Creato da faria_ge il 22/03/2008
parliamo dei miei e di altri libri
 

prova a ingrandire al massimo l'immagine con il tuo browser, vedrai che i particolari minuscoli sono altrettanto belli della figura d'insieme

 

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BRANO LETTO DA NOEMI DURANTE SPEED READ 29.2.08

Dalla prima storia:

I TRE CORVI, OVVERO LE AVVENTURE DI FRECCIA

C’era una volta, tanto tempo fa, una bambina di nome Freccia. Non vi pare che fosse un nome un po’ troppo marziale, per una bambina? Eppure, pochi giorni prima che nascesse, suo padre aveva abbattuto, con una sola freccia, in una radura del bosco, un cervo tutto bianco dalle corna d’argento. Sopraffatto dallo stupore, l’uomo si era avvicinato alla preda prodigiosa. Rimirandola, si dispiacque per aver ucciso un animale così bello e raro, anzi certamente unico. Proprio in quel mentre, tre corvi solcarono il cielo sulla radura ed il loro gracchiare riempì la valle, rimbalzando più volte sulla costa dei monti. Dicevo che l’uomo era pentito della sua caccia, ma ormai il cervo dallo splendido manto candido giaceva esanime, con una piccola chiazza rossa appena dietro la spalla........
..............................Due giorni dopo, il pastore stava conducendo le sue pecore e le sue mucche al pascolo, quando, ai piedi di un’enorme quercia, scorse tre figure intabarrate di nero, con tre cappellacci ancora più neri e dalle smisurate falde; stavano in crocchio intorno al fuoco. Passò abbastanza vicino da udire quel che le tre vecchie masche si dicevano.
La prima: "Ecco che viene quello che ha dato la prima spinta alla ruota del fato, senza nemmeno accorgersene";
La seconda: "E’ proprio lui, quello stolto; lo si riconosce anche soltanto dall’espressione sciocca del volto";
La terza: "Allocchi, pasticcioni ignari. Ecco ciò che sono gli uomini. Sempre ebbri delle loro emozioni. Ogni qualvolta agiscono, fanno traballare le fondamenta stesse dell’Equilibrio. Eppure è necessario che il Destino si compia attraverso loro".............
..................Sappi comunque che tua moglie ti partorirà a giorni una bella bambina. Il suo destino sarà grande al di là di ogni vostra possibilità d’immaginazione. Per questo è opportuno che una di noi tre venga a vegliare sulla piccola e a provvedere alla sua educazione".

 

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copertina tre corvi

 

ALTRO BRANO LETTO ALLO SPEED READ 29.2.08

Dalla seconda storia:

IL PALAZZO SULLA MONTAGNA

Cammina, cammina, giunsero dove gli alberi si diradavano per lasciar posto ai pascoli. Là era tutto verde, ma disseminato di affioramenti rocciosi di pietra chiara. Proseguirono così all’aperto. Ad un certo punto il principe, che aveva la vista più acuta di tutti, vide una grande roccia che si muoveva. Si arrestò sorpreso, pensando che il gran camminare gli avesse procurato una vertigine. Anche gli altri due ristettero, perché il ragazzo gli aveva fatto segno. Ma la roccia continuò imperterrita, quasi a scherno, a muoversi come se fosse percorsa da un’onda. Poi si rigirò su se stessa, si rizzò ed era un gran gigante che torreggiava sui tre viandanti.

Come si avvide di quelle tre formiche, il mostro allungò le mani per acchiapparle, forse con l’intento di divorarle visto che s’era appena svegliato e doveva far colazione. Ma Kuciàr era così forte che acchiappò lui l’essere per il bavero e lo sbatté a terra, tanto che tutto il monte ne tremò. Il principe non perse tempo: gli saltò a cavalcioni sulla gola e lo afferrò con entrambe le mani per strozzarlo. Con un filo di voce il gigante implorò pietà e giurò che avrebbe servito Kuciàr per sempre fedelmente, se gli avesse fatto grazia della vita. Il giovane accondiscese e disse al suo nuovo domestico: "mettici tutti e tre nelle tasche della giacca, poi, tu che hai le gambe tanto lunghe, portaci in vetta alla montagna".

