triathlon

VIVERE L'IRONMAN..


Da cinque anni, dal giorno del mio Ironman a Nizza del 2007, non tornavo nella cittadina francese della Costa Azzurra, e anche questa volta è stato per una gara della M con il pallino. Stavolta però l'ho vissuta da spettatore, per seguire il mio amico IronRichi, che dopo aver condiviso con me la splendida esperienza di Embrun 2011, ha deciso di regalarsi anche quest'anno una finish-line sulla massima distanza della triplice. E' stato emozionante più di quello che avrei immaginato vivere a margine come semplice tifoso, una gara di questa portata. Sotto un certo punto di vista direi addirittura che il dispendio di energie nervose ed anche fisiche, è stato superiore che non parteciparvici!  Dall'alba, con quella straordinaria partenza sul litorale nizzardo, con 2500 mute nere che sbracciavano verso l'orizzzonte di un mare bellissimo e calmo, all'interminabile giro in bici dove si poteva percepire la frenesia dell'attesa che andava ad aumentare cosi come il caldo che cominciava ad essere quasi insopportabile, fino alla massacrante maratona sotto un sole bollente, dove il tifo , la simbiosi, l'empatia, l'incoraggiamento, sono andati ad avvolgere e coinvolgere un atmosfera di enfasi e partecipazione davvero indimenticabile.. Ammetto che già dalla sera precedente, nella mia passeggiata presso la zona cambio e relativa spiaggia luogo della partenza della frazione natatoria, un velo di nostalgia mi ha accarezzato, riportandomi con la memoria alla gara del 24 giugno 2007, ma forse è stato proprio questo il motivo per cui ho "sentito"e ho "vissuto" la performace di Richi al di la del semplice incoraggiamento sportivo. Mi sono sentito partecipe di ogni suo sforzo, ma anche di quello delle migliaia di concorrenti che, soprattutto nella fase running, hanno saputo descrivere con il loro sforzo estremo e commovente, il vero significato che una gara come questa può regalare.. Mi sono reso ancora più conto, semmai ce ne fosse bisogno, che la gara Ironman è una competizione che va molto al di la della passione sportiva, una miscela di sentimenti, di volontà, di spirito di sacrificio, di metafore di vita, di intensità emotiva unica. E quello che ho capito ancora di più, vedendo la gara da dietro le transenne..come sia una gara "umana" e che non è vero sia solo per "superuomini". Ho visto padri, con un po' di pancetta per l'età, prendere per mano i propri figli pochi metri prima del traguardo per tagliarlo con loro, ho visto donne sfatte dalla fatica andare ad abbracciare i propri compagni di vita al termine di quindici ore di gara, ho visto amici regalarsi il "cinque" per aver compiuto insieme un impresa che pareva irrealizzabile.. Persone comuni, semplici, "normali", che hanno vinto il loro Ironman, più di quanto l'abbia vinto il primo arrivato..  Il grande Richi ha impiegato dodici ore e 8 minuti per completare il durissimo Ironman, con parziali di tutto rispetto: 1h12'44" nel nuoto con una tonnara mai vista,  6h34'28" nella bici con un'ottima gestione delle energie, 4h02'07" nella maratona con una crisi al terzo giro per via del gran caldo, superata comunque molto bene per concedersi poi agli abbracci finali. Abbracci condivisi con la sua famiglia al seguito, capeggiata dal piccolo Luca, con le amiche di squadra Dani e Bibi, instancabili sostenitrici, ed anche con il sottoscritto, i cui occhiali da sole all'abbraccio conclusivo, hanno nascosto qualche lacrima commossa che cadeva...