La nostra cantina alla Fossola ha la terrazza in mezzo ai tetti. Una specie di trincea, tra la vita della campagna e quella della città, con tutto il mondo attorno. Sotto, lontano, il blu del mare, che sembra stare da tutt'altra parte, sganciato dalla realtà che circonda. Tutt'attorno, altre cantine, campi lavorati e, purtroppo, altri abbanodnati a sè stessi. E poi i muretti a secco, mosaici di pietre che disegnano immagini: a volte facce, o mappe: basta saperli decifrare.Le scalee: alla Fossola che è rimasta, quella colonizzata, non vi sono gradinate verticali. La scalinata che dal piazzale conduce fino alla Chiesetta dell'Angelo Custode, pare una mulattiera, con gradini bassi a mosaico di sasso, la cui prima pietra, il capostipite, è un'opera d'arte stretta e lunga, che protegge ogni singolo pezzo del proprio mosaico.Per riconciliarsi con la verticalità e la vertigine, è necessario spostarsi nella zona che non c'è più, sulla frana. Però ci resta dentro solo il senso della vertigine, mescolato con il dolore della sconfitta. La macchia mediterranea, non più guidata dalla mano buona dell'uomo, ha riprogettato il significato delle porzioni di scalinata che qua è la si intravedono ancora.
La Nostra cantina della Fossola
La nostra cantina alla Fossola ha la terrazza in mezzo ai tetti. Una specie di trincea, tra la vita della campagna e quella della città, con tutto il mondo attorno. Sotto, lontano, il blu del mare, che sembra stare da tutt'altra parte, sganciato dalla realtà che circonda. Tutt'attorno, altre cantine, campi lavorati e, purtroppo, altri abbanodnati a sè stessi. E poi i muretti a secco, mosaici di pietre che disegnano immagini: a volte facce, o mappe: basta saperli decifrare.Le scalee: alla Fossola che è rimasta, quella colonizzata, non vi sono gradinate verticali. La scalinata che dal piazzale conduce fino alla Chiesetta dell'Angelo Custode, pare una mulattiera, con gradini bassi a mosaico di sasso, la cui prima pietra, il capostipite, è un'opera d'arte stretta e lunga, che protegge ogni singolo pezzo del proprio mosaico.Per riconciliarsi con la verticalità e la vertigine, è necessario spostarsi nella zona che non c'è più, sulla frana. Però ci resta dentro solo il senso della vertigine, mescolato con il dolore della sconfitta. La macchia mediterranea, non più guidata dalla mano buona dell'uomo, ha riprogettato il significato delle porzioni di scalinata che qua è la si intravedono ancora.