trattoastratto

Una storia molto sconveniente


Si conoscevano casualmente da tempo, pur frequentando cassetti diversi. Era una conoscenza formale e superficiale, ma lui l’aveva notata subito e mostrava verso di lei un certo interesse gentile. Di lei non è dato sapere, poichè aveva sempre mantenuto un atteggiamento di contegnoso riserbo.Lui era allampanato e scuro, elegante ed essenziale, percorso per tutta la sua lunghezza da una serie di costine. Era sempre in compagnia del fratello, un tipo silenzioso che gli assomigliava molto.Lei era cedevole al tatto, setosa e morbida, con inaspettati inserti di pizzo che fiorivano maliziosi tra il nero della stoffa lucida, creando a sorpresa, improvvise trasparenze. “Buongiorno” e “Buonasera”, nulla di più, talvolta avevano condiviso un appoggio temporaneo sul piano del letto. Lui rigorosamente dalla parte sinistra, lei rigorosamente dalla parte destra.Qualche volta avevano condiviso anche la permanenza nel cesto della biancheria sporca, ma mai, mai e poi mai avevano diviso l’esperienza mistica del meraviglioso viaggio nella straordinaria macchina che gli uomini chiamano lavatrice. A lui, capo rustico e di poco prezzo, era normalmente vietato mescolarsi con una come lei. A lei soltanto, damina dai modi signorili, era riservato il privilegio del lavaggio “delicato”, e lui non l’avrebbe probabilmente sperimentato mai se non fosse rimasto “scompagno” in fondo al cesto della biancheria sporca, unico rimasuglio da lavare. Così la mano efficiente e sbrigativa della padrona di casa lo afferrò per la collottola e con un movimento deciso lo srotolò per intero. Si aprì l’enorme bocca trasparente e il calzino fu inserito con precisione all’interno della grande vasca lucente. Mentre giaceva nel buio, sopra a un mucchietto di panni , avvertì una piacevole sensazione tattile proprio sotto al calcagno. Era proprio la signorina in questione. Il calzino in parte si sovrapponeva all’adorabile creatura che giaceva apertamente distesa con morbido abbandono. La vicinanza era notevole e il calzino iniziò ad emozionarsi, aveva qualche difficoltà a mantenere una respirazione silenziosa. Tentava di rallentare il respiro, ma sentiva che non aveva aria a sufficienza.L’inizio del ciclo di lavaggio giunse pietoso a toglierlo d’impaccio. Annunciato da un suono cristallino di acqua che scendeva a cascata, riversava infine sopra a tutti loro una massa fragrante e profumata, frazionata in milioni di piccole gocce di un liquido scivoloso: acqua e detersivo emulsionati . Il calzino si sentì strappare verso l’alto e poi discese verso il basso, accompagnato con un movimento languido che cominciava a lavorargli dentro. Nel movimento ogni indumento si appoggiava all’altro e poi prendevano direzioni diverse, per scontrarsi in seguito di nuovo. La" vezzosa mutandina " gli danzava d’intorno, scomparendo a tratti nel vortice di una giravolta. Quando il movimento aumentò di intensità e si fece rotolante il calzino si lasciò andare, il vortice lo catturò completamente, il giro del cestello divenne completo e tutto parve perdere senso e riferimento. L’acqua sciabordava con un movimento che non aveva fine, attutiva i movimenti e li rendeva riflessi e senza peso. Il calzino fece un’altro giro completo, seguito da presso dalla mutandina, che esplose complice in una risatina squillante. Lui si drizzò sul bordo elastico per guardarla meglio e quello che vide lo lasciò senza fiato. Lei danzava meravigliosamente nell’acqua scivolosa, volava quasi, allargandosi con il corpo sciolto. La stoffa, gonfia d’acqua ondeggiava soffice ed invitante. Forse fu solo un’impressione, ma anche l’acqua parve scaldarsi. Il calzino agì d’istinto e con un movimento fluido si gettò verso la creatura che lo attirava tanto. Tutto il resto del mondo scomparve mentre lui la penetrava. Strettamente allacciati affrontarono il resto del lavaggio, con l’acqua che vorticava tirandoli verso il basso per gli improvvisi mutamenti di direzione del cestello, con le pause e i cambi di ritmo. Strettamente allacciati affrontarono il risciacquo, tonico, insistito e prolungato. Strettamente allacciati affrontarono il giro della morte della centrifuga. E quando non ebbero più fiato e forze, giacquero stropicciati e stanchi sul fondo concavo della lavatrice.Furono separati, alla fine, dalla efficiente padrona di casa, che li stese vicini vicini su un unico filo di plastica bianca. E lì rimasero, tutta una notte, oltre la ringhiera del balcone, a penzoloni sul nulla, sotto a un cielo pieno di stelle, a raccontarsi sospiri di desiderio e promesse d’ amore eterno.Dall'antologia Racconti nella Rete - Newton Compton - 2006