TOUJOURS PRET

Filosoficamente


Conosci te stesso, era l’esortazione che Socrate rivolgeva ai suoi allievi e la scritta che campeggiava sul pronao del tempio di Apollo a Delfi.Cos’è l’uomo è una domanda filosofica.Chi sono io, è una domanda personale. I filosofi come gli scrittori ci mostrano i meccanismi della mente, cosa fa scattare l’uomo, cosa si nasconde dietro la violenza, la rabbia, la paura, l’irritazione, etc. Ma queste verità non hanno valore se non vengono adattate a quelle che sono le nostre verità personali. Ci sentiamo realizzati quando comprendiamo chi siamo e cosa vogliamo, scoprendo ed affermando la nostra identità. Nessuno però può spiegarci chi siamo, soltanto confrontandoci con quella che Jung chiamava l’Ombra, incominciamo a prendere familiarità con noi stessi, a domandarci: di cosa ho paura? Cosa desidero? Cosa mi suscita vergogna o repulsione?Ci sono aspetti del nostro Io che giudichiamo vergognosi, inconfessabili, inguardabili. Cosi li reprimiamo ed essi continuano ad avere potere su di noi. Tutto il rimosso, il non visto, il celato alimenta le resistenze, le paure, le angosce interiori. Al contrario guardando, accettando quelle parti di noi, possiamo sublimarle.Capendo i meccanismi della nostra mente, diveniamo meno rigidi, meno dispotici, meno intolleranti. La nostra visione del mondo non sarà più miope, infantile, in grado di pensare soltanto in termini di bianco o nero, buono o malvagio, ma potrà finalmente percepire la complessità delle sfumature che sono presenti in ognuno di noi.