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"Gius e Napolitano"

Post n°60 pubblicato il 05 Settembre 2011 da tousatala
 

Oggi ho la rara fortuna di condividere anche alcuni momenti delle poche vacanze del Presidente Napolitano a Stromboli, dedicati soprattutto a scambi di opinioni e ascolti di musica al tramonto tra gli ulivi.Posso quindi affermare che per ciò che attiene alla visione del mondo, i due si sarebbero piaciuti non poco, pur essendo ben radicati ciascuno nella propria cultura e nella propria tradizione, quella laica e quella religiosa.A dispetto delle reiterate e risibili accuse di integrismo, Don Giussani era di una apertura culturale assai rara, e ancora dopo tanti anni, proprio il Meeting sta lì a dimostrarlo.
Ed è da questo spunto che hanno preso vita le centinaia di iniziative di solidarietà che si sono consolidate nel tempo: cito tra tutte solo il Banco Alimentare, come esempio di una struttura che è in grado di venire incontro quotidianamente ai bisogni di migliaia di convivenze che altrimenti non potrebbero operare.
Altro aspetto che Don Giussani non avrebbe mancato di far notare ad uno statista così attento alle grandi questioni internazionali e ai rapporti tra i popoli, in particolare quelli del Mediterraneo.Per celebrare la totalità della sintonìa, non resta che citare la musica.Don Giussani l'amava intimamente, al punto di farne un perno dei momenti educativi, per predisporre l'animo alla riflessione e allo stupore di fronte alla bellezza del creato.
Amava ripetere l'aforisma di Platone (il bello è lo splendore del vero) e nelle lunghe ore di silenzioso ascolto durante i nostri viaggi in macchina per andare da Papi, Cardinali, Uomini di Stato, si pasceva con grande godimento spirituale delle note di Bach, Mozart, Beethoven, Schubert, Haydn.Non dimenticherò mai una tersa mattina di settembre, lungo le strade in saliscendi vicino ad Albano, quando gli feci ascoltare il Koln Concert di Keith Jarret: entusiasta della scoperta, lo volle risentire più volte, mentre scorreva accanto a noi il panorama degli azzurri laghi del Lazio.E' lo stesso godimento intellettuale che ho letto negli occhi del Presidente durante l'ascolto al tramonto del Bach di Glenn Gould: perché anche lui è molto sensibile all'eco della musica capace di far risplendere la bellezza del vero.Due anni fa (sarei poi partito per il Meeting per tenere un incontro sulla comunicazione), facendo una amara analisi del degrado cui il paese stava andando incontro, gli dissi che a mio parere c'erano pochi luoghi capaci di formare una classe dirigente, e che uno di quelli era il movimento di CL, proprio per la sua tradizione di educare al bello, al giusto e al vero.Mi auguro che se ne sia potuto rendere conto di persona.
Fonte:
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_articolo=4962&ID_blog=242&ID_sezione=524

 
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