la partita di calcio tra Lazio e Inter – si è lasciato andare a una confidenza che lì per lì è sembrata uno scoop di mercato: “Io ero nello stesso albergo dell’Inter alla vigilia della partita tra il Barcellona e i nerazzurri e, ad un certo punto, mentre ero in ascensore, mi vedo spuntare Fernando Torres”. Cosa ci faceva Torres in quell’albergo? Salutava qualcuno? Parlava con i dirigenti dell’Inter? Nulla di tutto ciò. 


Fernando Torres - spiega in esclusiva per FcInterNews.it Antonio Sanz, il portavoce dell’agenzia Bahia International, che cura gli interessi dello spagnolo (il cui agente di riferimento è Jose Antonio Martin) - effettivamente si trovava in quell’albergo, ma solo perché nei giorni precedenti, domenica 18 marzo, aveva subito un piccolo intervento all’ospedale Re Juan Carlos: quindi, stava osservando un periodo di fisioterapia. È vero che in quell’albergo c’era l’Inter, ma Fernando era lì da dieci giorni prima che i nerazzurri arrivassero. Sappiamo della voce che si è sparsa in Italia e che mira ad accostare il giocatore alla squadra di Mourinho, ma non c’è nulla di vero. Torres ha un contratto con i Reds fino al 2013. E, lo ripeto, si trovava in quell’albergo per una pura causalità, tanto è vero che il giorno dopo, il 29 aprile, non ha potuto prendere parte alla semifinale di ritorno di Europa League tra l'Atletico Madrid e il Liverpool”. 

 

 
 
 

LE PAGELLE DI LAZIO INTER

Post n°11 pubblicato il 03 Maggio 2010 da cuoreneroazzuro93

 

IL MIGLIORE

SAMUEL. Vola su Kolarov per l' 1 a 0 chiudendo di fatto il match, implacabile nel suo regno, l'area di rigore. Voto 7,5

 

JULIO CESAR.Ordinaria attenzione su Zarate, Kolarov e Floccari. Voto 6

ZANETTI. Dietro a Maicon per frenare Kolarov e Zarate nel caso svariasse. Gli riesce senza troppi patemi. Non deve sprecare troppe energie che comunque mostra in un paio di discese di avere ancora. Voto 6,5

LUCIO.  Non sempre lucidissimo quando esce dall'area con la palla, ma dietro fa ottimamente il suo. Per chiudere su Zarate però deve impegnarsi. Voto 6,5

CHIVU. Il binario di destra Lichtsteiner- Zarate funziona. Cristian riceva anche poca protezione da Stankovic e più di una volta soffre. Per fortuna l'argentino parte bene ma non arriva mai. Voto 6

MAICON. Probabilmente Mou intuisce che non può fare tutta la fascia e lo avanza di qualche decina di metri. Parte forte, si da' sempre molto da fare finchè c'è gara. Poi lentamente tira i remi in barca. Voto 6,5

CAMBIASSO. Si fa vedere anche in avanti per firmare l' 1 a 0. In mezzo non c'è molto da fare perchè la manovra laziale si sviluppa soprattutto sugli esterni. L'assenza del collega di ruolo Ledesma si fa sentire. Voto 6,5

MOTTA.  Ha voglia di riscatto dopoil rosso del Camp Nou che gli costerà la Finale. Mi pare anche in ottime condizioni: si getta in avanti con continuità, impegna Muslera, mette Snejder davanti alla porta vuota, segna il 2 a 0. Meglio di così...Voto 7

STANKOVIC. Sufficienza risicata, non pare avere sufficienti energie per interpretare il ruolo di secondo trequartista dietro Eto'o. In fase di non possesso scala spesso a sinistra per chiudere su Lichtsteiner. Piccolo cabotaggio e finale con probabile indurimento muscolare. Voto 6

SNEIJDER. Si mangia un gol per un preziosismo di troppo. Prima e dopo si muove con buona lena, catalizzando palloni e idee. Risparmiato per la coppa. Voto 6,5

ETO'O. Non riesce a far reparto da solo come Milito o almeno non riesce ad essere altrettanto efficace nella fase di copertura e di finalizzazione. E' centravanti ma aggredisce spesso sul centro-destra in coppia con Maicon. Mercoledì potrebbe toccare a lui riposare. Voto 6

