Mi sveglio sempre prima della sveglia. Non so perchè, ma da quando è nata mia figlia ho il sonno più leggero e non riesco più, anche grazie al mal di schiena che mi affligge, a farmi quelle ronfate lusuriose fino alle 2 del pomeriggio.
Cinque/dieci minuti prima che suoni, insomma, riemergo dal sonno, vigile ma con la reattività di una medusa spiaggiata. La sveglia è puntata, vergognosamente, sulle 8 tanto lavoro a 3 minuti di bici e posso permettermelo. Faccio passare quei 5/10 minuti dove esplloro le possibilità di chiamare in ufficio adducendo i più inquietanti sintomi per dire che non vado a lavorare, ma mi fa tanta fatica farlo quanto poi andare a lavorare, mettici anche una certa etica... alla fine mi alzo.
Primo passo dribblare quel pingue pinguino peloso bianco e nero che è già in fase di salivazione da scatoletta, ovvero la mia gatta, Pierrette, che zigzaga tra le mie caviglie, direzione frigo/ciotola, reclamando proteine. Se sono in vena di Savonarolismi da estetica felina le dico che fa schifo, che è più larga che lunga e pospongo il nutrimento. Ma mi guarda con quegli occhi spalancati, e sento tutto il peso della responsabilità che i sono assunto e alla fine capitolo. Siamo ancora nella fase di risveglio, i movimenti sono automatici, potrei stare ad occhi chiusi, sento cliccare i relè.
Passo successivo, tazza, grossa e scura, 2 cucchiaini caffè liofilizzato Coop ( a volte cedo e prendo il Nescafè.. ma poi ho delle turbe no global...) 6 dico 6 cucchiaini di zucchero... e questi sono fatti miei... acqua e 2 minuti di microonde. Oramai ho ottimizzato tutto. Bagno e prima minzione durante il riscaldamento dell'acqua.
Ping del forno in concomitanza con lo sciacquone. nemmeno sulle stazioni spaziali in orbita riescono a ottimizzare così.
Cucina, estrazione tazza, latte freddo fino all'orlo, portacenere, sigarette, penna e settimana enigmistica. Tassativamente cornici concentriche, o schema libero, o bifronte, e per finire quelle senza schema.
Se non sono stato parsimonioso arrivo al martedi chè tutto è stato fatto ed allora si va di succedanei. che cosa manca ( 1 minuto per farlo) una gita a ( c'è sempre panorama) o proprio il minimo della decenza le parole crociate a schema fisso... ma mai cedero' alle facilitate.
Questo serve a due scopi. Attivare quel che resta dei globi cerebrali e sorseggiare il caffè con sigarette ( in genere un paio), tanto per giungere al desiderato movimento peristaltico.
Se ho ancora tempo e non ho finito lo schema, sciabatto in bagno con le parole crociate e la penna ( son contentissimo di aver trovato una carioca a 4 colori, quelle senza schema le faccio in blu e annerisco gli spazi prima in blu e poi in senso ortogonale in nero...) e vado in bagno. Quello che succede lo si puo' ben immaginare.
Avviene in pratica il 99% delle volte e sono contento di non soffrire di stipsi o altro.
Abluzioni varie, deodorante, borotalco ascella/inguine e via perso i vestiti.
Per facilitare la vestizione e se non son da lavare, ho l'abitudine di levarmi contemporaneamente fruit, camicia e felpa, che mi reinfilo agilmente la mattina.
Son residui di quando avevo treni da prendere o orari inflessibili ed ogni secondo era prezioso.
In ordine, dunque, e senza deroghe, mutande, calzini, fruticamiciafelpa, pantaloni, scarpe. Veloce pettinata, se non sono in uno di quei periodi che cerco di vedere come
sto con i capelli lunghi ( cedo sempre e poi me li faccio corti corti. L' aspetto è meno anni 70 ma incomparabile maggiore comodità). Giacca, sigarette, cellulare, controllo chiavi, acchiappo la bici ed esco. Sempre se non piove, allora no bici, si ombrello ( di quelli verdi, telati, enormi, comprato anni e anni fa al prezzo proibitivo di 45mila lire, ma evidentemente spese bene, se è ancora vivo) sfilza di moccoli perchè magari mi ero settato su un tempo di percorso da bici e non a piedi ( triplica).
Comunque esco. Cancellino. Strada. Occhiata destrasinistra per evitare eventuali macchine e via. Le solite facce, il falegname specializzato in noiosissimi ma remunerativi rotolanti ( quelli che si tiran giu' per chiudere le finestre, come si chiamano... sempre chiamati rotolanti..).
C'è sempre il classico pensionato a chiacchiera, sull'uscio della falegnameria ma si vede che il toyotismo o il fordismo ancora non hanno attecchito e il falegname considera e interloquisce. Immagino gli argomenti. Una via di mezzo tra il bar ed il barbiere, quelle isole linguistiche di libero scambio. Saro' snob ma non riesco ad immaginarmi dotte disquisizioni su chissà cosa. Ma va bene.
Non vivo in un quartiere ben definito ed omogeneo. Palazzoni aggiunti a strade con terratetto, non dormitori ma nemmeno centro storico, un ibrido comodo e impersonale.
Un minuto e varco le porte della città medievale. Prima etnia che trovo Africani e Pakistani, il solito tappetto magro con testone e pantaloni attillati che saluta, cartoleria di lusso, lui mi sa tanto di gayo ma chissene. Le commesse del negozio di scarpe coi culetti fasciati che si chinano, bontà loro, a tirare su il bandone dei negozi, gli sfaccendati davanti all'agenzia immobiliare, vecchini coi canini.. la solita fauna.
Si arriva in piazza, si parcheggia la bici, sempre che non abbiano occupati tutti i posti della rastrelliera. L'amministrazione si ostina a non considerare il numero di biciclisti in giro e non aumenta minimamente la capienza.
Doppio lucchetto ( grosso uno, di acciaio ricoperto di tela con lucchettone minaccioso per ruotatelaio a rastrelliera e secondo lucchetto a ferro di cavallo per ruotaposterioretelaio) non sono maniaco, me ne hanno rubate 4 in 6 mesi e francamente mi sarei rotto di rifornire il sottobosco criminale.
Siamo a 10 metri dall'ufficio, l'ora è più o meno giusta, si va a incominciare.
Ma per il prosieguo vado avanti un altra volta.