trattoastratto

Controvento - Parte terza - Evidenziare...come al solito :-)


- Controvento.- - ..azzo, che sfiga, sono sempre controvento - Questa che parla sono io. Lo so posso sembrare lamentosa e insulsa, ma non è da tutti macinare chilometri e chilometri di volo come me. Senza sapere se troverò il prossimo approdo. Senza nessuna certezza del domani. Qui il mondo cambia, manca la materia prima, trovare un fiore spontaneo è sempre più difficile. Per non parlare dell'inquinamento dell'aria, dei pesticidi e cose così. Così, vedete, vado, però diventa più difficile. Ogni anno che passa siamo sempre meno, ogni anno diventa più complicato. Stavo appunto volando controvento, mi sono abbassata per fare meno fatica e mi sono trovata davanti un muro all'improvviso. Non so come, un uomo si è eretto davanti a me. L'ho evitato all'ultimo minuto.Ma non ho potuto evitare di cadere malamente. Mi sono rialzata, stordita. Ho fatto un voletto di prova. Sul prato ce n'era un altro di uomo. Uno di quelli più bassi e sottili, uno di quelli che strillano forte e che hanno un prato di lunghi fili sottili che pendono dalla testa. Era steso sull'erba, immobile. Aveva  quei grossi occhi rotondi, che hanno gli uomini, spalancati e fissi. Gli ho girato intorno per un po'. Dalla bocca stupita aperta su una fila di bianchissimi sassi, pendeva un filo di bava. L'uomo più grosso, poco più in là, si sistemava quei grossi petali che lo ricoprono. Sembrava ignaro. Borbottava qualcosa che non capivo.   Sono strani questi animali giganti, che vanno in giro come i padroni del mondo. Non è la prima volta che li incontro. Purtuttavia la scena era molto triste. Non erano certo affari miei, ma ho sperato che piovesse. Talvolta l'erba, anche se calpestata, si rialza sotto lo stimolo gentile dell'acqua che cade. Ma non pioveva, anche se tirava vento e il cielo si scuriva, denso di nuvoloni grigi. Poi l'uomo grosso si è girato e se ne è andato, ed io che non capivo l'ho seguito. Gridavo "Fermati" "Aiuta quello piccolino che è caduto, o forse l'hai pestato proprio tu, che sei così ingombrante e prepotente sempre..." Ma non capiva, o forse non voleva proprio. Comunque lì ho sentito che non avevo scelta. Che la solidarietà travalica la razza, la religione, il sesso e financo il genere...Così ho pensato che dovevo fermarlo ad ogni costo. E allora l'ho punto. L'ho punto dietro al collo, subito sopra i petali che gli coprono la schiena e sotto  il prato che gli ripara la testa. Ma lui, di nuovo, non ha capito, mi ha dato una gran manata e se ne è andato via.  Io sono caduta a vite, il ventre squarciato, sopra una foglia tra i fili sottili allargati dell'uomo steso in mezzo  al prato. Adesso sto morendo piano e mi chiedo che senso abbia avuto questa mia vita. Non penso di aver sbagliato giocandomela tutta in un minuto. Sono abituata a pensare che nulla dura in eterno e che il mondo è un continuo divenire. L'unica cosa che mi dispiace è di essere stata un'ape che non ha fatto la differenza, piccola e insignificante ...