PARAFERNALIA

... e il sonno mi coglie


credo risalga ai primi del 2001 il mio primo contatto con internet.traslocai e, nella nuova casa, entrò l'ambaradan che ora troneggia nel suo tempietto in camera.dopo averne tanto sentito parlare ed aver usato il computer solo in ambito di lavorofinalmente (?) era a mia disposizione quella "finestra sul mondo" (sic) tanto decantata da tutti.il primo impatto fu ovviamente di basso profilo. Google era agli inizi, di musica in download ero all'oscuro... non andavo oltre programmini per l'archiviazione dei dischi che avevo, qualche giochino basic, paint brush, qualche email e poco altro.fu la mia ex-signora che, invece , si mise a smanettare scoprendo il mondo dorato della chat. i primi approcci furono con una chat legata al  resto del carlino, di area emiliana e, francamente, non mi ricordo adesso  il nome.lei fu immediatamente acchiappata dalla cosa. io, meno ciarliero e tendenzialmente asociale, non colsi il fascino di questa possibilità considerandola in fondo un succedaneo di relazioni umane piu' serie e profonde.immediatamente l'uso del computer fu di quasi totale pertinenza sua, quindi, anche se ci fu un iniziale tentativo di fare fifty-fifty ( una sera per uno..... impensabile...)sgomitando e manu militari, però, madame debordò, trovando in rete tutta una serie di risposte agli stimoli sopiti e frustrati dalla condizione di persona che lavora, che vive in un ambiente defilato e che a vita sociale non se la passava granchè bene.la mia reazione non fu delle migliori. non sto a fare adesso la cronistoria astiosadi quanto sia successo in seguito. le battaglie campali per poter scaricare musica,la possibilità di fare qualche gioco di biliardo... richiedere l'annessione all'italia di nizza, trieste, penisola istriana e, perchè no, madagascar, avrebbe avuto bisogno di minori energie e risorse mentali.sinceramente ritengo che la cosa le abbia preso la mano. tant'è vero che alla fine si è trovata una alternativa proprio in rete, con conseguente defenestrazione del sottoscritto. che è stata in fondo una mano santa. citando adolfo celi, ho sofferto come un cane per quasi 15 minuti...dopo una parentesi come villeggiante presso una cugina e traversando peripezie niente male, sono rientrato in possesso di una stanza mia dove ho finalmente messo in azione questa Olivetti Lettera 2200000 potendola gestire in totale autonomia e libertà.a quel punto mi sono scatenato. 24 ore continue di connessione con decinaia e decinaia di file musicali in download, che resta il principale uso che faccio della finestra di cui sopra. il resto infatti non è che mi attragga poi tanto. giochini, foto porno, ricerche su incunaboli pelasgici del 2500 a.c. non sono mai stati al centro della mia attenzione. fatto sta che, parallelamente, ho potuto gestire l'accesso al notturno mondo della chiacchiera ubiquitaria. Libero già lo conoscevo e, per i primi tempi, ho frequentato stanze a basso impatto demografico. religioni&filosofie principalmente, poi, per contiguità, riflettendoci, sfogati ti ascolto... a pensarci ora, e con tutto il rispetto di chi ancora le frequenta, un discreto coacervo di nevrosi.non mi ricordo minimamente come sia poi approdato alla mitica english, stanza che, come sappiamo, si anima solo a tardissima sera e, per il resto del giorno, disabitata come un appartamento sul lago trasimeno a novembre inoltrato.la stanza devo dire ha risposto alle esigenze mie proprie, piu' o meno.non è affollatissima, non si susseguono paginate di ciaooooooooooooo frilliiiiiiiiiiiiiiiiii bambyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy iuppppiiiiiiiiiiiiiiii e cuoricini vari ma, come io ritengo di essere, è bastante sobria. certo i giochi sono un fattore fondamentale e legante e senza di essi non so quanto sopravviverebbe, onestamente. ma proprio una marea di cazzate non ti sommerge, se ci stai, e dei discorsi interessanti vengono fuori.non sto a dare pagelle a nessuno, ma se devo esprimere una opinione, facendo doverosi distinguo, mi