BLOG TOTOTOTO2007

da (L'Unità)


Veltroni: governo ombra del Pd Da Berlusconi un «brutto inizio» «Serve una forte offensiva culturale»
Prime frecciate al futuro presidente del consiglio. Prime prove di opposizione. Walter Veltroni è rimasto «negativamente colpito dalle dichiarazioni» rilasciate da Silvio Berlusconi all’indomani della vittoria. Nelle sue parole c’è «un certo tono nei confronti delle altre forze politiche, non soltanto di noi, una certa idea di autosufficienza». Sono parole che «non fanno vedere un buon inizio», ma accentuano timori per lo «spoil system» che il centrodestra attuerà. A cominciare dalle presidenze di Camera e Senato. Sono i primi passi di una nuova strategia. Che passa innanzitutto dal compattamento del gruppo dirigente intorno al leader. «Balle, balle totali» sono per Veltroni le voci su nuove tensioni fra ex Ds ed ex Margherita. Uscendo dalla riunione con i maggiorenti del partito, il segretario parla di «Una discussine coesa, solidale, unitaria. Ora decolla una nuova sfida» E allora, da domani, che fare? Il Partito Democratico è disposto a «riprendere subito il cammino delle riforme in Parlamento: riduzione del numero dei parlamentari, superamento del bicameralismo e riforma della legge elettorale». Ma intanto si prepara ad una stagione difficile. Lo farà, secondo Veltroni, con un governo ombra, «un governo dell’opposizione», strumento di «una cultura democratica più matura». Il leader del Pd sente la «forte esigenza di una grande offensiva culturale. Troppo a lungo abbiamo accettato passivamente che ci fosse uno spirito del tempo a cui adeguarsi. Dobbiamo sferrare una grande offensiva culturale intorno al tema dei valori». E parla di «un’opposizione repubblicana. Un’opposizione sulla base del nostro programma», dell’impegno a «vigilare» sul «rispetto delle promesse fatte agli elettori: non vogliamo che succeda come tra il 2001 e il 2006» Veltroni annuncia poi l’apertura di un forte canale di «discussione e confronto con l’unica forza rappresentata in Parlamento», l’Udc. Ma parla anche di un «confronto con forze che non sono rappresentate in Parlamento. Un’apertura alla Sinistra cui, «per effetto di una legge elettorale sbagliata, ad alcune forze non è garantito di diritto di tribuna». Il candidato premier dei Democratici giudica «un errore» il fatto che forze «come la Sinistra Arcobaleno non siano rappresentate in Parlamento, qualcosa che mancherà alla democrazia italiana, perché credo che sarebbe stato giusto che una voce come quella, per la sua consistenza, potesse essere rappresentata all'interno del parlamento». Ancora provvisoria l’analisi del risultato elettorale. Per Veltroni, sicuramente, «è pesato il giudizio sul governo». Il recupero? C’è stato. «Non siamo riusciti ad arrivare fino in fondo, anche per questione di tempo», ma «solo noi abbiamo avuto un incremento di voti», mentre tra le altre forze della sinistra c'è stata una perdita di voti «molto forte». «Specie al Senato, nelle grandi città», come Roma e Milano, «ci sono dati interessanti, segno di un insediamento molto forte del Pd».