BLOG TOTOTOTO2007

da (L'Unità)


: «È la sveglia al governo»
I «diritti in piazza». Palloncini rossi, bianchi, verdi, blu e gialli colorano il cielo azzurro di piazza Farnese a Roma, in una delle "cento" manifestazioni organizzate questo sabato dalla Cgil in tante città per chiedere al Governo «di cambiare politiche economiche che penalizzano i redditi e i servizi pubblici».Arrivando a piazza Farnese, il segretario generale del sindacato Guglielmo Epifani ha detto che la mobilitazione è stata fatta «per dire al governo di svegliarsi, di darsi una mossa, affrontando i problemi di chi perde il posto di lavoro, dei redditi da lavoro dipendente, che sono sempre più bassi e che pagano sempre più tasse, e dei pensionati e anziani a cui nessuno più pensa».E dal palco ai molti lavoratori della scuola che ha di fronte, lancia un avvertimento specifico al governo: se non cambierà registro si arriverà allo sciopero generale. Anche «non unitariamente», se Cisl e Uil non ci dovessero stare. «Dobbiamo partire dal lavoro e dare voce a chi vuole un cambiamento», spiega Epifani aggiungendo che le 150 manifestazioni organizzate in altrettante piazze da Torino a Enna «non sono contro ma per». E che «tanto meno sono contro la Cisl e la Uil, che avremmo voluto al nostro fianco».Sotto il palco romano campeggia un grande striscione dei lavoratori Filt-Cgil, interessati dall'accordo fresco di stampa, nella notte a Palazzo Chigi, sulla vicenda Alitalia. E Epifani rammenta: che la Cgil ha svolto un ruolo «da protagonista nella crisi Alitalia, mostrando grande senso di responsabilità. Mi aspetto- scandisce - che chi più ha inveito contro di noi lo riconosca, sarebbe un atto di onestà». Sulle note di Zucchero, dalle dieci sotto il palco montato davanti all'ambasciata di Francia, attorno a Epifani a Roma già da poco dopo le dieci del mattino si sono già date appuntamento alcune migliaia di persone, in attesa dell'arrivo nella capitale dei 15 pullman dalla provincia. Tra i tanti cartelloni esposti dai manifestanti ce n'è anche uno anche per il sindaco Gianni Alemanno: «Alemanni vi impediremo... di fare danni». A realizzarlo un'operaia, Bruna, che «dopo aver lavorato una vita» non prende «un euro di pensione».Ad agitarsi tra la folla Simona, una dirigente Ata che indossa provocatoriamente un grembiulino rosa e la parrucca verde. «Sono una bimba delle elementari - dice sorridendo - a cui le sono diventati i capelli verdi per la maestra unica». 
In tutta Italia aderisce alle manifestazioni della Cgil anche il sindacato studentesco Unione degli Universitari che ricorda i pesanti tagli ai finanziamenti e parla di un «progetto complessivo di screditamento e distruzione di tutti i servizi pubblici». L'Udu scende in piazza a Ancona, Bari, Cagliari,Catania, Cosenza, Ferrara, Firenze, Forlì, Lecce, Napoli, Palermo, Parma, Pavia, Perugia, Roma, Teramo, Torino.In Sicilia l'iniziativa sindacale è molto sentita per «il disagio crescente che vive l'Isola» dato dalla una manovra economica. Con corteo a Palermo e presidi non solo nei capoluoghi ma anche a Gela e a Modica, «Mentre la quota di famiglie nella soglia della povertà relativa è lievitata fino a quasi il 50% - spiega Italo Tripi, segretario generale della Cgil Sicilia - assistiamo alla perdita costante di occupati e l'apparato industriale e produttivo è sempre più in crisi viene varata una manovra che ridurrà ancora di più il potere d'acquisto di salari e pensioni, i diritti dei lavoratori e indebolirà il sistema complessivo dello stato sociale». A questo, «si aggiunge il fatto che i tagli sulla scuola saranno concentrati principalmente nel Mezzogiorno, mentre altre misure come quella sull'Ici sono state fatte a spese della nostra regione e della Calabria».I dati per la Cgil, del resto, parlano chiaro: in Sicilia ci sono 15 mila occupati in meno tra il primo trimestre 2007 e il primo trimestre 2008; 19 mila donne che hanno perso il lavoro nell'ultimo anno, il tasso di disoccupazione nuovamente in salita (15,3% da 14%), e 25 mila persone in più a cercare occupazione. Quanto ai settori produttivi, il valore aggiunto dell'industria è calato tra il 2000 e il 2006 del 10,2% e anche l'agricoltura accusa una flessione (-1%).«Le grandi industrie non investono più, come dimostra Stm oppure la Fiat che ha annunciato altre due settimane di cassa integrazione - fa notare ancora Tripi - mentre i lavoratori con contratto sono appena il 40%, cosa che la dice lunga sul rispetto dei diritti e la legalità del lavoro nella nostra regione».Pubblicato il: 27.09.08Modificato il: 27.09.08 alle ore 14.05