sembra frequentata da persone che non si annullano in essa e che mantengono, piu' o meno, una propria individualità. c'è un notevole tasso di prime donne, certamente, ma è apprezzabile più una cosa di questo tipo piuttosto che incappare in persone alla deriva, psicolabili, lagnose o i soliti maiali in caccia.fatto sta che trovo piacevole passare in chat la serata piuttosto che rincoglionirmi davanti al catodico fortificando il pollice per uno zapping alla ricerca di qualcosa di vedibile con ineluttabile deriva abbioccante. ma se non posso, o ho altro da fare non son preso dalle smanie di collegarmi. ho trovato poi, in alternativa alle serate fiacche, la possibilità di dialogare durante il download di mp3 con altre persone e se faccio mente locale continuo a trovare incredibile il chiacchierare con nonchalance  con brasiliani, americani, filippini, polacchi.... e scambiarsi contemporaneamente cose cui teniamo come sono le canzoni, piccoli specchi dell'anima, piccole emozioni, piccoli brividi che, da animali sociali quali siamo, vogliamo condividere con altri.tempo fa ascoltavo una radio on line (che io da casa a causa di montagna frapposta tra me e l'emittente non posso sentire) assieme ad un altra persona che, come me, non la poteva sentire attraverso il canale canonico. beh, io l'ho trovato intrigante ascoltare in diretta la stessa cosa stando a piu' di mille km di distanza l'uno dall'altra.sarò scemo e ingenuo, ma la cosa continua a stupirmi.stare in chat. vi dirò, in altre circostanze ne farei a meno, se non altro quantitativamente. ma vivendo da solo, oltre i 40 anni, pigro e con limitate risorse economiche, in un posto che la sera francamente non offre molte cose da fare, non frequentando parrocchie, dopolavori, club, discoteche, corsi di scrittura creativa, associazioni politiche etc etcnon trovo così deplorevole frequentarla e non mi reputo un relitto disperato che si spalma su internet per vivere una vita alternativa a quella reale per la quale ci si può sentire inadatti, impreparati, impauriti.questa non è una alternativa quanto una integrazione, l'uso corretto e ponderato di un canale di espressione, comunicazione e svago.ci sono persone divertenti, interessanti, ragionevolmente abominevoli, noiose, incomprensibli... una varia umanità non bidimensionale, appiattita e, quindi, piacevoleanche nello scazzo.e questo è quanto. defluisce a notte fonda la mia giornata, impigiamato, sigarettato, con litri di liquidi ingurgitati e l'occhio trigliato sullo schermo fin chè non cede il corpoalle già descritte lusinghe del sonno.certo ci sono giorni la cui cadenza si altera, causa la presenza di mia figlia.  i fine settimana dediti all'ozio piu' inverecondo o a faccenduole domestiche, qualche sortita all'aria aperta, la biciclettata, la ricerca di funghi, la sgambata in montagna.  ma alla fine anche queste attività finiscono in una loro ciclicità per alcuni banale, vegetativa, per altri rassicurante o comunque normale. certo niente a che fare con milanodabere, ricerche di stimoli sponsorizzati, bungee jumping sociali o chissà quali cose magnificate dal marketing dei deodoranti.inutile fare proprie delle ambizioni, delle aspettative che questa società ci propina a ogni piè sospinto. in fondo fino a pochi decenni fa gli eroi e le gesta erano ben distinte dalla vita di tutti i giorni e molte delle nevrosi e delle infelicità di cui mi vedo circondato ritengo derivino dalla schizofrenia, dallo stridore che si genera con l'attritotra questi due mondi. un tentativo romantico ed individualista di vivere la società di massa, cosi' orizzontale e veloce, nel suo divenire ma che ancora, per povertà di linguaggio, usa codici non propri dove l'unicità del possesso si unisce, sublime ossimoro, con la desiderata appartenenza alla smisurata tribù dei possessori. ambire ad un protagonismo irrealizzabile  con l'aquisizione di simboli di massa è simpaticamente demenziale ma pare che la cosa funzioni.bene, ritengo di stare diventando palloso. e la pianto qua.