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tempi moderni    

Post n°2 pubblicato il 02 Novembre 2006 da totem63

Molte sono le cose che accadono sotto il sole, in questi giorni.
dal riemergere di una cronica cronaca napoletana, ai veli sulle donne, ad una guerra sempre piu' inutile e mortale, ad una finanziaria che oramai è passato come messaggio essere da tutti contestata etc etc... frammisto ovviamente a chiacchiere da parrucchiera o da bar come il trovarsi un transgender in bagno, reality , calciopoli varie.....

beh, sulla guerra la mia idea non è cambiata sin dai tempi in cui venne decisa; ma tanto quale che sia la mia opinione non credo minimamente possa interferire con il corso degli eventi.

sulle chiacchiere da centravanti con le meches non entro proprio.

sulla finanziaria fonti ben più autorevoli si stanno scannando ovunque. ho in sintesi l'idea che l'azienda italia, da qualsiasi punto di vista la si osservi vada a rotoli, vuoi per antichi vizi che per nostri inestirpabili difetti. ovviamente nessun governo, in un paese di irresponsabili analfabeti come il nostro verrà eletto dicendo che farà sputare sangue, ma del resto se non si rimettono in fila certi buchi, della cui paternità non parliamo, essendo un caso di plurispermia conclamato, credo che la prospettiva sia un simpatico crack argentino.
bello sarebbe poter vendere l'intero paese a qualcuno che se ne freghi di essere accomodante e demagogico e che faccia il da farsi.  ma  il ceto medio tanto tartassato non credo sia l'80% delle famiglie italiane, essendo queste oramai ben più prossime al ceto basso se non ad un sottoproletariato che si barcamena sul filo del rasoio ad ogni fine mese.
non mi preoccupo quindi di chi verrà colpito per trovare le risorse, ma se queste non verranno riversate nei soliti rivoli di chi si fa sovvenzionare per cablare e mettere i pannelli solari un pollaio abbandonato.

resta quindi sul tavolo una questione marginale, se si vuole, ma che  emerge sempre più in
ogni manifestazione culturale, che si parli delle sfilate gay a bologna sia che si parli di scuole musulmane o diritti dell'embrione.

premessa : la nostra è una cultura a sovranità limitata, sottoposti come siamo ad ogni scoreggetta vaticana. secondo questa cattedra, nonostante alcune contraddittorie espressioni recenti, il nodo centrale è la contrapposizione tra una cultura fideistica, oggettiva, non relativa ed una laica, o quasi, dove ogni cosa è soggetta ad una interpretazione individuale, relativistica, opinabile.

ovvio che la chiesa si opponga ad una cultura che, altrove in europa, ha scardinato certi processi assolutistici; un nome per tutti, la francia dell'illuminismo voltairiano.

e qui si assiste ad un paradosso niente male.
infatti il rimpallo tra relativismi ed assunzioni di oggettività danno luogo a dei bei casini, a delle belle contraddizioni.

altra premessa : la società di massa non permette molti relativismi biunivoci ( cio che è buono per me non implica che sia  cattivo per te e viceversa, in genere il buono per me è tale sia relativamente che oggettivamente, ed il buono per te cacciatelo...)

posto che il punto di arrivo di una cultura relativistica sia in sintesi una anarchia etica, i meccanismi di massa non consentono che questo avvenga, dato che una condizione del genere sarebbe ingestibile e porterebbe al caos. ma, paradossalmente, la accetta per esempio dal punto di vista industriale e commerciale; il liberismo, infatti, permette di relativizzare ogni processo produttivo vincolandolo al guadagno di qualcuno, fottendosene delle ripercussioni.

questo liberismo incita oltretutto a quelle visioni individuali della soddisfazione dei bisogni
(indotti, oltretutto, e veicolati da  gli stessi padroni del vapore) ma si fa protezionista immediatamente nel momento in cui certe spinte etiche o desiderata liberisti uguali e contrari minano la gestione dei flussi.

la chiesa da un lato condanna il relativismo di facciata, affermando che induce appunto dei desideri che mal si confanno a quella che deve essere in fondo la ricerca di una felicità attraverso dio e non il cellulare, ma in sostanza condivide lo stesso nel momento in cui
afferma i propri diritti ad interpretare il mondo attraverso la propria visione.

