Sensazioni interiori

La scuola classista


Uno degli errori che non riuscirò mai a perdonarmi e che ho commesso tanti anni fa, è quello di non essermi impegnato sufficientemente a scuola. E’ anche vero che in quel periodo la situazione economica era molto diversa da quella di oggi: mio padre, lavorava all’agip come operaio e doveva da solo mantenere una famiglia composta da quattro figli e la moglie e non aveva né il tempo né la cultura per potermi seguire negli studi, ma questo non giustifica l’atteggiamento che avevo verso la scuola; altri miei compagni si trovavano in situazioni analoghe alla mia, ma alla fine sono riusciti ad ottenere risultati migliori dei miei. Probabilmente non sono stato capace di trovare gli stimoli giusti, anche se penso che il colpo finale me l’abbia dato la scuola di avviamento professionale, scuola che ancora oggi detesto con forza. Se penso che la Moratti, quando era ministro della pubblica istruzione, abbia tentato un’operazione di questo genere, mi viene la pelle d’oca, perché se è giusto che chi non ha voglia di studiare debba andare a lavorare, (altrimenti i lavori manuali poi li devono fare per forza gli extracomunitari) si deve anche dare a tutti la stessa base di partenza, senza nessuna discriminazione di classe. In quegli anni non era così, e i figli degli operai erano nella stragrande maggioranza dirottati nelle scuole di avviamento professionale, mentre gli altri andavano nelle medie. Per fortuna poi attraverso le lotte dei lavoratori e degli studenti, anche nella scuola le cose cambiarono e si andò alla istituzione della scuola media unificata. Io però in quegli anni stavo già iniziando la mia prima esperienza di lavoro come apprendista accordatore di strumenti musicali.