 

CORDOBA, MUNTARI,MILITO: sv

 

L'ALLENATORE

MOURINHO. Una sola punta disponibile (di Mario non si fida, di Arnautovic ben poco) e quindi imbottisce il centrocampo per non essere in inferiorità numerica contro quello laziale. Scelta saggia e tatticamente decisiva. Il resto lo fanno le diverse motivazioni. Buona gestione delle forze. Mi sarebbe piaciuto conoscere la sua opinione di questa partita. Voto 7

 

 
 
 

Dossier - Giuseppe Meazza - Il Più Grande Realizzatore Neroazzurro

Post n°9 pubblicato il 02 Maggio 2010 da cuoreneroazzuro93

Giuseppe Meazza
Ricordato oggi dai più giovani soprattutto grazie allo stadio milanese che porta il suo nome, Giuseppe Meazza è stato un autentico campione, uno dei calciatori più amati del primo dopoguerra. Nato il 23 agosto 1910 a Milano, veste la sua prima maglia nerazzurra a quattordici anni, dopo aver conquistato il tesseramento nerazzurro a seguito di un provino particolarmente felice con le squadre giovanili. 

Era il lontano 1924 e il piccolo Giuseppe Meazza, dopo aver perso il padre all'età di sette anni durante i tragici combattimenti della prima guerra mondiale, viveva con la madre, venditrice di frutta al mercato di Milano. Ovvio che il calcio e il suo mondo, anche se ancora lontano dagli eccessi divistici e miliardari di oggi, rappresentasse una grande speranza di riscatto. E bastava vedere palleggiare "il Peppe" per capire che quel ragazzino di strada, fra le due porte, ne avrebbe fatta parecchia. 

Nel 1927, ancora in calzoni corti, Meazza gioca con la prima squadra nel torneo Volta di Como, ma Gipo Viani, centromediano di quell'Ambrosiana-Inter, nel vederlo afferma: "la prima squadra sta diventando la rappresentativa dell'asilo". Durante il torneo Viani non può che rimangiarsi le parole: l'esordio per il giovanissimo Meazza è da favola. Segna due gol e regala la Coppa Volta alla propria squadra. Nel 1929 il grande campione milanese disputa il primo campionato di seria A; con l'Ambrosiana-Inter, gioca 33 partite su 34, vince lo scudetto 1929/30 e la classifica dei cannonieri, segnando ben 31 gol. 

E' il 9 febbraio 1930 quando a Roma esordisce in Nazionale: segna 2 gol alla Svizzera e l'Italia vince per 4 a 2. Meazza riceve la vera e propria consacrazione il giorno 11 maggio di quel 1930, quando a Budapest la compagine azzurra umilia la grande Ungheria con un sonoro 5 a 0: tre di quei gol sono realizzati proprio da quel ventenne centravanti che sta diventando uno dei più grandi attaccanti della storia del pallone, un autentico fuoriclasse, mago del palleggio e della finta. 

Nel 1934 Giuseppe Meazza, battendo nella finale di Roma la Cecoslovacchia per 2 a 1, è campione al Campionato Mondiale disputato in Italia. 

Con la maglia azzurra ha giocato 53 partite, segnando ben 33 gol. Il record verrà poi battuto da Gigi Riva, tuttavia gli esperti sono concordi nell'affermare che i gol di Meazza hanno avuto diverso peso e sono stati fatti mediamente contro squadre più importanti da quelle incontrate da Riva. 

Nel 1936 tenne sempre alta la sua fama di fuoriclasse vincendo per la seconda volta la classifica dei cannonieri del campionato italiano con 25 gol. I suoi gol in serie A sono stati in totale ben 267. 

Meazza ha concluso la sua carriera nel 1948, a 38 anni, indossando la maglia della "sua" Inter. Un record anche di longevità. Dopo la fortunata carriera da calciatore è diventato giornalista ed allenatore, ma non ha avuto lo stesso successo professionale. Ha allenato l'Inter, la Pro Patria ed altre squadre (oltre ad essere per vari decenni responsabile del settore giovanile dell'Inter), senza ottenere risultati significativi. Un merito importante l'ha però avuto anche in questo settore: nel 1949, commosso dalla storia personale di Sandro Mazzola, giovane di talento ma orfano di padre, lo convince a firmare un contratto con l'Inter, coltivandolo e facendone di fatto il suo erede naturale. 