simpatico il meccanismo che siano esentati dai normali mezzi della filosofia, tirando in ballo i misteri della fede, le verità rivelate etc etc (son dei marpioni di nulla, son 2000 anni che fanno marketing, loro)

ma sto divagando....  quello che ho piu' ho meno messo a fuoco, come problema, è il cigolante contraddittorio di una società di massa, e quindi soggetta a flussi, movimenti, idee e pensieri ridotti al minimo comune denominatore per poter essere gestiti in modo agile, e l'individualismo di fondo su cui comunque viene esercitata la pressione perchè ci si adegui ai suddetti flussi. un esempio, di una banalità sconcertante: tutti devono comprare una cosa in quanto essa esalta la particolarità della persona. fragrante delicto ! tutti con il dopobarba maschio, tutti macho man, nessuno macho man.tutti uguali.

vecchissimo il discorso dei bisogni indotti, tesi sia a vendere che a sviare i desideri dalle cose realmente appaganti ma non commercializzabili. vecchio altresi' il discorso degli stessi meccanismi promossi da un certo tipo di potere, anche politico, che rendono le masse gestibili
(panem, circenses, gnoccam et  catodicum)

ritorniamo a bomba. in sintesi, quella parte di individualismo reclama ad alta voce la relativizzazione della cultura per poter affermare il valore del proprio punto di vista ma al contempo la nega non volendo fare i conti con le altrui culture. tutto in un brodo si massa dove gli individualismi hanno vita breve, trasformandosi immediatamente, se di successo, in fenomeni allargati.

da qui la domanda: non volendo diventare dei cinesi che antepongono, quale che sia l'esito, l'interesse della collettività al proprio; non volendo nemmeno diventare dei jihaidisti cattolico/consumisti;  sapendo quale sia il livello di etica e cultura del nostro paese:  che speranze ci sono perchè si riesca a sfuggire ad un fascismo strisciante che tutto riduce a slogan
ed a trovare un cosciente equilibrio che ci permetta di evolvere sia per approcciare e risolvere i nostri problemi in modo ragionevole sia per esprimere una classe dirigente che possa farsi carico di sistemi ecologici, tolleranti, liberali, onesti, solidali per amministrare in modo finalmente "normale" 'sto casino di paese ?

ditemi un po' che ne pensate.

à la prochaine

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Commenti al Post:
scilla5
scilla5 il 02/11/06 alle 15:41 via WEB
secondo me il modo normale e' la collaborazione fra i partiti. Mettere a disposizione idee e forze che si coadiuvano.. anziche' mettere il bastone fra le ruote a vicenda.. Il danneggiato e' il cittadino. :-**
 
kristalle
kristalle il 02/11/06 alle 18:49 via WEB
Ed ecco che anche tu sei caduto nella rete dei blog... Benvenuto! (e grazie di aver linkato il mio) Riguardo all'argomento che hai postato, basta pensare a tutta la bagarre fatta per la tassa sulle SUV, subito ridimensionata, per non togliere il gusto agli italiani di mostrare quanto sono potenti e ricchi. Oggi ho sentito che un politico (nn ricordo chi)ha detto che invece che tassare le SUV, si doveva incentivare la rottamazione. Ora io mi chiedo: già abbiamo un surplus di auto, chi se lo può permettere (e non sono pochi) la cambia in media ogni 2 anni, con conseguente inquinamento ecc... Ci manca solo un nuovo incentivo a rottamare, che, porterà sì denaro ai costruttori, ma alimenterà prestiti bancari, con un giro vizioso di aumenti. E per cosa poi? per pagare le pensioni :-S dany
 
Stefy14
Stefy14 il 03/11/06 alle 20:25 via WEB
Equilibrio tra individualismo e collettività. Bella domanda. Potrei parafrasare il buon Guzzanti dicendoti "la risposta è dentro di te", nella speranza però che fosse una risposta giusta. La nostra classe dirigente dovrebbe far davvero un bel salto di qualità per poter almeno provare a farsi carico con onestà politica dei problemi che affliggono il "bel paese", e non solo. Ma come spesso accade le cose partono dal basso e finchè non saremo noi cittadini a "pretendere" una classe politica degna di questo nome credo avremo davvero ben poche speranze. Benvenuto nel mondoBlog. Da te non mi sarei aspettata niente di diverso, sai che apprezzo quello che pensi. A volte un pò meno, a volte un pò di èiù. ;-), Stefi
 
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