PARAFERNALIA

Post N° 29


indignazione, dolore, cordoglio, solidarietà, rabbia.le reazioni composte e scomposte affolleranno le nostre retine e le nostre orecchie per qualche giorno.il fattaccio è avvenuto. ci ha rimesso la pelle un poliziotto. parleranno di sorveglianza, di valori etici, di controlli, di tutto sbagliato, di tutto da rifare. cercheranno di riverniciare quella fogna che è diventato il calcio. come se il calcio, inteso come gioco, c'entrasse qualcosa. ci si accanisce contro gli effetti, senza scalfire le cause. certo un pò fa incazzare che bande di teppisti possano aver messo (davvero) a ferro e fuoco genova o messina senza che nessuno gli abbia mosso un dito addosso mentre a bolzaneto o alla diaz hanno pestato a sangue delle famiglie, della gente pacifica che dormiva. ma è inutile incazzarsi. lo sfogo millenario dei circenses sappiamo quale peso abbia. quanto serva. e sappiamo quanto sia radicata l'importanza di una zona franca dove ci si possa sfogare con dei nemici concordati, codificati. quanto sia "leggero" impegnarsi sul modulo a zona o sui polpacci del centravanti. quanto sia assolutorio. quanto bisogno ci sia in una società bloccata di sardine compresse di canali per far defluire la normale violenza che ci portiamo dentro. meglio un motorino che vola dagli spalti che dieci Olindo che sprangano qualcuno al mercato, no ? la canzone è la solita, siamo degli inermi spettatori legati ad una sedia cui scorrono negli occhi mille fotogrammi di un film che ci spaventa o fa sorridere, o piangere o indignare o stupire. ma sempre legati siamo. sempre impotenti. dei recettori castrati e senza unghie. buoni a comprare detersivi e tv al plasma. pecore all'ammasso nell'olocausto cerebrale. sedati nelle pulsioni, guidati lungo i reticolati che portano alla cassa. certo, ora hanno sprangato un poliziotto. ma per me non era un poliziotto. era uno che lavorava. era uno più giovane di me che, pecora tra le pecore, era stata messa a guardia del corral dove si scornano gli esagitati autorizzati. era uno cui magari facevano male i piedi, uno cui magari del calcio non gliene fregava nulla. un operaio dell'ordine. un povero cristo. che speriamo fosse sposato e non convivente, chè senno' la compagna ai funerali di stato nemmeno ce la fanno andare... detto tra parentesi. ci vuole una quaresima, gente. dobbiamo appendere le cetre agli alberi. dobbiamo scendere, camminare, fermi e risoluti dobbiamo guardare negli occhi e chiedere con calma e pacatezza che smontino questo circo. e non parlo del calcio. parlo di tutto. che la smettano di spacciare cristi e santini, sangue e merda, sesso e morte. che diano dignità ad un paese sbandato, balcanico e pigro quale noi siamo. che esigano non ordine, ma rispetto e che diano l'esempio. esigiamo le scuse. per dignità offesa.