PARAFERNALIA

ho capito, forse


in questi giorni, a parte ammazzamenti, finanziarie, fischi e altro, tengono banco nell'agone della discussione sociologica due argomenti con notevoli implicazioni etiche e culturali; una, la richiesta di morire in pace del povero Welby, e non capisco chi umanamente possa opporsi alla lucida richiesta non solo sua ma di quelli che come lui si trovano a vivere una sorta di vita per la quale è  richiesta una capacità di sofferenza incredibile, di farla finita. in nome di cosa, poi. della sacralità della vita... e detto da chi... hanno benedetto spade e mitra fino a ieri. vabbè.l'altra piece de resistance è la proposta di legge per le coppie di fatto, o Pacs o come vogliamo chiamarle.e qui si sente di tutto. la difesa dell'art. 29 della costituzione dove si interpreta "naturale" in modo univoco. e vorrei vedere. nel '46 chi cazzo pensava a due omosessuali che non solo ammettessero pubblicamente di esserlo, ma che volessero rendere socialmente e forse anche un po' borghesemente ufficiale la loro unione.la distruzione della famiglia. lo svuotamento di significato di cio' che famiglia vuol dire..e dall'altra parte invece impazza il relativismo dove, si dice, il principio che unisce due persone è l'affetto, il "progetto di vita "... che bravi. ora, io sono di un cinismo totale. che ognuno faccia come cazzo gli pare. e che se una vuole sposare in un tempio druidico un pastore alsaziano faccia pure, voglio solo vedere la lista di nozze...ma se da una parte vedo i progressisti sventolare delle pur condivisibili bandiere di civiltà, di etica , dove si chiede giustamente, ripeto dal punto di vista sociologico moderno, di equiparare le varie unioni sottraendole ad una egida religiosa o, in subordine, a garantire dei diritti ai due contraenti, noto anche che sono posizioni un po' velleitarie, di principio dove in fondo un po' paura della deriva che ne puo' conseguire c'è; dall'altra vedo una gran malafede.si, si, la difesa della costituzione, della tradizione, la sacralità del matrimonio... balle.avessero il coraggio di dire quello che realmente pensano.ragazzi, diciamolo, il matrimonio è roba di amore e affinità elettive da uno sputo di tempo. dall'ottocento, a esagerare. lo era per le elite, non certo per la massa. la massa è arrivata a considerare questo con il melodramma, il romanzo a puntate, il fotoromanzo. per migliaia di anni il matrimonio era : uè, ciccio, abbiamo i campi confinanti ! e guilfredo ha 16 anni, teodolonda, 13, cazzo, sposiamoli, ci facciamo una coppia di muli in piu' e con la prole, se sopravvive, raddoppiamo la resa !!e i bastardi, visto che lo sposino durante la mietitura si scopa le mezzadre un tanto l'ettaro, che vadano in culo. era un bel contrattone sociale. la famiglia era il nucleo principale mica della fede, della coppia, del tenero focolare.. era la mattonella principale della proprietà prima rurale, poi mercantile. fai di guilfredo l'erede di magazzini di tessuti e teodolonda quella di una piccola flotta e pàf, sei a posto. fino ai livelli di arciduchi e margravi con staterelli confinanti. e chi era che gestiva ? chi, annotando ogni unione, passaggio, riconoscimento, era il notaio di questo tessere legami ? ma va ? la chiesa, diranno i miei piccoli amici ? ma si' !! il vecchio curato, primo anello della catena di controllo.e che ce lo dicano allora, chè si sentono levare da sotto il culo questo potere. si, è vero, c'è il matrimonio civile ma... vuoi mettere la chiesa ? l'organo ? le damigelle ? insomma, lo sanno impacchettare bene, loro, il rito. mica quelle stanzucce col fiorellino e il consigliere comunale col riporto e la fascetta tricolore !mica affrontano nei dibattiti quelli che secondo loro sono i diritti che dovrebbero essere tutelati, lo sanno benissimo, non vogliono scoprire le carte. difendono tout court l'intero ambaradàn, perchè non è quello in sè che gli interessa, quanto quello che vuol dire poterlo gestire. e quello che vorrebbe dire per questa classe dirigente in polpe e cuffietta la ridiscussione dei diritti, dei doveri, di quanto meno spazio per posizioni egemoni ci sarebbero. insomma, come sempre, piu' la cosa è circoscritta e meglio è gestibile. cominciamo a far sedere a tavola anche i ricchioni ? e i pensionati vedovi ? e le signorine invecchiate ? e chi cazzo lascia piu' qualcosa alla parrocchia ? eh, la torta è piccola, da spartire, altri convitati non ne vogliamo. e se il rampollo spazzolato di coca ti rientra dal weekend con puttanone trans al braccio, ahia, mica vorremo dargli degli strumenti al puttanone per avanzar pretese sul malloppo ??certo, vado sul farsesco, ma è per dire. il controllo. il diritto di veto. la sacra rota. l'indice dei libri. decido io ed io solo se puoi. morire, sposarti, sparare.e allora dobbiamo quindi portarli allo scoperto, scombinare le carte, scoprire il bluff e rivendicare una libertà di scelta si etica (ma questo prima o poi avverrà per forza) ma sopratutto di gestione, dove ci si assumeranno gli oneri di una nuova organizzazione sociale e i doveri di impegni meno ingessati, piu' fluidi, ma che dovranno essere altrettanto seri e solidi di quelli che, in fondo e forse senza saperlo, stiamo smartellando alla base.