Giuseppe Meazza muore a Rapallo il 27 ottobre 1979, vittima di un male incurabile. A lui è stato intitolato, pochi mesi dopo, lo stadio di San Siro di Milano.


Di Seguito, la classifica marcatori della squadre neroazzurra, dal 1908 ad oggi, in cui la vetta è occupata proprio da Meazza

Giuseppe Meazza 288
Alessandro Altobelli 209
Roberto Boninsegna 171
Luigi Cevenini III 158
Sandro Mazzola 158
Benito Lorenzi 143
Istvan Nyers 133
Christian Vieri 123
Ermanno Aebi 106
Mario Corso 94
 
 
 

Dossier - Beppe Bergomi - L'uomo che ha vestito la maglia neroazzurra più volte

Post n°8 pubblicato il 02 Maggio 2010 da cuoreneroazzuro93

Giuseppe bergomi.jpg

Giuseppe Bergomi (Milano, 22 dicembre 1963) è un calciatore italiano, difensore, detto lo Zio.

Tira i primi calci nella Settese, ma ben presto viene arruolato dall'Inter, dove debutta in serie A il 22 febbraio 1981 in Inter-Como 2-1 e diventa il più giovane debuttante della storia dell'Inter. Primato battuto da Goran Slavkovski il 7 maggio 2006.

La sua carriera è fulminante e viene addirittura convocato al Mondiale del 1982, contribuendo attivamente alla vittoria finale e disputando anche la finale. Nonostante la sua giovane età (non è ancora ventenne) è soprannominato "lo zio" per l'aria matura datagli anche dai baffoni che sfoggia.
Gli anni all'Inter però sono difficili: Bergomi diventa capitano dei nerazzurri, ma molte stagioni deludenti sono intervallate da scarsi successi. Lo stesso vale per la Nazionale: cocente la delusione ai Mondiali del 1990, quando l'Argentina sconfigge ai rigori in semifinale un squadra azzurra fino a quel momento invincibile.

Il campionato 1988-1989 è ricordato dagli sportivi come quello dell'Inter dei record (tuttora imbattuti): scudetto con 58 punti (primato con i 2 punti per vittoria), 26 vittorie, +7 di media inglese. La squadra milanese, al tempo allenata da Giovanni Trapattoni, non riesce però ad aprire un ciclo e l'avventura col tecnico di Cusano Milanino si conclude con la vittoria nella Coppa UEFA 1991.

Il successo viene bissato nel 1994 e replicato ancora nel 1998.

Bergomi si ritira nel 1999 quando il nuovo allenatore Marcello Lippi gli comunica che non rientra nei suoi piani, preferendogli Laurent Blanc.

Con l'Inter Bergomi ha giocato in tutto 756 partite, record di fedeltà per la squadra nerazzurra, di cui 519 in campionato e 117 in Europa (record battuto da Paolo Maldini).

Con la Nazionale, di cui è stato capitano, ha giocato 81 partite con 6 goal; ha partecipato a 4 Mondiali (record per un giocatore italiano detenuto con Gianni Rivera e Paolo Maldini), l'ultimo nel 1998.

Storia Recente
Da alcuni anni, Bergomi lavora come commento tecnico (spesso al fianco della prima voce Fabio Caressa) e come opinionista per gli spazi calcistici di Sky Sport. Oltre che per la sua bravura e competenza, Bergomi si distingue per la sua calma e pacatezza, che gli consentono di descrivere anche le situazioni di gioco più tecniche e complicate con estrema chiarezza.

Il suo commento dei Mondiali 2006 è diventato un piccolo cult metropolitano nel periodo subito successivo al mondiale, grazie alla diffusione via internet degli spezzoni di telecronaca dei momenti più emozionanti delle partite, come semifinale e finale.

 
 
 
 
 

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Un blog di: cuoreneroazzuro93
Data di creazione: 27/04/2010
 

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