Post n°363 pubblicato il 22 Settembre 2023 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Ai sogni, ai sognatori e agli audaci |
Post n°362 pubblicato il 14 Agosto 2023 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Chi ha visto il proprio sangue e ha sentito i denti scricchiolare sotto i pugni, chi è stato messo a terra e schiacciato dall'avversario e, umiliato, non si è perso d'animo, chi si è rialzato più fiero, dopo ogni caduta, va a combattere con buone speranze di vittoria. Quindi, per continuare con questo paragone, molte volte ormai hai subito l'assalto del destino; tu, però non ti sei arreso, ma sei balzato in piedi e hai resistito con maggior fermezza: il valore, quando è sfidato, si moltiplica. Seneca |
Post n°361 pubblicato il 19 Maggio 2023 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Mi sono seduta dalla parte del torto solo perché non c'era più posto. Nessuno pertanto era al posto giusto. Da lì ho visto pagliacci seduti al posto del re, la superbia seduta al posto dell' umiltà e la sensibilità seduta tra i posti comuni. I sensibili erano contenti di occupare quella sedia speravano di sentire tutto meno o di non sentirlo proprio. Pensavano di essere guariti dal male della sensibilità. Di non sentire più l 'anima crivellata, il cuore battere all' impazzata e il cervello arrovellarsi per ciò che altri neanche vedono. E gli insensibili si proclamavano sensibili pur non conoscendo la profondità del dolore. Tutti eravamo seduti ad aspettare, tutti sapevamo di occupare dei posti che non corrispondevano al vero. Gli oratori parlavano pur non conoscendo il significato delle parole. Chi inseguiva le etichette si professava libero pur restando ingabbiato da preconcetti e pregiudizi, ancorato dal partito preso. Chi amava diceva di non amare per paura di perdere l'amore e chi non amava giurava amore eterno. Chi tradiva negava e dall'altra parte si girava continuando ad urlare. Perché i traditori e i bugiardi più urlano più vogliono ragione. Il silenzio è dei forti. Sedevano gli ipocriti al posto dei sinceri e con la mano al petto giuravano un po' agli uni e un po' agli altri detorcendo la realtà, mentre i sinceri seduti tra gli ipocriti impazzivano di verità e con occhi sgranati imploravano pietà. Parlo' allora la coscienza : Il posto che occupi è dentro il tuo cuore, lì trovati, abbracciati e qualunque sedia ti daranno tu accomodati. E non importa chi sarai per gli altri, ma chi sei per te. Solo tu conosci il peso del tuo cuore, l'onestà nel trattarlo e la spiritualità di viverlo. Quelli senza coscienza rimasero in piedi, trovando un difetto per ogni sedia. Rosanna Badalamenti |
Post n°360 pubblicato il 02 Aprile 2023 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°359 pubblicato il 15 Gennaio 2023 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Il culo, che meraviglia. E' tutto un sorriso, non è mai tragico. Non gli importa cosa c'é sul davanti del corpo. Il culo si basta. Esiste dell'altro? Chissà, forse i seni. Mah! - sussurra il culo - quei marmocchi ne hanno ancora di cose da imparare. Il culo sono due lune gemelle in tondo dondolio. Va da solo con cadenza elegante, nel miracolo d'essere due in uno, pienamente. Il culo si diverte per conto suo. E ama. A letto si agita. Montagne s'innalzano, scendono. Onde che battono su una spiaggia infinita. Eccolo che sorride il culo. E' felice nella carezza di essere e ondeggiare. Sfere armoniose sul caos. Il culo è il culo, fuori misura. Carlos Drummond De Andrade |
Post n°358 pubblicato il 16 Novembre 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Quando ero piccolo adoravo il circo, mi piacevano soprattutto gli animali. Ero attirato in particolar modo dall’elefante che, come scoprii più tardi, era l’animale preferito di tanti altri bambini. Durante lo spettacolo quel bestione faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune… Ma dopo il suo numero, e fino a un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato a un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe. Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa e forte, mi pareva ovvio che un animale in grado di sradicare un albero potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire. Era davvero un bel mistero. Che cosa lo teneva legato, allora? Perché non scappava? Quando avevo cinque o sei anni nutrivo ancora fiducia nella saggezza dei grandi. Allora chiesi a un maestro, a un padre o a uno zio di risolvere il mistero dell’elefante. Qualcuno di loro mi spiegò che l’elefante non scappava perché era ammaestrato. Allora posi la domanda ovvia: «Se è ammaestrato, perché lo incatenano?». Non ricordo di avere ricevuto alcuna risposta coerente. Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell’elefante e del paletto, e ci pensavo soltanto quando mi imbattevo in altre persone che si erano poste la stessa domanda. Per mia fortuna, qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato abbastanza saggio da trovare la risposta giusta: L’elefante del circo non scappa perché è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo. Chiusi gli occhi e immaginai l’elefantino indifeso appena nato, legato al paletto. Sono sicuro che, in quel momento, l’elefantino provò a spingere, a tirare e sudava nel tentativo di liberarsi. Ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui. Lo vedevo addormentarsi sfinito, e il giorno dopo provarci di nuovo, e così il giorno dopo e quello dopo ancora… Finché un giorno, un giorno terribile per la sua storia, l’animale accettò l’impotenza rassegnandosi al proprio destino. L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché, poveretto, crede di non poterlo fare. Reca impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata subito dopo la nascita. E il brutto è che non è mai più ritornato seriamente su quel ricordo. E non ha mai più messo alla prova la sua forza, mai più… A volte viviamo anche noi come l’elefante pensando che non possiamo fare un sacco di cose semplicemente perché una volta, un po’ di tempo fa ci avevamo provato ed avevamo fallito, ed allora sulla pelle abbiamo inciso “non posso, non posso e non potrò mai”. Se vuoi, puoi! “Lascia che ti racconti" di Jorge Bucay |
Post n°357 pubblicato il 09 Novembre 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°356 pubblicato il 21 Ottobre 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
C'è un solo modo per capire in che direzione andare. Devi seguire la tua 'paura'. Essa ti mostrerà la via. Fuggire da ciò che t'impaurisce è un modo per perdere il cammino: così facendo ti allontani sempre più da ciò che stai cercando. Se hai timore di affrontare quella persona o quella situazione, si trova proprio lì il nodo da sciogliere. Quel nodo che se riconosciuto e affrontato ti donerà le chiavi della libertà. D'ora in poi, quindi, quando avvertirai paura, fastidio, irritazione e preoccupazione non fuggire. Rimani in ascolto di ciò che provi. E con coraggio addentrati a scoprire il tesoro nascosto nel tuo malessere. I tesori più preziosi vengono custoditi dal drago più terribile. Per raggiungere i tesori, bisogna andare dal drago e baciarlo. Bert Hellinger. |
Post n°355 pubblicato il 12 Ottobre 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°354 pubblicato il 06 Settembre 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Un amante … beh … chiedete alle camere d’albergo … ai vicoli fuori mano … ai portieri di notte … ai treni o ai taxi presi per raggiungere un luogo dimenticato da Dio. Chiedete ai letti sfatti … alle donne addette alle pulizie che trovano i preservativi usati. Chiedete a chi nei corridoi ha sentito ridere. A chi ha visto le lacrime degli addii o degli arrivederci. Chiedete ai cigolii delle molle del letto o a quel ristorantino dove si è fatta la follia di andare una volta a cena o a pranzo fuori per gioco. Chiedete agli ascensori in cui qualcuno si è specchiato per controllare se tutto fosse in ordine per l’appuntamento. Chiedete ai muri di alcune case che hanno visto uomini e donne piangere e sentirsi in colpa. Chiedete ai “Dio mio … che sto facendo ?” per poi capire che si aveva solo bisogno di sentirsi vivi e di sognare e di vibrare. Chiedete alle valigie fatte e disfatte. Alle scrivanie degli uffici. Agli orologi che in quegli incontri avevano il tempo contato. Chiedete. Chiedete degli amanti che era solo sesso e piacere e di quelli che poi si è provata quella scintilla in più. Chiedete quanto amore serve ed è esistito o esiste in quella scintilla. Oppure quanto piacere ed eroticità negli incontri di soli corpi. Chiedete cosa sia un amante a chi lo è stato in un modo o nell’altro. Chiedete a chi forse non stirava camicie e non poteva preparare la cena ma era più presente di un marito o una moglie. Chiedete ai telefoni e alle chiamate di nascosto. Chiedete al Natale o ai giorni di compleanno non vissuti. Chiedete alla pazienza. Chiedete ai sorrisi stampati sul volto e alla semplicità di momenti rubati alla realtà. Cosa è un amante … ? Ecco è qualcuno che seppur costretto al silenzio spesso oltre al sesso prova a costruire un paio di ali all’altro per farlo volare … ancora … |
Post n°353 pubblicato il 02 Settembre 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
L'amore da una parte sola non basta, Giò. Le tue sono fantasie da masochista. Non si regala l'anima a chi non è disposto a regalare la sua. Chi non fa regali, non apprezza i regali. Tu cerchi Iddio in terra, e sei disposta a qualsiasi menzogna pur di inventarlo. Ma Iddio non si inventa e neppure l'amore. L'amore è un dialogo, non un monologo. Oriana Fallaci |
