Sensazioni interiori

Ricordi d'autunno


Il Po a Piacenza, Cascella Michele Gallleria d'arte moderna Ricci OddiL’autunno continua a regalarci il sole, anche qui nell’umida padania; forse è l’effetto del rito leghista al dio Po, anche se, personalmente, queste cerimonie mi fanno sorridere, dato che l’amore nei confronti di un fiume si dovrebbe dimostrare in un modo più serio e non attraverso queste pagliacciate. Io, il dio Po, non l’ho mai amato molto, forse perché da bambino, quando ancora abitavo a Cortemaggiore, sono cresciuto vicino ad un piccolo torrente, l’Arda; spesso andavo a giocare vicino alle sue sponde: era un corso d’acqua poco più di un grosso canale e non mi metteva paura, anzi, ero affascinato da quell’ambiente naturale.  Adesso invece mi ritrovo il Po, quando vado a correre sull’argine e nonostante tutto provo ancora timore per questo grande fiume, ma provo anche tanta compassione per come e stato ridotto mentre osservo le sue acque sporche, frutto di una industrializzazione che non ha mai saputo tener conto dell’ambiente, ma soltanto degli interessi economici di poche persone.A volte però questo fiume trova ancora la forza di ribellarsi all’uomo, allagando, con le sue acque torbide interi caseggiati e paesi. Mi ricordo ancora la paura della piena nel 1994, l’anno in cui nacque mio figlio, quando aspettammo con trepidazione il suo passaggio: è soltanto in quei momenti che ci si rende conto del male che è stato fatto alla natura e che, nonostante si promettano dei cambiamenti, si ritorna sempre a fare i propri porci comodi appena l’emergenza è passata; se non ricominciamo ad amare la natura, non può esserci un vero progresso.