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PRESENTAZIONE MIO LIBRO PER LO SPEED READ ORGANIZZATO DALL'ASS.NE SERVIZI CULTURALI DI MILANO DEL 29.2.08


Buonasera. Grazie per avermi concesso un po' del vostro tempo e della vostra attenzione per parlarvi del mio libro. Sono cinque racconti ispirati, e ambirebbero a ricrearne lo spirito, alla fiaba popolare. Sul sito dell'associazione, ho appreso con piacere che parecchi altri hanno fatto come me cimentandosi nello scrivere delle fiabe. Ciò mi ha fatto ripensare ad alcuni dubbi ed interrogativi precedenti la decisione di realizzare la raccolta, e che erano rappresentati dalla necessità di verificare se ci fosse davvero bisogno di scriverne altre e nuove, benché ne fossero già state raccolte, ad esempio dai Grimm, da Basile, da Calvino, e scritte da numerosissimi altri, penso in tutte le culture del mondo. Ho tentato di stabilirlo partendo dall'intramontabile fascino che le fiabe popolari continuano, imperterrite, ad esercitare, ad onta del trascorrere dei secoli e delle epoche, divertendo ed appassionando lettori di ogni età e categoria; e così spero possano fare anche le mie. Perché sono così inossidabili? Innanzitutto hanno sempre e comunque per protagonista il lettore-ascoltatore ed il suo rapporto con la realizzazione di sé come persona, anche e soprattutto attraverso l'esperienza emotiva delle generazioni precedenti; in altre parole siamo noi stessi lettori ad impersonare in ogni caso il lupus in fabula; restiamo catturati ed incantati ed affascinati perché è come se guardassimo in uno specchio che non riflette il volto, ma l'anima. Non per nulla sono giustamente famosi lo "specchio delle mie brame" della regina di Biancaneve e lo specchio mitologico di Narciso, che ha una sua spiegazione positiva e, a patto che non diventi un'ossessione, simboleggia le dovute ed auspicate conoscenza ed esperienza del sé, dalle quali conseguono gli ancora più auspicabili conoscenza e rispetto dell'altro da sé, cioé del prossimo. Questo strumento, lo specchio, dal fascino fortissimo, compare anche in un racconto dei miei, dove restituisce un'immagine che colui che si specchia non si aspettava. Sono temi delicati, che toccano l'intimo, e pertanto non se ne può parlare direttamente per non rischiare di provocare un rifiuto ed una chiusura totali nell'interlocutore, che percepirebbe un insegnamento diretto dei fatti salienti della vita come uno sdegnoso segno di superiorità di chi parla rispetto a chi ascolta. Allo stesso tempo la grande curiosità, la fame, oso dire, di ciò che riguarda la nostra personalità profonda, i conflitti interiori che ne segnano la formazione e l'esistenza, le angosce e i drammatici dubbi che ci assalgono mano a mano che ne scopriamo i molteplici aspetti ci inducono irresistibilmente ad indagare ed a chiedere a chi ha vissuto queste esperienze prima di noi. Allora ecco la necessità della mediazione simbolica della fiaba; ma di tutte le forme di narrazione, accomunate in questo forse solo ai miti, che sono anch'essi retaggio di periodi che si snodano fin da epoche remote, le fiabe sono quelle nate empiricamente, distillate dal confronto tra infiniti narratori ed ascoltatori, che si sono tramandati, perlopiù oralmente, nel tempo e nello spazio, quelle esperienze di crescita e di vita di cui si diceva. Ci insegnano infatti gli antropologi che le prime narrazioni, le prime fiabe arcaiche, sono quelle legate ai riti iniziatici tribali, che seguono lo schema sopra descritto di trasmissione indiretta delle esperienze formative e di conquista dell'indipendenza. Senz'altro le fiabe sono da associare ai sogni ed alla musica, che utilizzano il medesimo vocabolario immediato, cioè che viene capito senza il bisogno dell'intermediazione della ragione. Dalla narrazione viene fornito alimento al lessico di simboli arcaici ed archetipici, primordiali, che viene poi elaborato e riutilizzato dal nostro incoscio, a nostra insaputa, per la risoluzione dei conflitti interiori, delle ansie, delle paure. Inoltre, ciascuno di noi può rileggere la medesima fiaba numerose volte nell'arco di diversi anni o addirittura in giorni susseguenti e a ciascuna lettura trarne impressioni differenti in modo sostanziale, perché ogni volta la fiaba sarà in grado di adeguare i suoi simboli allo stato d'animo del lettore. Al di là delle dimostrazioni tecniche, voglio credere che la lettura delle fiabe, in qualche modo, aiuti a rasserenarci. Mi piacerebbe, idealmente, che un libro di fiabe fosse sempre a portata di mano sul comodino di chiunque, da leggere prima di addormentarsi e lasciare all'inconscio il compito di elaborare le immagini che la lettura ha suscitato; credo che il risveglio la mattina seguente sarebbe in quel caso più felice.Tutto ciò trova conferma nell'appassionata lettura del "Mondo incantato" di Bruno Bettelheim, che consiglio con commozione a tutti di leggere e che spiega benissimo la molteplicità di motivazioni e meccanismi psicologici, a numerosissimi e diversi livelli, che stanno alla base delle fiabe popolari. Ancora, la fiaba viene utilizzata, per esempio, dagli operatori sociali, quando hanno a che fare con bambini che si trovano in situazioni di disagio grave, a causa di storie familiari di degrado. In tali casi la lettura o, meglio, la narrazione di una fiaba riesce a ricondurre verso stati di maggior equilibrio e serenità. Non si tratta di una panacea, ma di un utile ed efficacie strumento senz'altro. Lo stesso Bettelheim citato, dice una cosa che mi ha incuriosito e cioè che la plurimillenaria arte medica indiana prescrive la meditazione di una o più storie per la cura dei disturbi nervosi. Infine, qualche tempo fa udii per radio che in un carcere minorile femminile i libri maggiormente richiesti alla biblioteca erano proprio libri di fiabe ed anche questo mi è parso sintomatico. Per riepilogare le fiabe ci divertono e ci affascinano parlandoci in modo razionalmente indiretto, attraverso dei simboli, ma con efficacia emotiva immediata e così ci forniscono i mezzi per un inconscio miglioramento della fiducia e della confidenza in noi stessi, rendendoci più coriacei ai ricatti ed agli inganni dell'ansia e dell'insicurezza e quindi migliori per noi e per gli altri. Per questo è bene che ci siano tante persone, e tra queste anch'io, che scrivono, leggono, narrano, ascoltano delle fiabe. Con un piccolo slogan si può dire che le fiabe sono un diritto di tutti. Grazie.