3. Trascrizione

Post N° 24


... e questi sono la rivelazione dell'anno, nel mio personalissimo cartellino.Amorphous Androgynous. Filiazione diretta - o meglio alter ego, o più precisamente diversa incarnazione - dei Future Sound of London. Tre dischi, diventati poi cinque, per la fissa dei remix e delle rielaborazioni.Musica indescrivibile nel suo complesso, nel suo essere riconoscibile e descrivibilissima passaggio per passaggio: le radici techno del gruppo madre, con l'ossessività percussiva che si addolcisce nei toni dei Massive Attack più abbordabili (quelli della Unfinished Sympathy); il mellotron di Strawberry Fields Forever e altre piacevolezze beatlesiane; sitar e tabla per precise suggestioni indiane, che si colorano di Donovan all'arrivo di flauto e acustica; space rock progressive dei mid-70, con tanto di organo Farfisa esile esile ma preciso preciso; melodie e atmosfere svagate ma sempre un po' inquitanti alla Tortoise; l'incalzante ossessività ritmica dei Porcupine Tree, che si tramuta nella musica ripetitiva di Terry Riley; un canto vagamente alla Robert Wyatt; e per finire una tromba melodica alla Miles Davis più ispirato, e forse filtrato da Mark Isham.Di tutto, insieme, in un pastiche sonoro gradevolissimo, dalle sonorità pulite, affascinanti, sempre sorprendenti nel loro essere per l'appunto conosciute e riconoscibilissime.Da ascoltare, assolutamente.