Sensazioni interiori

Un film


Sabato sono andato con mio figlio al cinema; di solito preferisce andarci con sua zia, però, quando il film contiene alcune scene un po’ violente, allora viene da me e mi chiede di accompagnarlo. Siamo andati, così, a vedere “Cloverfield” un film che non mi ha entusiasmato molto ma che, invece, è piaciuto a mio figlio. Probabilmente io sono cresciuto con un genere di film molto diverso, d’altra parte, quando avevo la sua età, la programmazione dei film era basata su contenuti completamente differenti e inoltre in quel periodo, non potevo permettermi di andare nelle sale di prima visione e dovevo quindi accontentarmi di quello che proiettavano, con poche possibilità di scelta. Ho notato poi, che è cambiato anche il modo in cui si guarda il film: noi entravamo nella sala di proiezione con le stringhe di liquirizia, mentre oggi i ragazzi si sono più americanizzati e si riforniscono di pop-corn e coca cola. Ho avuto l’impressione che nei giovani d’oggi, manchi la fantasia e che ci sia in loro un forte stimolo all’omologazione in tutto quello che fanno. Ai miei tempi invece l’immaginazione era fondamentale e nonostante le poche cose che avevamo, riuscivamo a gustarci maggiormente la vita. C’è da sperare che il potere d’acquisto delle famiglie, ormai in declino da una quindicina d’anni, non porti questi giovani alle ristrettezze economiche che avevamo noi, perché loro non riuscirebbero mai a sopravvivere attraverso la solidarietà e la fantasia.