Post n°352 pubblicato il 12 Agosto 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°351 pubblicato il 05 Agosto 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°350 pubblicato il 13 Luglio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°349 pubblicato il 08 Luglio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Ci rincontreremo tra qualche anno. Io con un nuovo taglio di capelli ma sempre col sorriso sulle labbra e tu, con una bella camicia nonostante il caldo, e con qualche ruga in più sul viso, ma sempre affascinante. Ci rincontreremo tra qualche anno e guardandoci dimenticheremo tutto il male che ci siamo fatti a vicenda, ricordandoci solo le cose belle che abbiamo saputo regalarci. Ci rincontreremo tra qualche anno e ci sorrideremo esattamente come la prima volta che ci siamo visti. Scambieremo due chiacchiere tra una risata emozionata e un luccichio negli occhi che somiglia molto alla nostalgia di ciò che siamo stati un tempo. Ci faremo domande generali pur di mantenere vivo il discorso e mandare via i ricordi che vogliono prendere vita dalla bocca di ognuno di noi. Mi chiederai del lavoro, se vivo ancora con i miei. Ti chiederò del tuo lavoro e di quei tuoi amici che non ho più rivisto da quando non ho più visto te. Li prenderemo un po’ in giro ricordando alcuni aneddoti di quelle sere d’estate passate davanti ad una birra di troppo e ricorderemo anche le nostre di serate, quelle in riva al mare ad ascoltare il suono delle onde, le promesse fatte e mai mantenute, non lo diremo ad alta voce, ma ci capiremo comunque scambiandoci uno sguardo malinconico. Continueremo a guardarci negli occhi con la stessa intensità ed emozione delle volte in cui ci incontravamo. E per un momento, un momento soltanto, avremo l’impressione che il tempo non sia mai trascorso tra noi, che siamo gli stessi di quel periodo, ma poi, ripensandoci bene, stiamo parlando di una vita fa ormai. Ti scuserai perché devi scappare in ufficio e mi inviterai a prendere un caffè qualche volta perché ti farebbe piacere - e lo so che te ne farebbe tanto -, ma non ci scambieremo il numero di telefono, e non perché è sempre lo stesso, ma perché ora tu sei sposato e non puoi. Ci rincontreremo tra qualche anno, ci saluteremo con un abbraccio, tu prenderai la tua strada ed io proseguirò per la mia, esattamente come la volta che ci siamo lasciati. Stavolta però, ci volteremo mentre ci guarderemo allontanare. Stavolta per non rincontrarci più, se non per caso ancora. Ci rincontreremo tra qualche anno e ci accorgeremo che le emozioni sono sempre quelle di una volta, ma che la promessa più importante di tutti non potrà essere mantenuta. Quella che tra le lacrime l’ultima volta ci facemmo: “ci rincontreremo quando sarà il nostro tempo, lo so. Lo sento.” Non immaginando che il nostro tempo era esattamente quello che a fatica, è vero, stavamo già vivendo e ci rimpiangeremo per tutto il resto della vita. Martina Boselli |
Post n°348 pubblicato il 01 Luglio 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°347 pubblicato il 25 Giugno 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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Post n°346 pubblicato il 07 Giugno 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
"Per l'uomo di cultura la salvezza non sta nel varcare il cancello che immette nell'Eden della rete; sta, piuttosto, nei cancelli che lo proteggono dalla valanga dei messaggi. Perché di Internet, e in Internet, si può affogare. Avere troppa scelta ci fa scoppiare di scelta; ed essere inondati di messaggi ci ammazza di messaggi." Lo scriveva Giovanni Sartori nell'opera "Homo videns". Pur sottolineando le potenzialità della rete, infinite, "tanto nel bene come nel male", il professore metteva in guardia dall'idea che Internet potesse divenire uno "strumento" di "elevazione culturale" La persona di cultura, secondo Sartori, continua comunque a formarsi sui libri. Il vero problema viene dal telespettatore, abituatosi ad un rapporto "passivo", che utilizza la rete con lo stesso atteggiamento acritico, privo della capacità d'astrazione, con cui fino a poco tempo prima aveva seguito i programmi televisivi. La conclusione di Sartori è che Internet, potenzialmente, potrebbe anche accrescere il livello culturale, ma "il sapere immagazzinato nelle reti" resterà "largamente inutilizzato". |
Post n°345 pubblicato il 05 Giugno 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
Si racconta la storia di due cani, che, in momenti diversi, entrarono nella stessa stanza. Uno ne uscì scodinzolando, l’altro ne uscì ringhiando. Una donna li vide e, incuriosita, entrò nella stanza per scoprire cosa rendesse uno felice e l’altro così infuriato. Con grande sorpresa scoprì che la stanza era piena di specchi. Il cane felice aveva trovato cento cani felici che lo guardavano, mentre il cane arrabbiato aveva visto solo cani arrabbiati che gli abbaiavano contro. Quello che vediamo nel mondo intorno a noi è un riflesso di ciò che siamo. Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che abbiamo pensato. La mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo. |
Post n°344 pubblicato il 01 Giugno 2022 da AVV_PORFIRIORUBIROSA
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