In sette passi il gigante poté depositare i tre proprio là, sulla cima. Ma lì era tutto coperto di nevi perenni e faceva un gran freddo.

E, tra tutta quella neve, sorgeva un palazzo di pietra.

 

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PRESENTAZIONE MIO LIBRO PER LO SPEED READ ORGANIZZATO DALL'ASS.NE SERVIZI CULTURALI DI MILANO DEL 29.2.08

Post n°1 pubblicato il 22 Marzo 2008 da faria_ge

Buonasera. Grazie per avermi concesso un po' del vostro tempo e della vostra attenzione per parlarvi del mio libro. Sono cinque racconti ispirati, e ambirebbero a ricrearne lo spirito, alla fiaba popolare. Sul sito dell'associazione, ho appreso con piacere che parecchi altri hanno fatto come me cimentandosi nello scrivere delle fiabe. Ciò mi ha fatto ripensare ad alcuni dubbi ed interrogativi precedenti la decisione di realizzare la raccolta, e che erano rappresentati dalla necessità di verificare se ci fosse davvero bisogno di scriverne altre e nuove, benché ne fossero già state raccolte, ad esempio dai Grimm, da Basile, da Calvino, e scritte da numerosissimi altri, penso in tutte le culture del mondo.

Ho tentato di stabilirlo partendo dall'intramontabile fascino che le fiabe popolari continuano, imperterrite, ad esercitare, ad onta del trascorrere dei secoli e delle epoche, divertendo ed appassionando lettori di ogni età e categoria; e così spero possano fare anche le mie. Perché sono così inossidabili? Innanzitutto hanno sempre e comunque per protagonista il lettore-ascoltatore ed il suo rapporto con la realizzazione di sé come persona, anche e soprattutto attraverso l'esperienza emotiva delle generazioni precedenti; in altre parole siamo noi stessi lettori ad impersonare in ogni caso il lupus in fabula; restiamo catturati ed incantati ed affascinati perché è come se guardassimo in uno specchio che non riflette il volto, ma l'anima. Non per nulla sono giustamente famosi lo "specchio delle mie brame" della regina di Biancaneve e lo specchio mitologico di Narciso, che ha una sua spiegazione positiva e, a patto che non diventi un'ossessione, simboleggia le dovute ed auspicate conoscenza ed esperienza del sé, dalle quali conseguono gli ancora più auspicabili conoscenza e rispetto dell'altro da sé, cioé del prossimo. Questo strumento, lo specchio, dal fascino fortissimo, compare anche in un racconto dei miei, dove restituisce un'immagine che colui che si specchia non si aspettava.

Sono temi delicati, che toccano l'intimo, e pertanto non se ne può parlare direttamente per non rischiare di provocare un rifiuto ed una chiusura totali nell'interlocutore, che percepirebbe un insegnamento diretto dei fatti salienti della vita come uno sdegnoso segno di superiorità di chi parla rispetto a chi ascolta. Allo stesso tempo la grande curiosità, la fame, oso dire, di ciò che riguarda la nostra personalità profonda, i conflitti interiori che ne segnano la formazione e l'esistenza, le angosce e i drammatici dubbi che ci assalgono mano a mano che ne scopriamo i molteplici aspetti ci inducono irresistibilmente ad indagare ed a chiedere a chi ha vissuto queste esperienze prima di noi. Allora ecco la necessità della mediazione simbolica della fiaba; ma di tutte le forme di narrazione, accomunate in questo forse solo ai miti, che sono anch'essi retaggio di periodi che si snodano fin da epoche remote, le fiabe sono quelle nate empiricamente, distillate dal confronto tra infiniti narratori ed ascoltatori, che si sono tramandati, perlopiù oralmente, nel tempo e nello spazio, quelle esperienze di crescita e di vita di cui si diceva. Ci insegnano infatti gli antropologi che le prime narrazioni, le prime fiabe arcaiche, sono quelle legate ai riti iniziatici tribali, che seguono lo schema sopra descritto di trasmissione indiretta delle esperienze formative e di conquista dell'indipendenza.

