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VERRECCHIE

Post n°170 pubblicato il 27 Maggio 2009 da trastevere1956

 

VERRECCHIE (Er Paesello Nostro)

 * * * * * 

C'avemo na' Cometa tra li monti, 

'ndo se 'ncontamo a Agosto tutti quanti

e quanno stamo inzieme in armonia,

sembramo veramente n'unica Famija...

St' aria frizzantina de Verecchie,

trasforma in Miss Italia le ranocchie !

Chi viene a ossiggenasse o a fasse 'n sonno,

capisce che sta a vive a n'arto Monno !

L'allegria sincera della gente,

te fa scorda i penzieri in un istante.

E pe' sta bene inzieme basta poco !

Damose na mano a spegne er foco...

Sto mucchio de Romani e un Milanese,

je vonno propio bene a sto Paese !

E co' l'aiuto de tutti quanti,

passamo tante sere divertenti...

La Piazza der Paese da ch'è nata

da tutte l'artre parti c'è invidiata !

C'ha na scaletta che je fa da palco,

qualunque Artista vie je pia n'ammanco...

La Chiesa sopra ar Monte è pitturata e

sembra la Regina da' vallata,

controlla co' li sguardi soridenti

li Regazzini che giocheno contenti...

Se voi riempi la panza in modo impertinente,

o vai dar Verecchiano o giù alla Fonte...

Ma pè smarti sta maggica magnata,

vai giu alla Gaia e te fa na bella passeggiata !

La vecchia scola sta a cambià mestiere,

vò diventà padrona delle sere,

invita a fa bardoria i villeggianti

co' sagre,giochi,cene, balli e canti...

Si poi te voi godè er fresco fino in fonno,

te vieni a mette a sede da Rolando,

se famo na bevuta in compagnia,

chiudenno la nottata in allegria...

C'è pure un probblemino si lo volemo dì,

ma lassamo perde penzamose a divertì !

 * * * * *

TRASTEVERE 1956

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MATRICIANA

Il mio Piatto Preferito

 

PERCHE MATRICIANA E NON AMATRICIANA

* * *

Grandi discussioni sono sorte sul termine "Matriciana". C'è chi sostiene che la ricetta sia di Amatrice (da cui Amatriciana), e chi, invece, ritiene che si tratti di un piatto romano. In effetti, se si scava alla radice, si può notare come le differenze tra le due ricette siano notevoli: in bianco e senza cipolla ad Amatrice, con il sugo e la cipolla a Roma. La ricetta in realtà nasce a Roma, e sono gli abitanti di Amatrice a crearne una "copia" riveduta e corretta. Dice la tradizione che gli abitanti di Amatrice venivano a "svernare" a Roma, poichè il loro clima era molto rigido d'inverno. Non c'erano grandi simpatie tra i Romani e gli Amatriciani, tanto è vero che a Roma girava una battuta, un po' pesante, con la quale si sosteneva che "gli abitanti di amatrice non potevano essere concittadini di Ponzio Pilato, poichè lui si era lavato le mani, mentre loro non si lavavano neanche quelle!". L'origine del termine Matriciana è stato imputato a differenti motivazioni, che riportiamo di seguito:

1) (fondamentale) I pomodori usati per il sugo venivano conservati fin dai tempi dei Romani in speciali otri, o vasi, che in latino son detti "matara". D'altronde il "matraccio" e' a tutt'oggi un recipiente in vetro dal collo lungo che trova uso in chimica.

2) L'origine degli spaghetti alla "matriciana" si perde pero' nella notte dei tempi, quando ancora le sorti dell'umanita' erano rette dall' istituto del "matriarcato". Ed erano un piatto usato solo in riti molto particolari ch e si svolgevano durante il solstizio d'inverno tra i monti dell' alto Lazio; da cui i maschi erano non solo esclusi, ma del tutto all'oscuro.

3) Nel sugo, infine, aveva grande parte la "matricale", una pianta erbacea aromatica delle composite con infiorescenze a capolino, simili a piccole margherite, raccolte in corimbo. Il suo uso purtroppo e' ormai fuorimoda in questa brutta societa fastfood, ma la sua impronta e' rimasta incisa nel nome.

Stà di fatto che la "Matriciana" è una variante della cosiddetta "Gricia", ricetta degli antichi pastori romani (e non Amatriciani, visto che Amatrice ancora non esisteva...), fatta con guanciale e salsiccie a pezzi.

 

ALDONE NOSTRO

LA SUA MATRICIANA

* * *

Soffriggete in padella staggionata, cipolla, ojo, zenzero infocato, mezz'etto de guanciale affumicato e mezzo de pancetta arotolata. Ar punto che 'sta robba è rosolata, schizzatela d'aceto profumato e a fiamma viva, quanno è svaporato, mettete la conserva concentrata. Appresso er dado che jè dà sapore, li pommidori freschi San Marzano, co' un ciuffo de basilico pe' odore. E ammalappena er sugo fa l'occhietti, assieme a pecorino e parmigiano, conditece de prescia li spaghetti.

 

 
 

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