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BRANO LETTO DA NOEMI DURANTE SPEED READ 29.2.08
Dalla prima storia:
I TRE CORVI, OVVERO LE AVVENTURE DI FRECCIA
C’era una volta, tanto tempo fa, una bambina di nome Freccia. Non vi pare che fosse un nome un po’ troppo marziale, per una bambina? Eppure, pochi giorni prima che nascesse, suo padre aveva abbattuto, con una sola freccia, in una radura del bosco, un cervo tutto bianco dalle corna d’argento. Sopraffatto dallo stupore, l’uomo si era avvicinato alla preda prodigiosa. Rimirandola, si dispiacque per aver ucciso un animale così bello e raro, anzi certamente unico. Proprio in quel mentre, tre corvi solcarono il cielo sulla radura ed il loro gracchiare riempì la valle, rimbalzando più volte sulla costa dei monti. Dicevo che l’uomo era pentito della sua caccia, ma ormai il cervo dallo splendido manto candido giaceva esanime, con una piccola chiazza rossa appena dietro la spalla........
..............................Due giorni dopo, il pastore stava conducendo le sue pecore e le sue mucche al pascolo, quando, ai piedi di un’enorme quercia, scorse tre figure intabarrate di nero, con tre cappellacci ancora più neri e dalle smisurate falde; stavano in crocchio intorno al fuoco. Passò abbastanza vicino da udire quel che le tre vecchie masche si dicevano.
La prima: "Ecco che viene quello che ha dato la prima spinta alla ruota del fato, senza nemmeno accorgersene";
La seconda: "E’ proprio lui, quello stolto; lo si riconosce anche soltanto dall’espressione sciocca del volto";
La terza: "Allocchi, pasticcioni ignari. Ecco ciò che sono gli uomini. Sempre ebbri delle loro emozioni. Ogni qualvolta agiscono, fanno traballare le fondamenta stesse dell’Equilibrio. Eppure è necessario che il Destino si compia attraverso loro".............
..................Sappi comunque che tua moglie ti partorirà a giorni una bella bambina. Il suo destino sarà grande al di là di ogni vostra possibilità d’immaginazione. Per questo è opportuno che una di noi tre venga a vegliare sulla piccola e a provvedere alla sua educazione".
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ALTRO BRANO LETTO ALLO SPEED READ 29.2.08
Dalla seconda storia:
IL PALAZZO SULLA MONTAGNA
Cammina, cammina, giunsero dove gli alberi si diradavano per lasciar posto ai pascoli. Là era tutto verde, ma disseminato di affioramenti rocciosi di pietra chiara. Proseguirono così all’aperto. Ad un certo punto il principe, che aveva la vista più acuta di tutti, vide una grande roccia che si muoveva. Si arrestò sorpreso, pensando che il gran camminare gli avesse procurato una vertigine. Anche gli altri due ristettero, perché il ragazzo gli aveva fatto segno. Ma la roccia continuò imperterrita, quasi a scherno, a muoversi come se fosse percorsa da un’onda. Poi si rigirò su se stessa, si rizzò ed era un gran gigante che torreggiava sui tre viandanti.
Come si avvide di quelle tre formiche, il mostro allungò le mani per acchiapparle, forse con l’intento di divorarle visto che s’era appena svegliato e doveva far colazione. Ma Kuciàr era così forte che acchiappò lui l’essere per il bavero e lo sbatté a terra, tanto che tutto il monte ne tremò. Il principe non perse tempo: gli saltò a cavalcioni sulla gola e lo afferrò con entrambe le mani per strozzarlo. Con un filo di voce il gigante implorò pietà e giurò che avrebbe servito Kuciàr per sempre fedelmente, se gli avesse fatto grazia della vita. Il giovane accondiscese e disse al suo nuovo domestico: "mettici tutti e tre nelle tasche della giacca, poi, tu che hai le gambe tanto lunghe, portaci in vetta alla montagna".
In sette passi il gigante poté depositare i tre proprio là, sulla cima. Ma lì era tutto coperto di nevi perenni e faceva un gran freddo.
E, tra tutta quella neve, sorgeva un palazzo di pietra.
Inviato da: gigia.68
il 26/07/2008 alle 11:06
Inviato da: gigia.68
il 20/06/2008 alle 17:50
Inviato da: gigia.68
il 31/05/2008 alle 18:07
Inviato da: Anonimo
il 29/05/2008 alle 15:23
Inviato da: gigia.68
il 24/05/2008 alle 15:15