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Un blog creato da Friederich_Haarman il 15/01/2010

Boutique del suino

Fuori dalla logica

 
 

 

Fu

Post n°157 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da Friederich_Haarman

Si salutarono sorridendo, con una stretta di mano troppo lunga per essere solo un arrivederci. Continuavano a guardarsi e a sorridersi,  a incespicare parole imbarazzate, sdilinquendosi in auguri buffi cui non sapevano porre fine. “Divertiti”. “Non fare il bravo”. “Occhio agli indigeni, sono pericolosi”. “Vacci piano con la tequila”. “Non stare troppo al sole, ti potresti essiccare”. Eppure non c’era traccia di dispiacere. L’indomani lui sarebbe partito e non si sarebbero più visti. Si conoscevano da un giorno, e fu un po’ amore, ma di quelli da consumarsi preferibilmente subito, o mai più. E la cosa più strana è che avevano scelto mai più. Tra il dire e il fare la notte era finita prima che il dire fosse venuto a noia. Era l’alba e ancora chiacchieravano e ridevano. Che poi avevano chiacchierato soprattutto di quello che l’uno avrebbe voluto fare all’altra, e viceversa. Non ci fu il tempo, perchè a dispetto di tutto ciò che li faceva sentire come una reciproca urgenza erano in realtà molto lenti, avevano deciso – senza dirselo – che sarebbero stati, l’uno per l’altra, il grande incompiuto che ognuno deve avere in curriculum. Una di quelle cose cui pensare anche a distanza di anni, uno di quei ricordi che sbuca sempre nelle intercapedini tra la vita tranquilla che si vive ogni giorno e quella eccitante che si vorrebbe ogni tanto. Una di quelle cose che ti fa ricordare quant’eri giovane e bello (anche se non eri così giovane e nemmeno così bello), una di quelle cose che ti dà l’impressione che avresti potuto fare qualunque cosa, se solo avessi voluto, anche se di fatto non ne hai alcuna prova.

 
 
 

Non

Post n°156 pubblicato il 05 Febbraio 2012 da Friederich_Haarman

Non sopporto la parola post. Addirittura preferisco esternazione.

 
 
 

Petit

Post n°155 pubblicato il 26 Gennaio 2012 da Friederich_Haarman

l' ho fatto ancora.pesa sei etti ed è ricoperta da una lanugine grigia e rosa.
ha occhi pieni di bolle lucide euna voce da stagno. una  maledizione
egotica mi ha riempito la casa di figliocci urlanti. fossero suonerie
di cellulare da zittire, fossero gemiti di bambola meccanica
da far morire. invece trattasi di richiamo di carne e sudore.
sono appesi in grumi di torri/uva., sparsi nel salotto,
ai piedi della gabbia per la gatta. hanno invaso ciondolanti
la dispensa, hanno adottato la mezza anguria come lettino,
hanno intoppato le mie scarpe di feci bianche. sono i miei parti.
ogni pensiero sbagliato, rivolto a chi tu sai, è una nuova
palla viva rotolante dal terrazzo alla cucina. ne ho partoriti
ventisette, ieri. sdraiata sul divano in pelle, uno ogni dieci minuti
per il nuovo record stagionale. fossero anche figli della
voce del telegiornale. di bare e vacanze, di cisti di mare.
fossero pensieri senza forma, stagionati e andati a male.
fosse solo un racconto, non storia vera. vi lascerei
in omaggio il mio passamontagna di ferragosto,
vi lascerei le chiavi sotto al cuscino. dimenticavo!
pulite bene l' insalata che cresce in cucina: ha i capillari rotti e perde
molta saliva. copritevi bene il collo, prima di entrare dal
portone principale: è proprio lì, in quel punto candido
 e delicato che le mie labbra preferiscono baciare.
i miei figliocci lasciateli pure stare, un giorno o
l'altro smetteranno di gridare.

 
 
 

Di ritorni in torni

Post n°154 pubblicato il 24 Gennaio 2012 da Friederich_Haarman

Greta viveva con la madre semibuia e un gatto chiamato
Andrea in un appartamento che a vederlo dalla soglia, in piedi sullo stoino,
avresti detto carino sarchiando la suola alle scarpe ma che ad entrarci... ad entrarci,
ti saresti messo ad urlare voglio uscire da te, fammi uscire da te scarificandoti con
le unghie pel panico mezza faccia nel momento stesso in cui la porta,
richiudendosi sinistramente da dietro, ti avesse fatto giungere tra le scapole il soffio,
anzi, lo stronfio diaccio del battente che gira sui cardini e non cigola,
no no no, ma stronfia spostando una gran massa d'aria come stronfiano
le massaie grasse che salgono le scale, simili a partorienti quando
nei film il poliziotto della stradale improvvisatosi ostetrico ingiunge loro (le partorienti,
non le massaie grasse) di respirare forte e poi queste qui sbuffano berciano e
ti scacazzano uno stronzone peloso sui sedili posteriori dell'auto che muore strangolato
dal cordone ombelicale... la porta, si diceva, gira sui cardini, impatta il telaio fissato nello stipite e come un mantice parlante, aderendo all'infisso e lasciando scorrere
linguacciuto e insinuante il chiavistello nel bucio, mentre il soffio ti vibra sulla
nuca e ti scende per la collottola fin tra le natiche, dentro al soffio ti sussurra un sussurrio di cose terribili sul conto di Greta, la madre semibuia e il gatto chiamato Andrea.

 
 
 

Al Tg

Post n°153 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da Friederich_Haarman

Liberato l'ostaggio Friederich Haarman. Commossi e felici i colleghi artisti e il benzinaio sotto casa. Al vaglio degli inquirenti i motivi del sequestro. Già esclusa l'ipotesi del riscatto. Nell'unico e sibillino messaggio pervenutoci, i sequestratori si dichiaravano "soddisfatti dei 38 euro mensili che i genitori dell'ostaggio pagano con regolarità già da tempo". Friederich è attualmente sottoposta ad accurate visite mediche: se si esclude una lieve abbronzatura, non risultano variazioni di rilievo nelle sue condizioni fisiche, ma ci si attende che la perizia psichiatrica spieghi il perchè e il senso delle frasi che l'ex-ostaggio ripete ossessivamente ("Saturazione..." "Caspita" "Umbratile"..."premere ok per visualizzare", "premere esc per uscire"...

Per ora è tutto, alla prossima edizione per gli aggiornamenti.

 
 
 
 

 

 

 

 
 
 
 

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