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OCCASIONI PER TACERE


A distanza di poche ore uno dall'altro, due dei miei attori preferiti che più stimavo non solo per la loro arte cinematografica, mi hanno regalato due cocenti delusioni, di quelle da ricordare a lungo e da far cambiare repentinamente idea su quelle che erano state fino ad oggi le considerazioni nei loro confronti. Roberto Benigni e Paolo Villaggio, capaci con la loro splendida ed unica carriera di scrivere pagine indelebili con i loro strepitosi film-capolavoro, in questi giorni hanno, ognuno per differenti situazioni ed argomenti, dato invece prova di una pochezza disarmante e per me davvero squallida. So che questo è un mio personalissimo parere, ma di certo nessuno può obiettare la loro incoerenza nella dichiarazioni e nei comportamenti avuti in questi giorni, che vanno in direzione diametralmente opposta all'immagine che per lunghi decenni hanno voluto costruirsi.
Il comico toscano, troppo intelligente per essere in buona fede, si è letteralmente venduto al partito del Pidiellesenzaelle, scendendo ad una bassezza che non credevo potesse mai neppure sfiorare. Già avevo nutrito qualche dubbio sulla sua posizione nel panorama degli schieramenti proliberisti, quando aveva in maniera tanto accalorata manifestato la sua commozione nell'occasione della farsa-festa dei 150anni dell'unità d'Italia, omettendo volutamente la vergogna di una tragedia come quella di un progetto coloniale e quindi sostanzialmente antinazionale nei confronti di un Sud che era già uno stato sovrano ed indipendente, con una dinastia regnante autoctona da cinque generazioni. (Vi dice nulla la "strage di Bronte" ad opera del duo Bixio-Garibaldi?) . La ricchezza nazionale era detenuta in primis dal Regno delle Due Sicilie. Il nord era la parte più povera ed a tratti degradata del paese, la meno industrializzata e meno produttiva. Nel 1911, dopo cinquant’anni di politica coloniale, i sudisti diventarono terroni ed al nord nacquero i triangoli industriali. Ma questo il buon Roberto non l'ha voluto o potuto dire...per non togliere il vento alle migliaia di bandierine che sventolavano balzanti dalle finestre del nostro Paese, e soprattutto per non turbare i benpensanti della politica a cui da volutamente la marchetta, come ha fatto l'altra sera al congresso Pd. Il fatto che attacchi Grillo ci può anche stare, ma da un palco del genere è davvero ridicolo. Ora..io non voglio difendere il Beppe genovese, di certo moltissime cose che proclama il suo movimento non le condivido, ma almeno non sono succubi delle logiche di palazzo, non sono servi di giochi politici (almeno per ora) , e sono l'unica voce contro la dittatura bancaria e tecnofinanziaria che ci sta uccidendo..
L'altro attore che invece ha perso un'ottima occasione per stare zitto, è Villaggio.. Belin!! Genovese e sampdoriano come me, che tristezza sentire che dica queste stronzate pazzesche!! «La paralimpiadi di Londra fanno molta tristezza, non sono entusiasmanti, sono la rappresentazione di alcune disgrazie e non si dovrebbero fare.....Non fa ridere una partita di pallacanestro di gente seduta in sedia a rotelle. Io non le guardo, fa tristezza vedere gente che si trascina sulla sedia con arti artificiali. Mi sembra un po' fastidioso, non è divertente". Poi Villaggio continua: "Ce n'é una, cieca, che fa i 200 metri in pista. Dicevano che si allena con due persone a fianco che le dicono dove andare. Tanto vale allora correre con il bastone".
Io non avrò l'intelligenza e la cultura del mio compaesano ma fortunatamente, a me non da fastidio vedere queste gare, ed anzi le sto seguendo tantissimo e mi esalto! Trovo meravigliosamente fantastico vedere la passione che questi atleti mettono in ogni loro gara, vedere dei ragazzi che con lo sport e grazie allo sport si sono riappropriati della loro vita a fronte di momenti difficili e di ostacoli che parevano insormontabili. Non è pietismo questo, ma vera ammirazione, sportiva e non solo. Vorrei stringere la mano a ciascuno di loro!!  E li ringrazio per tutte le emozioni che mi stanno regalando! 
Roberto Benigni e Paolo Villaggio, due veri fuoriclasse del cinema, che hanno completato la loro deriva verso una dimensione di mediocre e patetica nullità.