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SIPARIO SU LONDRA


Poche ore e calerà il sipario su questa straordinaria edizione delle Paralimpiadi, disputate a qualche settimana dall'altrettanto bellissima manifestazione dei Giochi Olimpici. Non ho mai seguito con questa intensità emotiva le Olimpiadi, e devo ammettere che da domani mi mancheranno le fantastiche imprese degli atleti, l'eccezionale pubblico che le ha seguite, le enfasi dei telecronisti, i record, gli inni, le lacrime sul podio. E' stato qualcosa di indimenticabile seguirle da vicino come ho avuto la fortuna di fare un mese fa nella meravigliosa capitale inglese e credo che ricorderò questa edizione per sempre, per quell'atmosfera di magia e di fiaba che ho respirato in quei giorni cosi pieni di fascino. Ma non credevo, devo essere sincero, che una volta tornato a casa, potessi farmi coinvolgere in maniera cosi totale, anche dalle Paralimpiadi. Vuoi il fatto che fino all'edizione precedente non avevano avuto una copertura televisiva adeguata, vuoi la bravura degli inglesi nell'organizzare un evento rendendolo così atteso e seguito, vuoi lo straordinario pubblico che ha osannato tutti gli atleti a prescindere da disabilità o meno. Non c'è stato davvero nessun gap di differenza nelle emozioni trasmesse tra atleti normodotati e non, capaci quest'ultimi di risultati davvero stratosferici. Cosi, nomi che fino a ieri per me erano perfetti sconosciuti, hanno soppiantato di colpo atleti ben più famosi che un mese fa deliziavano il mondo con le loro performance. Non più i Bolt, i Phelps, la Ye o la Pellegrini a farmi sobbalzare per una gara, ma volti, voci, gesti, imprese di persone di una forza e straordinarietà uniche come Zanardi, la Minetti, la Legnante, David Weir, l'australiano Cowdrey e la nostra immensa Camellini.. Ogni gesto atletico, ogni prova, ogni risultato, ogni vittoria cosi come ogni sconfitta, nascondono un lungo cammino fatto di  passione, forza, volontà, rinunce, sacrifici, sia che chi lo compie sia un atleta perfetto dal fisico statuario oppure sia privo di un braccio, non vedente o senza gambe. Ed è bellissimo come nel seguire certe gare, mi rendessi conto solo a tratti che si trattava di atleti disabili, per quanto fossi immerso nella loro "perfezione" agonistica. Indimenticabile Olimpiade (o Paralimpiade...ma c'è differenza?) , indimenticabile in tutto e per tutto. Straordinaria Londra..meriti un grande plauso!Credo che mi commuoverò stasera durante la cerimonia di chiusura. Si chiude una fase bellissima ed emozionante di cui ho già nostalgia, cominciata il 27 luglio con quella inaugurazione tanto British e un po' discussa, continuata con un mese e mezzo di momenti di gloria, che terminerà con il concerto dei Coldplay e con molti occhi lucidi tra i presenti. Sarebbe bello ci fosse un palco capace di raccogliere tutti i protagonisti di questi Giochi..... Il pubblico si alzerebbe in una standing ovation commossa, in un fragoroso applauso dalla durata...di almeno quattro anni..