Senz'altro le fiabe sono da associare ai sogni ed alla musica, che utilizzano il medesimo vocabolario immediato, cioè che viene capito senza il bisogno dell'intermediazione della ragione. Dalla narrazione viene fornito alimento al lessico di simboli arcaici ed archetipici, primordiali, che viene poi elaborato e riutilizzato dal nostro incoscio, a nostra insaputa, per la risoluzione dei conflitti interiori, delle ansie, delle paure. Inoltre, ciascuno di noi può rileggere la medesima fiaba numerose volte nell'arco di diversi anni o addirittura in giorni susseguenti e a ciascuna lettura trarne impressioni differenti in modo sostanziale, perché ogni volta la fiaba sarà in grado di adeguare i suoi simboli allo stato d'animo del lettore. Al di là delle dimostrazioni tecniche, voglio credere che la lettura delle fiabe, in qualche modo, aiuti a rasserenarci. Mi piacerebbe, idealmente, che un libro di fiabe fosse sempre a portata di mano sul comodino di chiunque, da leggere prima di addormentarsi e lasciare all'inconscio il compito di elaborare le immagini che la lettura ha suscitato; credo che il risveglio la mattina seguente sarebbe in quel caso più felice.

Tutto ciò trova conferma nell'appassionata lettura del "Mondo incantato" di Bruno Bettelheim, che consiglio con commozione a tutti di leggere e che spiega benissimo la molteplicità di motivazioni e meccanismi psicologici, a numerosissimi e diversi livelli, che stanno alla base delle fiabe popolari. Ancora, la fiaba viene utilizzata, per esempio, dagli operatori sociali, quando hanno a che fare con bambini che si trovano in situazioni di disagio grave, a causa di storie familiari di degrado. In tali casi la lettura o, meglio, la narrazione di una fiaba riesce a ricondurre verso stati di maggior equilibrio e serenità. Non si tratta di una panacea, ma di un utile ed efficacie strumento senz'altro. Lo stesso Bettelheim citato, dice una cosa che mi ha incuriosito e cioè che la plurimillenaria arte medica indiana prescrive la meditazione di una o più storie per la cura dei disturbi nervosi. Infine, qualche tempo fa udii per radio che in un carcere minorile femminile i libri maggiormente richiesti alla biblioteca erano proprio libri di fiabe ed anche questo mi è parso sintomatico.

Per riepilogare le fiabe ci divertono e ci affascinano parlandoci in modo razionalmente indiretto, attraverso dei simboli, ma con efficacia emotiva immediata e così ci forniscono i mezzi per un inconscio miglioramento della fiducia e della confidenza in noi stessi, rendendoci più coriacei ai ricatti ed agli inganni dell'ansia e dell'insicurezza e quindi migliori per noi e per gli altri. Per questo è bene che ci siano tante persone, e tra queste anch'io, che scrivono, leggono, narrano, ascoltano delle fiabe. Con un piccolo slogan si può dire che le fiabe sono un diritto di tutti. Grazie.

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Commenti al Post:
gigia.68
gigia.68 il 22/03/08 alle 17:16 via WEB
Complimenti, sono M.P. Black! Il tuo libro deve essere sicuramente molto interessante, quando lo hai presentato mi hai incuriosita! Lo ordinerò presto! Ciao!
 
cribar2
cribar2 il 24/03/08 alle 19:38 via WEB
ciao carissimo un veloce saluto e un bbraccio
 
gigia.68
gigia.68 il 25/03/08 alle 16:58 via WEB
Ciao caro, buon inizio di settimana!
 
 
faria_ge
faria_ge il 26/03/08 alle 08:50 via WEB
ieri pomeriggio ero in permesso dal lavoro, così ho visto il msg soltanto stamani, accetta allora, anche se con leggero ritardo, che ricambi l'augurio per una buona settimana non ho capito bene se sei ammalata, in quel caso anche: buona e rapida guarigione!
 
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